Il Rifugio Re Alberto I è uno dei più iconici e spettacolari di tutte le Dolomiti. Situato ai piedi delle Torri del Vajolet, segna una sorta di confine tra la Val di Fassa – e quindi il Trentino – e l’Alto Adige. Il percorso ad anello che oggi vi proponiamo parte proprio dal Rifugio Re Alberto I, andando poi a toccare alcuni dei luoghi più belli della zona come il Rifugio Passo Principe e il Rifugio Antermoia, passando anche per il relativo lago. Una partenza diversa da quella classica del Gardeccia, ma che può essere una variante interessante soprattutto per chi pernotta al rifugio, con la prenotazione delle camere che può essere effettuata direttamente sul sito dell’Alberto I.
Questo itinerario è una sorta di giro attorno al Gruppo del Catinaccio, un massiccio tanto aspro e roccioso quanto incantevole, con la partenza sotto le Torri del Vajolet che già ripaga di tutta la fatica che verrà fatta per compiere quest’anello impegnativo. Per arrivare al punto di partenza – il rifugio solitamente è aperto da giugno a ottobre – si può prendere o la seggiovia che sale da Pera di Fassa verso il Gardeccia, oppure la funivia che parte da Vigo di Fassa. In entrambi i casi occorrerà fare circa 45 minuti di cammino.
La partenza di questo percorso dal Rifugio Re Alberto I ti fa subito capire quali sono i panorami che ti accompagneranno: vedute su Catinaccio, Sassolungo, Marmolada, Sella e, naturalmente, le Torri del Vajolet. Il primo tratto è una discesa molto ripida – gli ultimi metri hanno una pendenza anche del 70% – che ricongiunge al sentiero classico di questo giro ad anello. Da qui inizia la salita verso il Rifugio Passo Principe (2.601 m) lungo il sentiero 584. Si tratta di un bel sentiero di montagna con pendenze non proibitive. Scendendo sempre lungo lo stesso sentiero si arriva al falsopiano dove si incontrano prima il Lago di Antermoia e poi il Rifugio Antermoia (2.497 m).
Una pausa qui è d’obbligo, sia per ammirare la bellezza del luogo sia per ricaricare le energie visto che siamo solo a circa metà del percorso. Passato il Passo Dona la strada torna a salire prima verso il passo Laussa e poi – dopo una discesa e una forcella – verso quello delle Scalette, con tratti attrezzati e ghiaioni: questa parte del percorso presenta terreni potenzialmente pericolosi e per escursionisti esperti. Arrivati al Gardeccia si può chiudere qui il percorso oppure, nel caso si voglia chiudere l’anello e ritornare al Rifugio Alberto I, occorre fare l’ultimo durissimo chilometro in salita, facendo al contrario le pendenze quasi proibitive della discesa iniziale.
Facendo questo giro si ha la sensazione di attraversare davvero il cuore del Catinaccio, una meta obbligatoria per tutti gli amanti della montagna e, in particolare, delle Dolomiti. La partenza e il ritorno al Rifugio Re Alberto I senza dubbio rende il giro più difficile e affascinante, una variante meno battuta rispetto all’itinerario più gettonato che inizia dal Gardeccia. Tutto il cammino si snoda circondato da pareti rocciose e con vista su alcune delle montagne più belle di tutta la zona, dalla Marmolada al Sella fino al Sassolungo.
Poi c’è l’autentico gioiello del Lago di Antermoia, incastonato come una gemma tra rocce e ghiaioni. Il lago si trova a circa 2.500 metri di quota, in una conca d’alta montagna che sembra scolpita nella roccia. Quando lo si raggiunge l’impatto è quasi magico: un piccolo specchio d’acqua color turchese che contrasta con l’ambiente quasi lunare che lo circonda. Del resto una leggenda locale racconta che il lago era abitato da ninfe incantatrici, quasi a voler giustificare il suo aspetto fiabesco e per certi versi misterioso.
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