Tutto il fascino delle Dolomiti, ma non siamo al Nord Italia: scopri questo trekking meraviglioso

Alessio Gabrielli  | 29 Set 2023
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Ci sono alcuni luoghi che ti portano via il cuore perché hanno location ambientali inaspettate, come le Dolomiti Lucane, la meta speciale del trekking in Basilicata.

Un posto sorprendente, dove il visitatore è accompagnato in un paesaggio fantastico caratterizzato da rocce dalle forme incredibili che ricordano decisamente quelle delle più famose Dolomiti del NordItalia, guglie, pinnacoli, torri, cui da sempre gli uomini hanno dato nomi fantasiosi, come civetta, incudine, grande madre, aquila reale.

La sorpresa sta soprattutto nel fatto che, in Lucania, le montagne con tutta la loro splendida asprezza sono un unicum in un territorio perlopiù di dolci colline e campi.

Siamo in un territorio forgiato dalla natura da almeno 15 milioni di anni, nel periodo geologico chiamato Miocene. Le formazioni rocciose si sono formate in un caldo mare in cui si sono deposte arenarie e argilliti che il tempo ha modellato nelle morfologie che oggi possiamo ammirare, in un’altitudine media tra i 1000 e il 1100 metri sul livello del mare. Suggestiva e decisamente magica l’erosione che gli agenti atmosferici, acqua, pioggia, vento, hanno creato sulle superfici rocciose, diverse a seconda della posizione e dell’intensità dei fenomeni stessi.

Il tutto è reso ancora più affascinante grazie al torrente Rio di Caperrino, un affluente del Basento, che ha scavato una profonda gola che divide a Nord le Murge di Castelmezzano dalla Costa di S. Martino a sud.

Trekking Dolomiti Lucane

Su questo scenario petroso si sono letteralmente adagiati due paesi, Castelmezzano e Pietrapertosa, in cui tanti edifici sembrano quasi essere la prosecuzione delle rocce su cui sono stati costruiti.

Accanto agli abitanti umani, sulle Dolomiti Lucane hanno trovato casa, soprattutto negli anfratti più inaccessibili, diverse specie di uccelli, come il nibbio reale, il gheppio, il falco pellegrino.

Se poi le cime più elevate sono quasi prive di vegetazione, il contorno nelle quote più basse è caratterizzato da macchie di vegetazione mista in cui prevalgono i castagni e dalla presenza di alcune piante particolari, come la valeriana rossa, l’Onosma Lucana e la Linaria Dalmatica con i fiori gialli, uno dei rari luoghi in Italia dove crescono.

Le Dolomiti Lucane fanno parte del Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, e rappresentano l’area che si estende in provincia di Potenza. L’altro nome di questo luogo così affascinante? Piccole Dolomiti, proprio come in Veneto.

I due borghi: Castelmezzano e Pietrapertosa

Pietrapertosa, Basilicata
Il borgo di Pietrapertosa, nelle “Piccole Dolomiti Lucane”

Castelmezzano e Pietrapertosa fanno entrambi parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.

Castelmezzano, 750 metri di altezza, è ammantato da un’aurea di leggenda: sembra che qui arrivarono i Cavalieri Templari e che proprio in questo paese costruito in maniera concentrica sul fianco delle creste delle Dolomiti Lucane abbiano nascosto i loro segreti che gli appassionati stanno ancora cercando. L’impianto è ancora medioevale, con tutta la suggestione di simboli orientali che sbucano tra le case aggrappate alla roccia secondo l´antica forma di terrazzamento.

Per arrivare a Castelmezzano c’è una galleria che lo nasconde: alla fine, appare il paese circondato in questa quinta rocciosa ed è un colpo d’occhio davvero indimenticabile,

Scale e vicoli portano alle vette sovrastanti, un assaggio goloso sul paesaggio. Si arriva nel luogo dove c’era un castello-fortezza normanno-svevo, il Castrum Medianum, cioè castello di mezzo (da cui deriva il nome del paese) da dove le guarnigioni controllavano la sottostante valle del Basento.

Da vedere la maestosa Chiesa madre di Santa Maria dell’Olmo (si chiama così da una scultura lignea del XIII secolo), dalla facciata romanica, rivestita con pietra locale a faccia vista in cui è ospitato l’affresco di San Rocco protettore del paese.

Pietrapertosa, con i suoi 1088 metri, è il comune più alto della Basilicata, abitato fin dal IV secolo avanti Cristo. C’è anche un castello che poggia sulla pietra e che si chiama Arabat, termine saraceno, attorno a cui sono fiorite le case verso il basso, tra strette strade e vicoli ciechi, usando spesso la stessa roccia delle Dolomiti come pareti, formando una sorta di anfiteatro, nascosto dalla pietra che la circonda.

Il volo dell’Angelo tra Pietrapertosa e Castelmezzano

Tra i due paesi c’è una speciale via di collegamento, un cavo d’acciaio cui legarsi con una apposita imbracatura, dopo di che si può letteralmente volare godendo dall’alto lo spettacolare paesaggio tra Castelmezzano e Pietrapertosa, e ritorno. Due le soluzioni di volo, il cui dislivello è rispettivamente di 118 e 130 metri.

La linea di San Martino che parte da Pietrapertosa (quota 1020 metri) e arriva a Castelmezzano (a 859 metri) dopo aver percorso 1415 metri raggiungendo una velocità massima di 110 Km/h.

La linea peschiere, invece, permette di lanciarsi da Castelmezzano (quota di partenza 1019 metri) e arrivare a Pietrapertosa (a 888 metri) toccando i 120 Km/h su una distanza di 1452 metri.

La Via Ferrata

Si tratta di un percorso attrezzato per scalare le Dolomiti Lucane secondo due percorsi che si articolano rispettivamente lungo le dorsali rocciose di Castelmezzano e di Pietrapertosa, su canali e camminamenti, passaggi verticali e tratti in esposizione.

I due rami del percorso sono: * La Via Ferrata Salemm sul versante di Castelmezzano, con una lunghezza di 1.731 metri e un dislivello di 249 metri. * La Via Ferrata Marcirosa sul versante di Pietrapertosa, con una lunghezza di 1.778 metri e un dislivello di 331 metri.

Il punto di partenza dei percorsi (area attrezzata Antro delle Streghe) si trova in una grande radura a valle del corso del Rio di Caperrino, un affluente del Basento che taglia a metà lo spazio che divide i versanti corrispondenti ai due paesi.

C’è pure la presenza di un Ponte Nepalese, sospeso sopra il torrente Caperrino: collega i punti di partenza delle delle due Vie. La lunghezza è di 72 metri, l’altezza massima da terra è di 35 metri, a 650 metri sul livello del mare.

Può essere percorso al massimo da 15 persone contemporaneamente, sempre in sicurezza agganciati alla linea di vita con apposita kit da ferrata (diametro linea vita 25 mm).

Piccoli Dolomiti Lucane – L’itinerario da trekking

Lunghezza15 chilometri
Durata4 ore
Principali punti attraversatiCastelmezzano, Pietrapertosa
Livello di difficoltàFacile
Dislivello330 metri
Tipologia di itinerarioTrekking
Partenza e arrivoCastelmezzano – Pietrapertosa (e viceversa)

Per arrivare da Castelmezzano a Pietrapertosa c’è un itinerario di circa 15 chilometri, da percorrere in quasi 4 ore approssimativamente, attraverso la Strada Comunale Pietrapertosa Corleto Perticara, procedendo in direzione sudest su Via S. Croce verso la Strada Interpoderale Santa Croce Camastra, dai 750 metri di Castelmezzano ai 1088 di Pietrapertosa.

Percorso delle Sette Pietre

Lunghezza2 chilometri
Durata2 ore
Principali punti attraversatiCastelmezzano, Pietrapertosa
Livello di difficoltàFacile
Dislivello200 metri
Tipologia di itinerarioTrekking
Partenza e arrivoCastelmezzano – Pietrapertosa (e viceversa)

È un percorso di circa 2 chilometri che recupera un antico sentiero contadino tra Pietrapertosa e Castelmezzano e che si sviluppa su quote variabili: da 920 metri a Pietrapertosa scende fino a 660 metri nella valle attraversata dal torrente Caperrino e risale a 770 metri a Castelmezzano.

Il percorso si ispira ai “racconti delle pietre” provenienti dalla tradizione orale e raccolti dal giornalista Mimmo Sammartino nel suo “Vito ballava con le streghe” (Sellerio editore Palermo).

Lungo il vecchio tratturo ci sono installazioni visive e sonore, sette pietre “parlanti” che raccontano il territorio, le tradizioni, le leggende, in cui la magia del luogo arriva davvero alla massima potenza. Al centro del percorso, nel punto più basso dove il tratturo scorre accanto al torrente Caperrino, ecco l’Antro delle streghe (che, probabilmente, stanno controllando che noi umani non facciamo danni a quell’ambiente incantato dove, in primavera, può capitare di avvistare la cicogna nera).

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Alessio Gabrielli
Alessio Gabrielli

Sono Alessio Gabrielli, ho 25 anni. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Tor vergata. Sto proseguendo gli studi presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo.



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