
Il Lago del Barbellino non è solo lo spettacolare punto di arrivo dell’escursione che oggi vogliamo proporvi, ma un luogo che ha segnato la storia di un intero territorio. Si può affermare così senza timore di essere smentiti che la zona del Barbellino sia la dimostrazione come natura, paesaggio ed esigenze idroelettriche, possano convivere tranquillamente, risultando anzi quasi complementari. Inoltre la presenza nelle vicinanze delle sponde del lago di una spada conficcata nella roccia – che rimanda al capolavoro di White -, aggiunge quel tocco fantasy che è una manna per chi, nell’epoca dei social, è alla ricerca anche dello scatto perfetto da postare.
Siamo in Alta Val Seriana, nella parte più a nord della provincia di Bergamo e non lontano dal confine con la Svizzera. Una zona questa caratterizzata da laghi e che è circondata dalle magnifiche Alpi Orobie. Questo percorso è impegnativo – 1.300 metri di dislivello e oltre 23 chilometri da dover percorrere – e arriva al Lago del Bardellino, da non confondere con il bacino artificiale che si incontra poco prima e che detiene un importante ruolo idroelettrico da quasi cent’anni. Un’autentica immersione nel paesaggio orobico imperdibile per ogni amante del trekking.

La partenza di questo percorso è dai pressi del parcheggio degli impianti sportivi di Valbondione, un piccolo e affascinante centro della Val Seriana. Siamo a quota mille metri di altitudine e occorre imboccare il sentiero 305 che inizia subito a salire. Ci si addentra così in un bosco di abeti e larici con pendenze che possono arrivare anche al 20%. Il sentiero comunque è ben tenuto, ma occorre comunque avere un equipaggiamento adeguato e buone scarpe da trekking. Dopo quattro chilometri di salita costante si arriva alle Cascate del Serio, tra le più alte d’Europa con il loro salto di circa 300 metri,
Il sentiero ora è uscito dal bosco e l’ascesa continua sotto lo sguardo severo e imponente del Monte Verme. Quando la strada inizia leggermente a farsi più pianeggiante ecco che si arriva al Rifugio Antonio Curò (quota 1.915 metri) che affaccia sul bacino del Barbellino. Si tratta di un lago artificiale con tanto di imponente diga costruita dall’Enel nel 1931. Qui una pausa è d’obbligo vista la lunga salita, inoltre in una roccia che affaccia sullo specchio d’acqua si trova l’iconica spada conficcata che merita senza dubbio uno scatto fotografico. A questo punto mancano gli ultimi due chilometri che portano al vero Lago di Barbellino, naturale e più piccolo rispetto a quello artificiale dove c’è l’omonimo rifugio. A questo punto poi non resta che tornare indietro e fare il percorso a ritroso per tornare al punto di partenza.

Il Lago del Barbellino è una sorta di ciliegina sulla torta di una zona affascinante come quella delle Alpi Orobie che, proprio in questa parte, mostrano il loro volto più selvaggio: creste frastagliate, valloni modellati dai ghiacciai, cime che sfiorano i tremila metri e un reticolo di sentieri che da secoli collegano alpeggi, baite e valichi. L’itinerario che da Valbondione porta fino al lago così è uno dei più affascinanti – e storici – del trekking nella zona della bergamasca.
Una parte di montagna questa segnata anche dalle grandi dighe dell’ingegneria idroelettrica del primo Novecento, che richiesero all’epoca la realizzazione anche di veri e propri villaggi per ospitare le centinaia di operai e i dirigenti. Infine occorre spiegare la storia della spada nella roccia che si trova nei pressi del Rifugio Curò: si tratta di un’installazione avvenuta nel 2016 in occasione dei “Sentieri creativi”, iniziativa promossa dal CAI e ispirata alla leggenda delle cascate del Serio.

Giornalista pubblicista laureato al D.A.M.S., ama da sempre la montagna e la natura, ma non chiedetegli di prendere una funivia...
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