Val d’Aveto: terra di natura e di briganti

Redazione  | 29 Ago 2018
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È attraverso la storia romana e ligure che passa la Val d’Aveto, meraviglia naturale sita tra Genova e Piacenza.

Definita “la valle più bella del mondo” dal Premio Nobel Ernest Hemingway che la attraversò durante la Seconda guerra mondiale, la Val d’Aveto si trova in una particolare condizione climatica e geografica, tant’è che la Liguria è tra le regioni italiane con il maggior numero di specie vegetali.

1 Il clima della Val d’Aveto

Val d'Aveto clima
La Val d’Aveto, con la sua eterogeneità topografica, presenta un clima estremamente variabile

Posizionata tra l’Appennino ligure  e le Alpi, tra la regione medioeuropea e quella mediterranea, la Val d’Aveto prende il nome dal corso d’acqua che la attraversa, principale affluente di destra della Trebbia del quale è considerato il gemello per le caratteristiche morfologiche.

Il clima è simile a quello alpino, quindi va tenuto presente che può nevicare anche a settembre e piovere sino a giugno inoltrato.

Faggi, pascoli d’alta montagna e svariati torrenti caratterizzano il paesaggio della Val d’Aveto che è una meta turistica molto frequentata sia d’estate per la frescura di cui si può godere, sia d’inverno per lo sci di fondo, alpinistico e escursionistico.

La Val d’Aveto spazia dai 300 metri fino ai 1804 del monte Maggiorasca, caratteristica che rende unica la zona sotto il profilo climatico. A ciò si unisce la vicinanza al mare poiché nella zona a sud alcuni monti danno direttamente sulle valli che conducono alla costa.

Sono davvero numerose le attrattive presenti all’interno della Valle che possono accontentare tanto gli sportivi quanto gli amanti del relax.

Si pensi, infatti, che nella Val d’Aveto già negli anni ’30 giungevano numerosi sciatori per praticare sport invernali e godere del clima salutare.

2 Il parco dell’Aveto

Val d'Aveto, parco
Il parco della Val d’Aveto ha una ricchissima biodiversità floro-faunistica

Il parco naturale regionale dell’Aveto nasce nel 1995 e comprende i comuni di Santo Stefano d’Aveto, Rezzoaglio, Borzonasca, Mezzanego e Ne, coprendo una superficie di più di 3000 ettari.

Oltre ai resti antropici risalenti a circa 700 anni fa ed alla ricchezza floristica e faunistica, all’interno del parco vi sono i laghetti glaciali, il castello di Santo Stefano, l’Abbazia di Borzone e alcune miniere.

La Val d’Aveto è una delle tre valli comprese all’interno del parco insieme alla Valle Sturia ed alla Val Graveglia: ognuna di esse prende il nome dal corso d’acqua che la attraversa.

La Val d’Aveto è circondata dall’Appennino e, in particolare, da alcuni picchi quali Maggiorasca, Penna, Groppo Rosso e Aiona.

Grande entusiasmo nei visitatori destano le gole della Val d’Aveto che si trovano a Corte Brugnatella, in provincia di Piacenza, dove vi è anche la presenza di alcune spiagge di sabbia molto suggestive.

In località Boschi, il fiume Aveto si impoverisce in termini di portata d’acqua  fino a Ruffinati: parliamo di un percorso molto affascinante per le pareti ripide e il passaggio stretto, uno dei più stretti di tutto l’Appennino della Liguria, che viene definito delle “Gole del Diavolo Morto”.

Merita di certo una visita la Riserva naturale che comprende le Agoraie, un gruppo di laghetti di natura glaciale e il Moggetto, un lago stagionale di rilevanza ittica. Sul fondo del Lago degli Abeti sono stati ritrovati fossili di questi alberi.

3 Curiosità

In ottobre ha luogo la Festa della transumanza a Santo Stefano nella Val d’Aveto a ricordare il percorso delle mandrie dai pascoli estivi del Monte Bue a valle attraverso i borghi. In questa occasione ha luogo il pranzo del contadino a base di polenta, funghi e formaggi tipici del luogo.

La Valle è legata a svariate leggende sul brigantaggio: alcune di queste narrano di una locanda dove un oste avvelenava i suoi clienti più ricchi nella radura di Cabruscià detta tale perché poi venne scoperto e bruciato vivo (“Cabruscià” deriverebbe dal genovese “Casa bruciata”).

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