
Il Monte Soratte mai immagineresti che si possa trovare a circa un’ora di auto dal caos di Roma. Invece nei dintorni della Capitale ci sono tutta una serie di bellezze paesaggistiche e naturali che, da sempre, hanno contraddistinto il territorio circostante della Città Eterna contribuendo alla sua grandezza passata. Nel dettaglio qui siamo poco più a Nord rispetto Roma, nella zona della Valle del Tevere. In questo scenario, come se fosse stato appoggiato sopra la vallata ecco che di colpo compare il monte che si innalza come se fossa la piega di una pagina. La sua posizione e la sua forma l’hanno reso in antichità un luogo di venerazione per le popolazioni locali legato al culto del dio Soranus e ai misteriosi Hirpi Sorani, dei sacerdoti che camminavano sui carboni ardenti durante i loro riti.
Il Monte Soratte con il tempo è diventato celebre anche per altre peculiarità, sempre legate alla storia. Ci sono le legende legate all’Eremo di San Silvestro che si trova proprio sulla cima del monte, poi la fitta rete di bunker scavata al suo interno durante il secolo scorso diventata poi dei rifugi antiatomici. Insomma, questo percorso che porta alla conquista della vetta del Monte Soratte non è solo uno dei trekking più affascinanti del Lazio, ma un autentica immersione all’interno di secoli di storia.

La partenza di questo percorso ad anello è da Sant’Oreste, paese che si trova a circa 400 metri di altitudine proprio ai piedi del monte e non molto distante da Rignano Flaminio e Civita Castellana. Lasciata l’auto nel parcheggio occorre prendere il Sentiero Vita che subito si addentra nella Riserva Naturale del Monte Soratte. L’inizio è sostanzialmente pianeggiante, poi occorre prendere il sentiero della Casaccia dei Ladri con la strada che poi inizia a salire: si tratta di uno strappo deciso di circa un chilometro e mezzo con pendenze anche superiori al 20%, un tratto panoramico e impegnativo dove occorre un passo sicuro.
A quota 690 metri ecco che si arriva alla vetta del Monte Soratte dove c’è l’iconico l’Eremo di San Silvestro. Dopo la salita qui una pausa è d’obbligo anche per poter ammirare la meravigliosa vista a 360° sulla Valle del Tevere. Appagato lo sguardo e riposate le gambe, ecco la discesa si snoda lungo il Sentiero degli Eremi: prima quello di Sant’Antonio e poi quello di Santa Lucia, ma nel tragitto si incontrano anche tutta una serie di chiesette e cappelle. Nel pieno della discesa si incontra anche una comoda area picnic, mentre prima di far ritorno al punto di partenza ecco che si arriva alla zona dei bunker, da alcuni anni pienamente recuperati e ora visitabili su prenotazione.

Storia, misticismo e legenda si intrecciano in questo percorso che si snoda lungo il Monte Soratte. Molti infatti sono i racconti – quasi mitologici – che hanno come protagonisti questo luogo. Detto in precedenza dei riti compiuti dagli Hirpi Sorani in epoca romana, in seguito legenda vuole che Papa Silvestro si rifugiò proprio sul Soratte per sfuggire alle persecuzioni di Costantino prima della conversione dell’imperatore, con l’eremo che sarebbe stato poi edificato proprio dove c’era la grotta dove si nascose il Pontefice.
Poi facendo un balzo in avanti di oltre un millennio ecco i bunker, un’autentica gigantesca città sotterranea scavata nel ventre della montagna. Durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi utilizzarono i bunker come quartier generale, fomentando così storie di ipotetici tesori nascosti lasciati dai nazisti. In seguito durante la Guerra Fredda il complesso – in un riserbo più o meno assoluto – è stato riadattato come rifugio antiatomico, con le gallerie che oggi fortunatamente sono solo un affascinante museo.

Giornalista pubblicista laureato al D.A.M.S., ama da sempre la montagna e la natura, ma non chiedetegli di prendere una funivia...
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