Chi l’ha detto che in Sardegna ci si va solo per il mare? Di certo parliamo delle coste più incredibili, affascinanti e colorate d’Europa, ma a volte anche salire in quota è un’idea da prendere in considerazione. L’isola italiana per eccellenza è infatti una melliflua destinazione turistica, in grado di spaziare da spiagge uniche nel loro genere, eleganti borghi ben curati ed ultime ma non per importanza, alte falesie dolomitiche dove avventurarsi in incredibili percorsi di trekking in quota ma sempre vista mare.
La provincia più indicata per questo tipo di avventure è quella dell’Ogliastra, nel nuorese, famosa ai più per essere uno dei territori della longevità, dove serenità e natura regnano padrone e garantiscono a chi ci abitata una vita serena ed autentica. Il percorso di oggi parte infatti da una delle zone paesaggisticamente e storicamente più rilevanti del paese: il Supramonte, dal quali potremo ammirare un panorama unico sulla Gola di Gorropu (il canyon più lungo d’Europa) fino ad addentrarci negli antichissimi villaggi nuragici. Zaino in spalla e pronti a partire!
Il nostro viaggio parte da qui, partiti da Tortolì in un comodo transfer ci siamo diretti tra le montagne, precisamente a Silana, un panoramico punto di partenza del Supramonte di Urzulei. Una volta saliti in quota, le sensazioni sono contrastanti: da una parte rimaniamo ammirati di fronte alla magnificenza del panorama, completamente diverso da quello a cui la regione ci ha abituato, sono infatti le montagne a fare farla da padrone, dall’altra invece un’inaspettata brezza fredda ci scompiglia i capelli; d’altronde siamo a 1000mt sul livello del mare. Il sentiero comincia a bordo di un land rover che ci trascina ancora più un quota, fin quando non ci addentreremo tra la foresta mediterranea che caratterizza la montagna. Arrivati al punto di partenza, scendiamo dal crinale percorrendo un sentiero poco battuto ma chiaro, che si inoltra nella vegetazione fitta ma accogliente.
Una volta addentrati nel profondo del percorso, cattura la nostra attenzione una curiosa struttura in legno, somigliante alle famosissime tende indiane per forma, ma molto diversa nell’utilizzo. Siamo infatti di fronte ad un Barracco, un’esempio dell’architettura agro-pastorale ogliastrina. Lo scopo di questa abitazioni era fare da rifugio ai pastori che, con il gregge a seguito, si inoltravano nei boschi per far pascolare le loro pecore e dal momento che questa attività poteva richiedere diversi giorni, trovavano riparo in queste strutture apparentemente rudimentali ma estremamente funzionali al loro scopo.
Queste opere di ingegneria antica infatti riuscivano a garantire un riparo sopra la testa, uno stantuffo per il fuoco e anche una sorta di ripiano dove custodire il formaggio, il loro bene più prezioso. La provincia dell’Ogliastra è famosa in tutta la Sardegna per essere la zona a maggiore densità di Barraccos, a segno di una forte vitalità di una zona apparentemente poco accogliente.
Districati man mano dalla vegetazione ecco che si apre davanti ai nostri occhi uno spettacolo davvero unico: i resti (ma non troppo) dell’antico villaggio nuragico di Os Murales, uno dei meglio conservati della Sardegna intera. Queste strutture alte dai 2 ai 3 metri ci permettono di intrufolarci in quelle che erano le antiche abitazioni di un popolo autoctono, antico e misterioso, forse il primo ad aver vissuto il bel paese nel suo angolo più remoto. Interessante è passeggiare tra i resti e capire di più sulle loro antiche abitudini, come la loro propensione alla vita in comunità, quasi a creare dei piccoli quartieri con annessi cortili. Una volta sazi dello spettacolo offerto dall’Ogliastra abbiamo continuato il percorso, stavolta in salita, che grazie a chiari segnali ci ha riportato dove ci aveva lasciato la vettura, stanchi ma sereni, più ricchi di come eravamo arrivati.
Una citazione va riservata al Consorzio Industriale Provinciale dell’Ogliastra, che si spende per valorizzare un territorio ricco e meritevole, pieno di attrattive ed in grado di soddisfare tutti i desiderosi di scoperta, ora facilitati anche grazie alla messa in funzione del piccolo ma efficiente aeroporto di Tortolì,
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