C’è un angolo di Piemonte dove la natura sembra sospesa tra silenzio, acqua e memoria. È il Lago Sirio, cuore pulsante della Riserva dei Laghi di Ivrea, un piccolo gioiello incastonato tra colline moreniche e boschi che profumano di umidità e sottobosco. Uno specchio d’acqua profondo e calmo, avvolto da una cornice di verde che non cerca di stupire, ma ci riesce lo stesso.
Il sentiero che lo abbraccia in un giro ad anello breve ma ricco di suggestioni è accessibile a tutti, segnato da una narrazione naturale fatta di foglie, scorci improvvisi e qualche passaggio tra radici e rocce levigate. Poco più di 4 chilometri, senza vere salite, dove ogni passo aggiunge un frammento a un mosaico di paesaggi che mescola l’acqua alla storia.
Il lago appare tra gli alberi come un’epifania silenziosa. L’acqua, scura e immobile, riflette tutto ciò che la circonda: tronchi, rami, il cielo. Sulle rive si alternano piccole spiagge, pontili in legno, qualche canoa, barche ferme come fotografie. Nella zona sud si trovano strutture balneari, bar e ristoranti, ma tutto si muove con discrezione. Anche quando c’è gente, il luogo sembra proteggere la propria intimità.
Camminando lungo il tracciato, il paesaggio cambia con lentezza. Il bosco si apre a tratti, lasciando intravedere vecchie mura, massi erratici, panchine strategicamente posizionate per fermarsi a osservare. Nessun rumore invadente, solo il canto degli uccelli, qualche schiocco d’acqua in lontananza.
Uno dei momenti più curiosi e sorprendenti del percorso si trova poco lontano: le Terre Ballerine. Una deviazione conduce a questa ex torbiera, ora un prato apparentemente comune. Ma basta calpestarla per scoprire che il terreno vibra, si muove sotto i piedi come una membrana viva. È un fenomeno naturale raro, divertente, quasi magico. Un luogo dove il paesaggio si fa gioco, e dove anche chi ha smesso di stupirsi, per un attimo, torna bambino.
Un altro sentiero laterale permette di raggiungere ciò che resta dell’acquedotto romano. Antiche strutture affiorano dal bosco, segnando il passaggio di secoli e civiltà. La pietra è ormai parte del paesaggio, ma conserva un’eco di storia. Non serve molto per immaginare l’acqua che scorreva tra quei blocchi, portando vita alle pianure.
Il percorso si chiude dove è iniziato, ma con uno sguardo diverso. Chi cammina attorno al Lago Sirio non cerca l’impresa, ma l’equilibrio. Qui la bellezza non urla: sussurra. È fatta di luci filtrate tra le fronde, di riflessi d’acqua, di radure inaspettate e di silenzi pieni. Nessuna meta da raggiungere, solo il piacere di esserci.
Questo piccolo anello nel cuore del Canavese è più di una passeggiata. È un invito a rallentare, ad ascoltare, a ricordarsi che esistono luoghi dove la natura non ha bisogno di essere spiegata, solo vissuta.
Emanuele Ferretti, per gli amici Manè, è da sempre un grande appassionato di viaggi e avventura. La passione per la fotografia e per la natura lo ha portato a scoprire il mondo con i mezzi più disparati: dalla canoa, alla moto, al paramotore, al trekking.
Immersi nella strepitosa natura del Parco Gola della Rossa, nelle Marche, ci sono le ...
Un paesino il cui centro medievale lascia ancora intravedere una ricchezza, una ...
In provincia di Reggio Emilia, alle pendici del Monte Ventasso, c'è uno dei laghi ...
La partenza per questa escursione è in prossimità del Passo Rolle, e la vista che ...
©
2025 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur