Una piccola chiesa come simbolo e tanta bellezza da scoprire, questo passo è perfetto per una ciaspolata

Alessandro Cipolla  | 28 Dic 2025

Il Passo Manina con ogni probabilità ha attirato le attenzioni di tutti gli appassionati di montagna che hanno battuto questa zona delle Prealpi Lombarde. Per prima cosa non ci sono strade asfaltate che portano a questo passo, ma un reticolo di sentieri che passano di qui. Poi c’è il suo tratto distintivo: una piccola chiesa dedicata alla Madonna Pellegrina che si trova in una radura adiacente al passo. Si tratta di una cappelletta votiva ultimata nel 1949 che sembra quasi guardare e dominare le valli circostanti, oltre a essere facilmente identificabile dalle cime che si ergono nella zona. Allora per prima cosa cerchiamo di capire bene dove si trova il Passo Manina.
Siamo in Lombardia e per la precisione al confine naturale tra la Val Seriana e la Val Brembana, in provincia di Bergamo. Il passo collega i comuni di Valgoglio e Ardesio con Mezzoldo, fino ad arrivare a 1.664 metri di altitudine. Questa è una zona da sempre caratterizzata dall’allevamento grazie alle praterie e agli alpeggi presenti. La natura qui però è contraddistinta anche da affascinanti boschi di conifere, creste panoramiche e valloni dall’aspetto “selvaggio”. In estate il Passo della Manina è il luogo ideale per il trekking, visto che è una sorta di crocevia di numerosi sentieri. Giusto per fare qualche esempio, dal passo partono itinerari verso cime come il Monte Avaro e il Monte Arera, oltre a essere una tappa del sentiero delle Orobie.  Il percorso che oggi vi proponiamo invece è ideale per una ciaspolata in inverno, l’importante però è essere muniti delle migliori attrezzature da sport invernali.

Trekking al Passo Manina

Scheda tecnica

  • Tempo di percorrenza: 6:04 ore
  • Distanza: 9,74 km
  • Dislivello: 670 metri
  • Difficoltà: difficile
  • Punto di partenza e arrivo: Manina

Mappa

Il percorso

La partenza di questa ciaspolata verso il Passo della Manina è da Nona, una frazione di Valgoglio. Ci si arriva facilmente in auto e lungo la strada sono presenti diversi spazi per parcheggiare. Lasciata l’auto e messe le ciaspole, si parte da un’altitudine di circa 1.300 metri e fin dai primi passi ci si accorge che il percorso si snoda all’interno di un contesto montano autentico e poco affollato, ideale per chi ama passare una giornata in totale connessione con la natura resa ovattata dalla neve. Il cammino si snoda lungo un sentiero agro-pastorale visto che, come detto in precedenza, non esistono strade asfaltate che portano al passo.

Fin da subito la strada sale dolcemente verso il passo: l’ascesa è continua, ma non proibitiva visto che le pendenze restano sempre sotto la soglia del 20%. I primi chilometri sono all’interno del bosco per una camminata resa ancora più suggestiva dalla presenza della neve, per un’atmosfera quasi fiabesca. Dopo aver percorso poco più di 2,5 chilometri, si arriva al Rifugio Cà Rosse a 1.450 metri di altitudine. In inverno spesso è aperto nei fine settimana – sempre bene controllare prima – ed è ideale per una sosta.

Più si sale e più il bosco si dirada, lasciando spazio a radure e soprattutto ai primi incantevoli scorci sulla Val Seriana oltre che sulle varie cime circostanti. Lungo la strada si incontrano baite e alpeggi e, se la giornata è bella, si possono ammirare anche il Monte Arera e il Monte Avaro. Dopo quattro chilometri dal punto di partenza ecco che si arriva nel luogo più iconico di questa ciaspolata: la chiesetta dedicata alla Madonna Pellegrina. Nel 1949 furono i fedeli della zona a portare la statua della Vergine nella cappelletta. Anche qui una pausa è d’obbligo, anche per ammirare lo splendido panorama.

Quando si arriva alla cappelletta votiva significa che siamo vicini al Passo Manina: occorre fare solo qualche altro centinaio di metri per arrivare al punto più alto di questo percorso a quota 1.827 metri. Contemplare da qui nel silenzio più assoluto la veduta sulle Prealpi Bergamasche non ha prezzo. A questo punto la strada è ancora lunga, ma tutta in discesa. Occorrono altre due ore per tornare al punto di partenza e completare così questo percorso ad anello.

Alessandro Cipolla
Alessandro Cipolla

Giornalista pubblicista laureato al D.A.M.S., ama da sempre la montagna e la natura, ma non chiedetegli di prendere una funivia...

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