
La Faggeta del Monte Cimino è un luogo capace di sfatare diversi falsi miti. Il primo è che da Roma per passare una giornata immersi nella natura occorra andare verso i Monti Simbruini oppure il reatino, il secondo è che l’autunno sia un periodo poco ideale per fare delle escursioni. Nel cuore della Tuscia infatti, a un tiro di schioppo da Viterbo – una città bellissima da visitare, ricca di storia e cultura – e dal Lago di Vico, c’è la Faggeta del Monte Cimino che in autunno sprigiona tutta la sua bellezza: il foliage qui è magnifico, con il bosco che assume mille sfumature di colore diventando un luogo magico. Non è un caso che la faggeta sia stata riconosciuta come sito UNESCO Patrimonio Mondiale Naturale dell’Umanità.
Per chi arriva da fuori arrivarci è abbastanza semplice: dall’A1 si esce a Orte e poi si prosegue verso Viterbo, seguendo poi le indicazioni per la faggeta. Il monte poi sovrasta Soriano del Cimino, altra perla della Tuscia che in autunno ospita una delle feste d’autunno più rinomate d’Italia, coniugando le eccellenze enogastronomiche locali al folklore delle rievocazioni storiche. L’itinerario che vi proponiamo così è un percorso – adatto a tutti, chi vi scrive l’ha fatto con un bambino di sei anni, ma occorre comunque equipaggiamento da trekking – che entra nel cuore della Faggeta del Monte Cimino, capace di regalare un indescrivibile senso di tranquillità a poco più di un’ora di auto dal trambusto della Capitale.

La partenza – e l’arrivo – di questo trekking nella parte alta del Lazio è da un parcheggio nella zona di Bagnaia che si trova lungo la strada provinciale Canepinese. Una volta lasciata l’auto nella zona indicata occorre prendere il sentiero CAI 103 che entra nel bosco di faggi. Si tratta di un tracciato ben segnalato che in lieve salita inizia subito a mostrare tutta la bellezza – e i colori – della Faggeta del Monte Cimino, caratterizzata da alberi alti anche 40 metri. Un autentico spettacolo della natura: il terreno è morbido e coperto di foglie gialle, rosse, marroni e arancioni, con la presenza di diversi massi erratici di origine vulcanica lungo il percorso che danno quel tocco fiabesco al bosco.
In questo scenario meraviglioso dopo circa 2,5 chilometri di cammino l’ascesa si fa più dura, con uno strappo più impegnativo anche se non si tratta di nulla di impegnativo. La strada che si impenna però è sinonimo che siamo vicini alla vetta del Monte Cimino che, con i suoi 1.053 metri di altitudine, è la più alta della zona. A indicare la sommità c’è una torre di pietra, la cosiddetta Tower del Monte Cimmino, con il ritorno al punto di partenza che avviene per mezzo di una discesa che cala sul versante opposto: se la strada è diversa, l’ambiente è sempre quello incantato della faggeta con il sentiero che resta ugualmente comodo e ben segnalato.

Se anche l’UNESCO ha deciso di porre la Faggeta del Monte Cimino sotto la sua ala protettiva un motivo ci sarà. In autunno poi questa zona è incantevole, ma il nostro consiglio è quello di non limitarvi alla semplice esclusione e di vivere a pieno questo splendido territorio. Anche per rigenerarsi dopo le fatiche della camminata, la cosa migliore è quella di sedersi a tavola in uno dei ristoranti che si trovano nelle vicinanze perché qui, come in tutta la Tuscia, si mangia benissimo, specie nel periodo autunnale tra castagne, tartufi e funghi, tutte eccellenze del luogo.
Poi ci sono città e borghi da visitare. Viterbo è una delle città più sottovalutate d’Italia: imperdibile è il quartiere medioevale o il Palazzo dei Papi, ma non bisogna dimenticare le Terme e i tanti musei cittadini. Oltre alla già citata Soriano del Cimino, poco distante ci sono anche il Sacro Bosco del Parco dei Mostri di Bomarzo e l’iconica Civita di Bagnoregio. Insomma, non solo camminate tra il fogliame autunnale, in pochi chilometri qui è racchiusa tutta la magia dello Stivale: bellezze naturali, paesaggistiche, storiche e monumentali, il tutto in un’atmosfera di grande relax accompagnata da ottimo cibo e vino novello. Difficile chiedere di più.

Giornalista pubblicista laureato al D.A.M.S., ama da sempre la montagna e la natura, ma non chiedetegli di prendere una funivia...
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