Quando sono arrivato al Lago Laceno, in un mattino d’autunno, il cielo era limpido e l’aria tagliente. Il profumo del bosco era così intenso che sembrava di respirare terra e legna insieme. Il silenzio era profondo, interrotto solo dal rumore del vento tra i faggi e dal passo lento dei cavalli che pascolavano poco lontano.
In autunno questo lago è un piccolo incantesimo. L’acqua calma riflette i colori delle montagne dell’Alta Irpinia, che in questa stagione si accendono di rosso e di oro. Ogni tanto una foglia cade sulla superficie e rompe lo specchio per un istante, poi tutto torna immobile.
La cosa incredibile è che, d’estate, il lago scompare del tutto Dove ora c’è acqua, nei mesi caldi resta solo un ampio prato punteggiato da sorgenti e fiori di campo. Cammini nello stesso posto ma il paesaggio è irriconoscibile. È come se la natura volesse ricordarti che nulla resta uguale per sempre.
Partendo dal piccolo borgo di Laceno, appena inizi a camminare, senti sotto i piedi il terreno morbido coperto di aghi di pino. L’odore dell’umidità e del muschio si mescola al fumo dei camini, e intorno il paesaggio si apre in una distesa silenziosa.
Il sentiero è semplice, ma ogni passo regala una vista diversa. In autunno il lago brilla di riflessi dorati, mentre in estate il fondo argilloso si mostra come una grande pianura crepata dal sole. Ho incontrato mucche e cavalli al pascolo, e per un momento mi è sembrato di essere lontanissimo da tutto, come in un posto dimenticato dal tempo.
Verso la zona delle sorgenti il suono dell’acqua diventa più chiaro. Si sente scorrere sotto le pietre, invisibile ma viva. Davanti, il Monte Cervialto si alza imponente, con la sua cima che spesso sparisce tra le nuvole. È uno di quei luoghi che ti fanno respirare più piano, come se non volessi disturbare la pace che c’è.
Il Lago Laceno è un lago carsico, e il suo comportamento è un piccolo mistero naturale. Durante i mesi di pioggia, l’acqua si raccoglie nella conca e forma questo grande specchio che incanta chi arriva fin quassù. Poi, quando l’estate avanza e la terra si asciuga, l’acqua scompare lentamente, filtrando nel terreno. Nessuno la vede più, ma sotto la superficie continua a scorrere, nascosta.
La leggenda più conosciuta racconta che, molti secoli fa, in questa valle ci fosse un villaggio. Gli abitanti, dicono, erano arroganti e avidi, e vennero puniti da una pioggia senza fine che sommerse tutto. Da allora, il lago tornerebbe ogni anno per ricordare quella storia, un avvertimento silenzioso contro la superbia umana.
Mi piace pensare che ci sia del vero in questa leggenda. Forse perché qui, tra queste montagne, la natura è ancora padrona, e tutto sembra parlare con la voce del passato. In autunno il Laceno è un luogo che ascolta, che accoglie. In estate, invece, si ritrae, come se volesse riposare.
Oggi il lago è una meta amata da chi cerca la tranquillità. Gli escursionisti vengono per i sentieri, i fotografi per la luce che cambia ogni ora. Io ci sono rimasto fino al tramonto. Il cielo si è tinto di rosa, l’acqua si è fatta scura, e per un attimo non ho capito più dove finiva il lago e dove cominciava il cielo.
Il Lago Laceno è un luogo che ti insegna la leggerezza del tempo. Appare, scompare, si trasforma. È un promemoria gentile del fatto che anche noi, come lui, cambiamo a seconda delle stagioni della vita. E forse è proprio questo il suo segreto: non sparire mai davvero, ma solo trasformarsi, ogni volta, in qualcosa di nuovo.
Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor
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