Lo chiamano Piccolo Tibet, e non è un’esagerazione retorica. Campo Imperatore, immenso altopiano sospeso a oltre 1.800 metri nel cuore del massiccio del Gran Sasso, è un luogo che sembra fuori dal tempo e dallo spazio. Una distesa infinita di silenzi, cielo e orizzonti aperti che offre uno degli itinerari escursionistici più spettacolari del Centro Italia, l’anello Campo Imperatore.
Il punto di partenza ideale è il Rifugio Duca degli Abruzzi, facilmente raggiungibile con la funivia che parte da Fonte Cerreto, oppure a piedi per i più allenati che vogliono guadagnarsi la quota. Da lì parte un anello escursionistico di circa 20 km, che si snoda tra paesaggi maestosi e mutevoli: si passa da praterie d’alta quota a creste rocciose, da conche glaciali a panorami che si aprono a perdita d’occhio. Ogni curva regala una prospettiva nuova, una sorpresa.
Il percorso tocca punti simbolici come la Sella di Monte Aquila, la suggestiva Valle Fredda, e il mitico Campo Pericoli, dominato dalla mole del Corno Grande. Le salite e le discese si alternano con un ritmo incalzante che mette alla prova il fiato e richiede rispetto. Non servono attrezzature alpinistiche, ma buone gambe, spirito di adattamento, acqua nello zaino e il desiderio di lasciarsi stupire. Perché qui, più che camminare, si ha la sensazione di volare bassi sopra la terra, in una dimensione che riconcilia con sé stessi.
Il panorama è semplicemente mozzafiato. Da una parte si staglia il Corno Grande, la vetta più alta degli Appennini, imponente e silenzioso. Dall’altra, le linee dolci dell’altopiano si distendono fino a lambire l’orizzonte. Nelle giornate limpide, lo sguardo riesce a scorgere perfino il profilo del mare Adriatico. L’aria è sottile, la luce tagliente, i suoni ridotti all’essenziale: il soffio del vento, il fischio di una marmotta, i campanacci delle greggi in lontananza.
Le stagioni, qui, cambiano volto alla montagna. In estate il verde acceso si tinge dei colori dei fiori alpini: il giallo delle genziane, il viola dei cardi, il bianco delle margherite.
In autunno tutto diventa oro e rame, mentre in inverno regnano il silenzio e la neve, che trasforma l’altopiano in un deserto bianco e immobile. Primavera è il risveglio lento e potente della natura.
Questo non è solo un trekking: è un viaggio nell’anima dell’Appennino. Non ci sono rifugi lungo il percorso, né segnali telefonici affidabili. Solo il passo, lo zaino, lo sguardo, e una profonda consapevolezza: si è ospiti in una terra sacra, che va attraversata con rispetto, in punta di piedi.
Campo Imperatore non è solo un altopiano. È un’esperienza, un luogo dell’anima. Una montagna che toglie il fiato e restituisce senso. Qui si impara che camminare lentamente non è perdere tempo, ma ritrovare profondità. E che, a volte, per sentirsi veramente leggeri, basta mettersi in cammino.
Di Emanuele Ferretti
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