Orrido ma incredibile, in Garfagnana c’è un luogo sensazionale

Benedetto Sensini  | 20 Lug 2023
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Ci è già capitato di decantare la bellezza della Garfagnana e delle tantissime attività che si possono fare nella zona. Oggi, però, vi parliamo di un luogo veramente speciale, in una delle aree più belle del Centro Italia. Stiamo parlando dell’Orrido di Botri, uno dei canyon più belli d’Europa e il più profondo della Toscana. Ma prima di andare a scoprire i trekking e le attività da fare all’Orrido di Botri, raccontiamo un po’ questo luogo.

La riserva delle Aquile Reali

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L’Orrido di Botri è una riserva naturale creata negli anni ‘70 con lo scopo di proteggere e tutelare le aquile reali, che già da tempo nidificavano nelle profonde gole del canyon. Si tratta infatti di una gola calcarea dalle pareti altissime, incastrata alle pendici dei monti Tre Potenze e Rondinaio. È un luogo particolarmente affascinante, ma con al tempo stesso un lato più tetro: il nome non è sicuramente casuale. Le pareti della gola sono strette e una volta imboccato il canyon non vi sono vie d’uscita secondarie; una volta arrivati a fondo si può solamente tornare indietro.

Proprio per questo motivo, l’accesso all’Orrido di Botri è regolamentato, per fornire una maggiore sicurezza ai visitatori, ed è necessario prenotare l’accesso (almeno una settimana prima). In estate si può accedere dalle 9 alle 18, ma ovviamente, trattandosi di una gola senza via di uscita, se non quella dell’andata, è molto importante fare attenzione alle condizioni atmosferiche. In ogni caso, se avete comunque voglia di passare una giornata adrenalinica esplorando l’Orrido di Botri, c’è anche la possibilità di farlo insieme a delle guide esperte.

Cosa serve per visitare l’Orrido di Botri?

Se però avete deciso che volete affrontare la discesa nel canyon da soli (ma comunque è sempre consigliato essere almeno in due) o in gruppo, allora eccovi qualche dritta fondamentale per un’esperienza piacevole.

Innanzitutto, è necessario avere un caschetto. Essendo infatti una gola stretta e profonda, non è raro che dei piccoli sassetti o altri detriti cadano verso il basso. Il casco è dunque fondamentale e senza non si può entrare nell’Orrido. Un’altra cosa fondamentale sono delle scarpe adatte ad un terreno roccioso e impervio: delle scarpe da trail running o degli scarponi da trekking vanno benissimo. Infine, oltre ad avere sempre abbastanza acqua e qualche snack, è sempre importante avere un capo d’abbigliamento per proteggersi dal freddo o dalla pioggia, dovesse mai arrivare.

Esplorando il canyon più profondo della Toscana

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Come già detto sopra, l’escursione all’Orrido di Botri è una delle più belle e interessanti della Toscana, ma che cosa vi potete aspettare inoltrandovi nell’Orrido?

Oltre alle ripide pareti spettrali, l’Orrido di Botri ospita una flora variegata e stupenda. I livelli più bassi della gola, quelli più umidi, ospitano infatti una grande quantità di muschi e licheni, mentre salendo di quota le piante umide lasciano spazio ad aquilegie e silene.

Per partire nel trekking dell’Orrido si parte dalla località di Ponte Gaio, e si inizia a risalire la gola scavata dal torrente Pelago. Proprio per questo camminiamo su un letto di ciottoli, cercando la traccia più asciutta, anche se a volte è inevitabile bagnarsi i piedi. In un tratto particolare, chiamato le Prigioni, a seconda dei livelli dell’acqua del torrente potrebbe essere necessario camminare con i piedi immersi per circa un centinaio di metri.

Alla fine, dopo circa un’ora e mezzo di cammino si arriva al Salto dei Becchi, qui una volta era possibile procedere ancora salendo con l’ausilio di corde. Ad oggi però, in seguito ad una piena, alcune corde e alcuni ancoraggi non sono più sicuri e quindi è sconsigliato proseguire oltre, ma invece di fermarsi a rilassarsi nelle pozze d’acqua prima di tornare indietro per rientrare a Ponte Gaio.

Benedetto Sensini
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