Anche ai Castelli Romani si fa trekking, questo percorso offre una vista meravigliosa sui due laghi

Benedetto Sensini  | 06 Ago 2023
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I Castelli Romani, alle porte meridionali della capitale, sono un luogo conosciuto e apprezzato da tutti. Disteso sui Colli Albani, questo insieme di piccoli borghi, castelli medioevali e villette sparse tra ulivi e vigneti è veramente un luogo stupendo a due passi da Roma.

Sicuramente, chi è stato ai Castelli saprà per cosa sono famosi: il cibo buonissimo, il vino, la loro interessantissima storia e i due grandi laghi che dominano la zona. Sono i laghi di Albano e Nemi, due specchi d’acqua formatisi sui crateri dell’antichissimo Vulcano Laziale.

Insomma, un ambiente naturale speciale, cucina romana da farsi venire l’acquolina in bocca, una storia antica millenni e tutto a due passi da Roma, sembra finto, no? Invece è tutto vero e oggi andiamo a scoprire un percorso nella splendida Rocca di Papa che, intriso di storia, attraversa questo luogo stupendo. Stiamo parlando del Circuito delle Faete nel cuore del Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani.

1 Il Circuito delle Faete, l’anello nei boschi dei Castelli

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Questo sentiero stupendo parte da Rocca di Papa, uno dei più importanti Castelli Romani e si snoda, salendo e scendendo, lungo una cresta dei tanti crateri dell’area dei Colli Albani. Il nome faete è preso dal grandissimo e fitto bosco di faggi che circonda la città di Rocca di Papa. Sul sentiero si trova anche il Maschio delle Faete, il suo punto più alto a 956 metri di quota, dal quale possiamo ammirare un panorama stupendo sui laghi di Albano e Nemi.

Per cimentarsi nel Circuito delle Faete si parte dal centro di Rocca di Papa: alla rotonda di Piazza Vittorio si trova un grande parcheggio dove si può lasciare la macchina e iniziare a camminare. Ci si mette in marcia seguendo la via di Monte Cavo Campagna e si inizia a salire sul Monte Cavo. Ad un certo punto la strada termina e lascia spazio al basolato della Via Sacra che si inerpica ancora di più verso i punti più alti della cresta vulcanica. Arrivati in prossimità dell’ex convento che risiede sulla cima del Monte Cavo ci dobbiamo assolutamente fermare a studiare il panorama che ci troviamo davanti: subito davanti a noi si distinguono chiaramente il Lago di Albano e quello di Nemi. Andando più lontano con lo sguardo si scorge il promontorio del Circeo, il mare e con un po’ di fortuna le isole Pontine.

Dopo aver apprezzato il panorama continuiamo a camminare. Dopo circa 500 metri troviamo un bivio dove la strada lascia il campo ad un sentiero che si dirige verso i Monti delle Faete. Qui svoltiamo in direzione dei Monti e iniziamo a camminare sulla cresta che ci porterà al Maschio delle Faete. Dopo esserci riposati riprendiamo il sentiero che scende a valle, immerso in fitti boschi di castagno, fino a tornare al punto di partenza.

In tutto il percorso ad anello si sviluppa per poco meno di 9km e si completa in circa 3 ore.

La Via Sacra, la strada delle festività latine

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Leggendo le indicazioni per il Circuito delle Faete, potreste essere rimasti incuriositi dall’incrocio con la Via Sacra, una strada di basolato nel cuore della montagna. Come mai un nome così importante per questa strada nel bosco? La Via Sacra è una via antichissima, costruita dai romani nel VII secolo a.C. La strada collegava la Via Appia al tempio di Giove Laziale, sulla sommità del Monte Cavo.

Al Tempio di Giove Laziale, ai tempi della Lega Latina, ogni anno le popolazioni locali si recavano in visita al tempio sulla vetta per festeggiare le Feriae Latinae, delle festività religiose dedicate a Iuppiter Latiaris. Proprio per questo motivo le fu dato l’appellativo di Sacra.

La strada è ancora oggi uno spettacolo da percorrere. Sul suo tracciato di pietre lastricate e dove si possono ancora notare i crepidines, piccoli marciapiedi in peperino. Molti oggi la percorrono per il suo interesse storico, ma anche per la sua bellezza. La strada porta ad un punto panoramico detto occhialone dal quale si gode di un panorama stratosferico di entrambi i laghi dei Castelli Romani.

Benedetto Sensini
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