Parco Nazionale dello Stelvio, trekking sulle Alpi Lombarde

Redazione  | 10 Giu 2024

Un po’ Trentino Alto Adige, un po’ Lombardia, separate dal passo che gli dà il nome, a 2757 metri di altezza: ecco le caratteristiche del Parco Nazionale dello Stelvio.

È il più esteso di tutto l’arco alpino, dove ci si arrampica mantenendosi sempre ad altitudini sopra i 2mila metri e dove è frequente la fortuna di incontrare aquile reali (simbolo dell’area protetta) e gipeti che svolazzano sulla sua cima (ma anche gufo reale, il francolino d monte, la civetta nana), mentre il silenzio di guglie e vette può essere interrotto dal bramito dei cervi, abitatori di queste montagne con stambecchi, caprioli, camosci, faine, marmotte, ermellini.

Boschi di latifoglie e soprattutto conifere, abete rosso, larice, pino mugo, prati e pascoli d’alta quota dove vivono oltre 1200 specie di piante alcune delle quali rare, come la soldanella pusilla e la scarpetta di Venere.

Il Parco Nazionale dello Stelvio è il regno (anche se un po’ in ribasso per via del clima che lo sta facendo scomparire) del Ghiacciaio dei Forni che incornicia la omonima valle a pochi km dal centro di Santa Caterina di Valfurva con lo straordinario profilo delle tredici cime, come il Palon de la Mare e il San Matteo: è comunque il più grande ghiacciaio vallivo italiano ed è formato da diversi rami confluenti.

Si chiama così perché un tempo c’erano nelle sue vicinanze un sacco di forni per la fusione e la lavorazione del ferro (oggi del tutto scomparsi).

Nel territorio tra le tante meraviglie c’è anche il Giardino Botanico Rezia, 14mila mq in cui scoprire l’incredibile bio-diversità alpina con centinaia di specie floristiche: è aperto da giugno a settembre, si trova a un’altezza di circa 1400 metri in località Rovinaccia di Bormio.

Concentriamoci dunque sulla parte lombarda del Parco: in questa regione le sue porte di ingresso ufficiali si trovano a: * Bormio, 60 km da Sondrio, vi si accede dalla Valtellina e attraverso la strada statele 38; * Ponte di Legno, a circa 120 km da Brescia, attraverso le strade statali 42 e 510.

1 Parco Nazionale dello Stelvio mappa

1.1 Informazioni utili

Lunghezza9 chilometri
Durata6 ore
Principali punti attraversatiRifugio dei Forni, Rifugio Pizzini, Rifugio Branca, Capanna Dosdè
Livello di difficoltàMedio
Dislivello309 metri
Tipologia di itinerarioTrekking di alta quota
Partenza e arrivoRifugio dei Forni

2 L’Anello Glaciologico del Parco Nazionale dello Stelvio


L’Anello Glaciologico, uno dei percorsi più interessanti dello Stelvio

Tra i percorsi del Parco Nazionale dello Stelvio c’è l’anello glaciologico che si snoda lungo la Valle dei Forni, in Valfurva, partendo dal Rifugio dei Forni a circa 2176 metri di altezza. L’anello è stato creato nel 1995 per omaggiare i 100 anni di fondazione del Comitato Glaciologico Italiano. Ci si accede da Bormio proseguendo per Santa Caterina di Valfurva, quindi appunto per la Valle dei Forni in gran parte attraversata dal torrente Frodolfo. Il rifugio è stato realizzato nei primi anni del 1900, è aperto da marzo a settembre, ci si arriva in auto quando la strada è liberata dalla neve.

Arrivati al Rifugio dei Forni si va verso il Rifugio Pizzini, 2706 metri, salendo in quota sul materiale morenico. Tra l’altro si incontrano alcune testimonianze della Prima guerra mondiale, come “LaCasermetta”.

Si continua a salire sempre guardando le colate detritiche che ricoprono il Ghiacciaio dei Forni e che si mostra in tutta la sua scarna bellezza, sempre meno prorompente. Si sale ancora leggermente  sul versante morenico per poi scendere verso il Rifugio Pizzini. Siamo a 2706 metri, su un anfiteatro naturale in cui dominano i 3670 metri e passa del Gran Zebrù.

Si va avanti scendendo lungo il sentiero che porta sul lato opposto della valle. Si prosegue per raggiungere  e attraversare un ponticello sul torrente Cedéc, dopo aver superato un piccolo ruscello. Si prosegue superando zone di detriti anche di grosse dimensioni per giungere alla Forra del Cedéc.

Attenzione al sentiero da qui in avanti che è più difficile per la presenza di pietraie: la meta è la cima alla morena, luogo di grande suggestione. Quindi si inizia a scendere, in direzione del Rifugio Branca, 2493 metri. Da qui si prosegue scendendo per circa 300 metri verso il Rifugio dei Forni, da dove era iniziato il tragitto lungo il quale sono segnalati 10 punti di sosta in cui capire meglio la “vita” del Ghiacciaio dei Forni.
Interessante infine anche la visita a Capanna Dosdè (2824 m s.l.m.): il progetto di restauro, nato grazie alla nostra collaborazione tra Amaro Braulio ed il CAI sez. Bormio, mira a far rivivere uno dei bivacchi più iconici dello Stelvio, offrendo un’esperienza unica. Un luogo speciale, che riconnette gli amanti della montagna e gli escursionisti con la natura, godendo di uno stile di vita consapevole ispirato dalle Alpi, luogo d’origine dell’iconico amaro dello Stelvio.

3 Cosa vedere nei dintorni


Dopo aver vissuto l’esperienza ad alta quota del Passo dello Stelvio, si può ridiscendere verso Bormio, la località che funge da “porta ideale” della Valtellina, per una pausa di relax e di scoperta delle eccellenze territoriali. Oltre alle antiche terme, un vero patrimonio di cultura e di benessere, c’è anche un altro luogo che – da solito – vale la pena del viaggio. È Casa Braulio, il luogo che la storica azienda fondata nel 1875 ha deciso di aprire al pubblico per offrire ai visitatori l’opportunità di conoscere un’eccellenza valtellinese prodotta all’interno delle sue storiche cantine sotto via Roma.

Un amaro che, da quasi 150 anni, viene preparato seguendo una ricetta segreta con botaniche di montagna e che richiede un lungo periodo di riposo in botte, con prodotti naturali locali, e che vede proprio nel saper attendere tipico di chi vive in montagna uno dei fattori che contribuiscono alla sua straordinaria qualità. La visita a Casa Braulio (facilmente prenotabile tramite il sito amarobraulio.com) non serve solo a conoscere e degustare, ma è un calarsi in tempi, tradizioni e ambienti che dal passato sono arrivati fino al giorno d’oggi, e si proiettano verso il futuro mantenendo saldo il legame con le radici. Un luogo dove brindare, idealmente, a Bormio e alla Valtellina.

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