Nascosto tra gli Appennini si trova un piccolissimo Canyon delle Marche: avventurati in queste gole fantastiche

Maria Bolettieri  | 03 Apr 2025
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Ai piedi dei Monti Sibillini, vi è un avvincente trekking tra i canyon delle Marche che ti farà scoprire un luogo alquanto suggestivo: si tratta delle Gole dell’Infernaccio!
Le forre sono incastonate tra alte pareti rocciose scavate dal fiume e ricoperte da una fitta vegetazione, che crea un paesaggio spettacolare.
Qui, in un mix perfetto, il fascino della leggenda si mescola con la bellezza della natura. Tra storie di fate e pastori e il fragore dell’acqua che scorre ti immergerai in un’atmosfera unica e incantata. Con un nome così sinistro, l’escursione nelle Gole dell’Infernaccio sarà di certo avventurosa. Scopriamole insieme!

Trekking alle Gole dell’Infernaccio

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza: 2 ore e 57’ circa (soste escluse)
  • Lunghezza: 5,34 km
  • Dislivello: 240 mt
  • Difficoltà: intermedio
  • Periodo consigliato: da aprile a novembre
  • Punto di partenza e arrivo: Parcheggio Valleria – Montefortino (FM)

Mappa

Percorso

Dove si trovano le Gole dell’Infernaccio? Siamo in provincia di Fermo, nel territorio di Montefortino, nella splendida cornice del Parco dei Monti Sibillini. È qui che si snodano le meravigliose forre naturali scavate dal fiume Tenna nel corso del tempo. Giungere qui è facile, dista a meno di un’ora di auto da Ascoli Piceno e a circa 2 ore da Terni o Perugia. Una volta superato Rubbiano lascia la macchina al Parcheggio Valleria e tuffati in un meraviglioso trekking di circa 3 ore.

Il tragitto si articola su parte del percorso E9 e segue il Tenna fra le storie e le leggende della Sibilla. La vista sulle cime circostanti è davvero spettacolare. Dopo un percorso tra strade asfaltate e sterrate, a un certo punto si attraversa la Stretta le Pisciarelle. Il toponimo è dato dai piccoli rigagnoli d’acqua che si originano dal Monte Zampa. Tra ponti e alte pareti rocciose ci si addentra in un paesaggio impervio per ammirare la forza del fiume che nei millenni ha scavato con tenacia questi luoghi.

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Laghetto dell’Infernaccio

A un certo punto si incontra un bivio, se si sceglie di proseguire a sinistra il percorso giunge dapprima al Laghetto dell’Infernaccio, noto anche come Laghetto della Sibilla. Continuando si arriva a Capotenna nei pressi della sorgente del fiume. Tu invece andrai a destra per giungere al bellissimo Eremo di San Leonardo. Edificato nel Medioevo dai benedettini, fu restaurato nel 1965 e rappresenta uno degli eremi più belli della regione. Al momento è possibile ammirarlo solo dall’esterno, ma ne varrà di certo la pena.

Il percorso è fattibile da aprile a novembre per via del rischio di valanghe. Dopo il sisma del 2016 molti tragitti hanno subito modifiche e chiusure. Verifica sul sito del parco le mappe che indicano limitazioni alla circolazione sui sentieri dei Monti Sibillini.

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Eremo di San Leonardo

Gole dell’Infernaccio: i canyon delle Marche tra fate e leggende dei Monti Sibillini

Conosciute in antichità come Golubro, queste “vie naturali dell’Appennino” costituivano in passato un’importante collegamento tra la valle del Nera e quella del Tenna. Il fiume nasce tra il Monte Priora e il Monte della Sibilla e, dopo aver attraversato la zona centro meridionale delle Marche, sfocia nell’Adriatico.

Questi territori sono circondati da numerose leggende, in primis quella legata alla maga Sibilla e alla sua grotta che attirava i curiosi con il suo oracolo. Anche le Gole dell’Infernaccio non sono da meno in quanto a storie mitologiche.

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Panorama sui Monti Sibillini

Già dal nome questo luogo dalle atmosfere fiabesche racchiude in sé un pizzico di mistero e magia. È l’acqua che scorre, creando dei suoni tetri e spettrali che insieme al buio e alle zone d’ombra ha generato varie leggende intorno alle orride gole. Si narra infatti che la via che portava all’ingresso delle forre era un tempo il punto di ritrovo delle fate della Sibilla.

Queste nelle notti di luna piena scendevano a valle per ballare con i pastori locali, e dai valli, ovvero balli in dialetto, che questa strada prese il nome di Valleria.
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Maria Bolettieri
Maria Bolettieri

Lucana di nascita e nomade per vocazione, ama viaggiare a 360°. Da sempre affascinata dalla scrittura e dal mondo del turismo, ha realizzato itinerari e audioguide per diversi Tour Operator, agenzie di viaggio e musei. Come web editor racconta le sue passioni (Travel, Food e DIY) collaborando con blog a tema. Dal trekking urbano alle passeggiate nella natura, è sempre un buon momento per godere della bellezza che ci circonda e trasmetterla con le parole.



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