Il Parco Nazionale del Vesuvio nasce su uno dei territori italiani di maggiore interesse, sia dal punto di vista geologico, che da quello biologico e storico.
Stiamo ovviamente parlando del complesso vulcanico costituito dal Monte Somma e dal Vesuvio, ovvero uno dei vulcani più studiati quanto meno d’Europa. Quest’ultimo è inoltre l’unico vulcano attivo in tutto il continente (assieme al super vulcano dei Campi Flegrei, sempre in Campania), visto che gli altri si trovano o su isole o sono addirittura sottomarini.
Il Parco Nazionale del Vesuvio ha sede nel comune di Ottaviano (provincia di Napoli) e si sviluppa per una superficie di oltre 7.000 ettari. Il suo territorio, nonostante una posizione tutt’altro che banale, vanta centinaia di specie appartenenti sia al mondo della flora che a quello della fauna. Stando ad ultimi studi, al suo interno sono individuabili oltre 600 specie appartenenti al mondo vegetale ed oltre 200 appartenenti a quello animale.
Numeri semplicemente impressionanti, specie se ricordiamo i terribili danni ambientati provocati da un vasto incendio che si abbatté su tutta l’area del marco durante il luglio 2017, devastando intere aree boschive e distruggendo quasi 2.000 ettari di territorio.
Il Parco Nazionale del Vesuvio è la meta perfetta per tutti gli amanti di passeggiate ed escursioni in Campania, che sono stufi di percorrere itinerari “classici” e sono invece alla ricerca di qualcosa di diverso. Al suo interno è infatti possibile seguire 11 sentieri ufficiali, caratterizzati sia da diversi livelli di difficoltà che, soprattutto, da paesaggi diametralmente opposti.
Si comincia con il sentiero della “Riserva Naturale Tirone Alto Vesuvio”, ovvero uno dei più agevoli di tutto il complesso. Un percorso che si estende per circa 8,5 chilometri, che attraversa il bosco ed è quasi interamente in piano (quota massima 690 metri al di sopra del livello del mare). È noto perché possiede uno dei punti panoramici più belli di tutto il parco. Soprattutto, perché può vantare al suo interno la presenza di quella che si ritiene essere la celeberrima baracca della fattucchiera disneyana Amelia.
Rimanendo in tema sentieri abbordabili vale la pena di citare per lo meno quello del “Vallone della Profica”. Questo è particolarmente breve (meno di 2 chilometri di lunghezza totale), che ti permetterà di assistere da vicino alla coltivazione dei classici pomodorini vesuviani a piennolo.
Salendo con la difficoltà arriviamo al Sentiero intitolato “Lungo il tragitto del trenino a cremagliera”. Come avrai intuito dal nome, il percorso è quello che un tempo collegava l’Eremo del Salvatore a Resina (Ercolano) e che era per l’appunto attraversato da un trenino a cremagliera. Anche questo percorso è piuttosto breve (poco più di un chilometri), ma è caratterizzato da pendenze piuttosto forti. Non va assolutamente preso alla leggera.
Infine i diversi sentieri obiettivamente difficili, da affrontare solo se adeguatamente preparato. Su tutti è doveroso ricordare per lo meno “La Traversata del Monte Somma” e quello intitolato “La Valle dell’Inferno. Quest’ultimo è lungo quasi 10 chilometri e capace ti permetterà di ammirare i meravigliosi Cognoli di Levante, un esempio davvero da non perdere di lava a corda.
Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor
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