Perdersi nella magia del bosco per ritrovarsi in delle grotte meravigliose, questo percorso è una perla nascosta del Piemonte

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 21 Dic 2023

Escursione nel novarese tra boschi silenziosi di robinie e castagni per raggiungere la Grotta di Ara, magica e rilassante, per poi scendere tra numerose essenze profumate attraversando ambienti vari lungo il corso del rio Magiaiga.

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza 1,45 ore totali (soste escluse)
  • Distanza 5 Km totali
  • Dislivello 150 md totali
  • Difficoltà Sentiero Escursionistico
  • Segnavia percorso vie civiche; Sentieri dei veleggiatori e del Malconcio; 781; segni bianco-rossi; Ara; Sentiero Rio Malgiaiga
  • Periodo adatto da maggio a novembre
  • Dove parcheggiare Grignasco

Itinerario

In Grignasco (320metri di dislivello), dal parcheggio di fronte alla stazione ferroviaria (utilizzata solo per treni speciali), si punta in direzione del semaforo, attraversato il quale si prosegue per viale Stazione. Al termine della strada si prende a destra via Rosa Massara passando davanti al Parco pubblico Claudino Mora. Al termine della strada si prende a sinistra via Italia arrivando alla barocca chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, issata al di sopra di una doppia scala di accesso. Passati davanti alla facciata si prosegue per via Costantino Perazzi per poi imboccare la prima a sinistra, via Angiolina Fasola, che diventa subito una bella selciata in salita (cartello “Sentieri dei veleggiatori e del Malconcio”) affiancata dalle edicole dell’ottocentesca Via Crucis.
Volendo effettuare una digressione, si può proseguire lungo via Perazzi, arrivando alla zona più antica del borgo, con strette viuzze acciottolate che circondano la chiesa di Santa Maria delle Grazie, la cosiddetta “gésa vègia” che presenta dettagli romanici.

Seguendo invece la selciata si passa nei pressi dell’oratorio di San Graziano e poco dopo il tracciato lascia il posto all’ampio sentiero (segni bianco/rossi 781) che sale passando rasente al muro di cinta. Di fronte ad un grande frassino, si prende a destra (segni) ancora in salita percorrendo un tratto in trincea, molto chiuso fra alberi e muro che si apre quindi su orti coltivati a terrazzamento, per poi proseguire, sempre in salita, tra felci e ontani per arrivare quindi ad un bel bosco di castagni.
Giunti ad un bivio ben segnalato, si è alla quota massima dell’intero percorso (450 metri di dislivello). Si prende a sinistra (cartello Ara) scendendo per un poco fino ad arrivare ad un rio oltre il quale si trova un ricovero in roccia, il Crucc. Dopo una breve discesa si torna a salire ma in modo assai graduale e piacevole percorrendo un gradevolissimo tratto tra castagni. Il sentiero a volte non è proprio evidente, ma è sufficiente prestare attenzione ai segni bianco/rossi che portano tra faggi e querce dalle forme caratteristiche e bizzarre. Una, ad esempio, parte doppia dalle radici per poi unificarsi giunta a qualche metro di distanza da terra.
Il tragitto si fa sempre più suggestivo tra alberi contorti, rocce coperte di muschio ed il silenzio del bosco. Quando questo si apre ecco una serie di tavolini da picnic dove fermarsi per una seconda colazione o solo gustandosi il silenzio del bosco.

Le Grotte di Ara

Proseguendo, si imbocca verso destra l’acciottolata in forte discesa che porta ad un ponte nei pressi di un edificio. Si deve ora entrare a destra attraverso la recinzione (sempre aperta), per accedere al sito del Giardino delle Grotte di Ara che si raggiungono con una breve scalinata in forte discesa.
È difficile descrivere questo luogo: un arco sospeso alto otto metri, ciò che resta di un’antica grotta, anticipa una pozza d’acqua alimentata da una cascata nascosta tra le rocce. Andando in esplorazione si scopriranno passaggi tra le rocce, attraversamenti a guado e pietre scolpite dal tempo. Tutto questo rende il sito un luogo magico e incantato. E se si pensa che in questa, come in altre delle 76 cavità che si trovano in zona, sono stati trovati reperti preistorici come una mandibola di rinoceronte, la magia si fonde con la storia e rende il luogo ancora più suggestivo.

Si ritorna, ora in salita, verso l’area picnic incontrata in precedenza. Appena prima di questa, in cima alla selciata, si prende a destra il sentiero (cartello cartelli “Sentiero Rio Magiaiga” e segni bianco/rossi). In discesa ripida,scandita da pannelli didattici, si raggiunge il corso del rio Magiaiga. Senza attraversarlo lo si segue in discesa continua e costante, tenendolo per parecchio tempo alla propria destra, su tratti a volte un po’ fangosi.
Si deve prestare, però, particolare attenzione ai segni bianco/rossi poiché ad un certo punto il rio va attraversato. Questo punto non è molto bene segnalato a valle, ma appena passata l’acqua si trovano un cartello azzurro, i segni bianchi/rossi ed un cartello di legno che, a ritroso, indica Ara.Si continua tenendo ora l’acqua alla propria sinistra, sempre in discesa ed immersi nella boscaglia. Quando il rio sprofonda nel terreno si passa di nuovo dalla parte opposta, nei pressi dei brutti resti delle cave Colombino, ferme dagli anni Sessanta. Si prende ora a destra e si continua a scendere su sterrata, fino ad una sbarra che chiude la via la traffico veicolare. Al bivio seguente si va a sinistra, ancora in discesa arrivando in prossimità di alcune case. Raggiunto l’asfalto si prosegue dritti, ancora in discesa, passando sotto al ponte ferroviario.

Si percorre ora un tratto di provinciale. Purtroppo una pista che farebbe evitare questa via ci sarebbe, seguendo le vecchie rotaie della
decauville (piccola ferrovia a scartamento ridotto) che serviva le cave di calcare e che corrono parallele alla provinciale, ma esse si perdono nei rovi. Si deve prendere a sinistra lungo la provinciale e si consiglia di stare a destra, anche se le auto arrivano alle spalle. Questo perché vi è più spazio tra l’asfalto ed il guardrail e perché dopo 300 metri si trova una curva netta verso sinistra. Affrontarla tenendosi a sinistra risulta pericoloso poiché le auto tendono a chiuderla passando troppo rasenti al bordo strada.
Superata la curva, la provinciale prosegue dritta e non vi è più pericolo. In ulteriori 400 metri si superano i binari arrivando ad un marciapiede che porta fino al semaforo di viale Stazione e alla fine dell’itinerario.

Il Malconcio

Un nome strano per un vino unico così chiamato perché assemblato con vitigni locali di diverso genere. Si pensi che nel XVII secolo nella zona di Grignasco oltre 1600 persone erano impegnate nell’attività vinicola!

Informazioni utili

Escursione priva di difficoltà ma che necessita di un po’ di attenzione per non perdere di vista la segnaletica colorata. Da prerstare molta attenzione nell’ultimo tratto su strada provinciale.
Se si è in gruppo e si hanno due vetture, l’ideale è lasciarne una a Grignasco, e una parcheggiarla nei pressi del ponte ferroviario, così da evitare questo tratto di provinciale.
Da Ghemme direzione Valsesia fino all’abitato di Grignasco. Parcheggi in viale Stazione.

ATL della Provincia di Novara, www.turismonovara.it
Ente di gestione delle Aree Protette della Valle Sesia, www.areeprotettevallesesia.it
Comune di Grignasco, www.comune.grignasco.no.it

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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