Il vento soffia, la natura si fa sentire: è potente. Siamo piccoli, ma parte di un qualcosa di molto più grande. Oggi vi voglio raccontare una storia, la storia di un viaggio, uno di quelli che cambia la vita. È un sogno che diventa realtà. Avviciniamoci ed ascoltiamo il battito del cuore dell’Islanda, forte, vivo.
Il volo parte da Verona ed arriva a Keflavík. Ecco che non appena svegli l’emozione è già forte. Arrivati all’aeroporto, diventa tutto reale: stiamo per partire, il battito del cuore dell’Islanda ci aspetta. Passati i controlli, succede una cosa che mai ci saremmo aspettati: la ragazza che ci ha accolti per stivare i nostri bagagli ci informa che sull’aereo ci saremo solo io, il mio ragazzo ed un’altra signora. Dopo aver riso della cosa, alle 14:30 circa, è ora di partire. Siamo in un autobus fantasma, e scopriamo che in realtà l’altra passeggera è la moglie del pilota. Non possiamo fare a meno di chiederle perché siamo così pochi: è il volo inaugurale della stagione, e devono portare l’aereo in Islanda per poi far partire i voli che si dirigono alle Canarie ed altre mete spagnole, molto gettonate dagli islandesi. Salire sull’autobus è comico, l’autista ci guarda ridacchiando, gli operai si danno dentro notando “quanto era pieno l’autobus”. Lo staff dice ridendo che abbiamo “l’aereo privato”.
Il viaggio in aereo è tranquillo, siamo a bordo con la compagnia Neos Air. È un volo diretto. Lo staff è molto gentile, ci offrono cuscini e coperte per stare comodi. Dopo risate, chiacchiere e film alle 18:40 atterriamo all’aeroporto di Keflavík. L’emozione è forte: ormai ci siamo, stiamo vivendo un sogno. L’avventura inizia con un’aeroporto vuoto, molto moderno, grande ma accogliente. Dopo aver ritirato i bagagli, partiamo alla ricerca della nostra macchina: una Suzuki Vitara 4×4, noleggiata sul sito Reykjavik Cars (sotto Europcar). Veniamo accolti allo stand di Europcar interno all’aeroporto. Il tempo di consegnare i nostri documenti e ci vengono date le chiavi. Ci mettiamo due ore ad arrivare alla nostra casa per questa settimana: alloggiamo in un monolocale a 4,7 km dal centro del piccolo paesino di Flúðir. Siamo a “Dalabyggd Cottages – Romantic stay by the Secret Lagoon”, prenotato su Booking. Dopo un lungo viaggio, siamo pronti per riposare.
Il giorno successivo, ci risvegliamo a Narnia: siamo circondati dalla neve. I nostri vicini sono degli adorabili cavalli islandesi, nel prato di fronte a noi. Dopo una bufera, cogliamo un momento tranquillo per andare ad esplorare i dintorni, e, dopo mezz’ora, finiamo a Laugarvatn, dove facciamo un giro per il paesino ed ammiriamo il lago sulle cui sponde si trova della sabbia di colore nero, molto suggestiva. Notiamo anche una spa di nome Fontana, con delle piscine esterne che si affacciano sul lago con una vista strepitosa. Al rientro ci guardiamo attorno ed interiorizziamo quelle montagne spettacolari ricoperte di neve. Oggi era il giorno dell’orientamento, cavalchiamo l’onda in base al tempo. Di sera notiamo una forte luce arancione che si dirama nel cielo e scopriamo che sono le luci delle serre che, durante la notte, ci regalano questo spettacolo.
Gullfoss, una delle cascate più spettacolari dell’Islanda, è ad appena 30 minuti di auto da dove alloggiamo. Partiamo alle 09:00 del mattino. La strada è piena di curve, un po’ ghiacciata, dunque il 4×4 con le gomme chiodate ci fa comodo. Lasciamo la macchina nel parcheggio superiore, di fronte al negozio di souvenir. Ci incamminiamo e man mano che ci avviciniamo sentiamo il rumore dell’acqua sempre più forte…e poi eccole lì, di fronte a noi, le cascate di Gullfoss, gigantesche, caratterizzate da diversi balzi, il ghiaccio le circonda, ma loro scorrono potenti. Le possiamo ammirare sia dall’alto che più da vicino, scendendo delle scale che ci portano nella parte inferiore, sempre più vicini a quello spettacolo senza fine. Dopo esserci lustrati gli occhi, è il momento di ricaricare le energie con un buon panino con salmone affumicato islandese (da leccarsi i baffi).
Siamo pronti per una nuova avventura. Prendiamo la macchina e in appena 10 minuti siamo a Geysir, ove possiamo vedere in piena attività il geyser più famoso d’Islanda. Per esperienza, posso dire che erutta con una frequenza abbastanza irregolare, ma mai troppo lunga. All’incirca, l’ho visto sprigionare la sua forza ogni 5-7 minuti, a volte un po’ di più. Vedere per la prima volta un geyser in attività è come per un bambino che scopre per la prima volta un fiore. Siamo meravigliati di fronte alla bellezza a cui ci troviamo davanti. Ovviamente, vicino al sito si percepisce abbastanza caldo, cosa piacevole mentre erano -10°. Ciò che non sapevo prima di ammirare dal vivo questa meraviglia è che tutto attorno vi sono altri molteplici geyser più piccoli che non eruttano, ma che ci danno la possibilità di vedere attraverso l’acqua, mostrandoci la struttura sottostante. Camminando tra questi meravigliosi fenomeni naturali, l’odore di zolfo riempie le nostre narici.
Oggi decidiamo di fare un giro non troppo lontano dal nostro alloggio, visto il tempo un po’ incerto (cosa estremamente comune in Islanda). In 25 minuti di auto arriviamo al parcheggio ed iniziamo una tranquilla passeggiata lungo il fiume che nasce dalle cascate di Brúarárfoss. Fuori è freddo, ma la bellezza del paesaggio scalda il cuore. Il fiume è gonfio, e scorre accanto ad un sentiero caratterizzato da rocce nere. Lo scorrere dell’acqua e il silenzio attorno a noi rigenerano le nostre energie vitali, eliminando i problemi della vita quotidiana e trasportandoci in un mondo ove è l’uomo ad adattarsi alle esigenze della natura, e non il contrario, come vediamo tristemente da molte parti nel mondo. Domani sarà una giornata intensa.
Questa mattina ci svegliamo con il cielo che ci augura il buongiorno in un modo totalmente inaspettato: guardando fuori dalla nostra finestra, vediamo le cosiddette nubi stratosferiche polari. Si tratta di un fenomeno più raro dell’aurora boreale e sono delle nuvole che si creano nella parte più bassa della stratosfera, e ricevono i raggi solari quando il sole si trova al di sotto dell’orizzonte. L’effetto è qualcosa di spettacolare: le nuvole si dipingono di colori accesi che vanno dal rosa corallo, all’arancio, al verde fluorescente. La cosa più incredibile è che ci sarebbero apparse anche il giorno prima di partire. L’Islanda non smette mai di stupirci.
Con gli occhi già pieni di meraviglia, partiamo con una luce magica all’orizzonte, e dopo circa 1 ora siamo davanti alla seconda cascata del nostro viaggio: Seljalandsfoss. Nota per il fatto che ci si possa passare dietro, il tratto per farlo era chiuso a causa di una lastra di ghiaccio. Ciononostante, ce la godiamo al massimo. Accanto a quella principale, ci sono altre piccole cascatelle che si divertono a balzare giù. Ci troviamo di fronte ad un paesaggio aperto, ricoperto di erba e muschio. Ormai la neve si è sciolta a causa di una piovuta ed è rimasto più verde che bianco. La cascata dà vita ad un piccolo ruscellino.
Il tempo per un panino, qualche altra foto e ci dirigiamo verso Skógafoss alla quale arriviamo in circa mezz’ora. Questa cascata è stata decisamente la mia preferita, poiché ci si può arrivare davvero talmente tanto vicini da poter sentire gli schizzi d’acqua raggiungere la nostra faccia. Volendo, si potrebbe anche fare una rampa di scale abbastanza lunga per arrivare a vedere la cascata dall’alto. Noi preferiamo farci accarezzare il volto dalle goccioline di acqua che ci sfiorano. Una leggenda narra che ci sarebbe un tesoro nascosto dietro alla cascata. Un giorno, alcuni uomini di Skógar tentarono di recuperarlo, posizionando un uncino che li avrebbe aiutati a trascinare la cassa d’oro. Tuttavia, quest’ultima era talmente pesante che l’uncino si ruppe e la missione venne abbandonata.
Infine, ci dirigiamo verso Reynisfjara Beach, alla quale arriviamo in circa 30 minuti. Conosciuta come la spiaggia nera, è uno spettacolo della natura che ci presenta una spiaggia di sabbia completamente nera, con una grotta formata da rocce nere che sembrano dei piccoli pilastri. Possiamo visitare anche una grotta più grande, nella quale non siamo riusciti ad entrare a causa dell’alta marea. Dobbiamo stare attenti a stare lontano dalla riva quando ci sono onde particolarmente alte, poiché la corrente forte ha mietuto delle vittime in passato. Abbiamo anche visto delle persone che hanno bagnato i pantaloni a causa di un’onda che non sono riusciti ad evitare. Con la natura non si scherza. Immerse nell’acqua, si ergono tre rocce giganti di forma appuntita, tendenti al cielo. La magia di questo luogo non si può descrivere: è un’emozione tutta da vivere.
Oggi, il tempo non è dalla nostra parte: non possiamo muoverci, piove tutto il giorno…ma dopo la pioggia viene il sereno. Dopo un’intera giornata di pioggia e cielo grigio, le stelle si fanno vedere e l’app Aurora segnala una forte possibilità di vedere l’aurora boreale verso mezzanotte. Non possiamo far altro che stare svegli, continuando a guardare fuori dalla finestra. Quando si avvicina l’ora, ci mettiamo in macchina ed aspettiamo per circa mezz’ora, sfruttando i comodi sedili riscaldati e il tettuccio. Ad un certo punto abbiamo una sensazione: dobbiamo andare a Gullfoss. Partiamo, con la speranza in cuore e l’anima in mano. Le stelle sono meravigliose, ma proprio a Gullfoss, alle 01:30 appare una luce meravigliosa, con alcune forme ad arco. Il cuore batte, la gola si stringe e gli occhi sono lucidi. È il sogno di una vita che diventa realtà.
Questo è l’ultimo giorno. Mi viene spontaneo dire che non è giusto che queste magie debbano finire. Tuttavia, viaggi come questo continuano ad emanare magia nella nostra vita anche anni dopo il nostro ritorno a casa. Oggi l’Islanda ha deciso di salutarci per bene: vediamo un’altra volta le nubi stratosferiche polari. Decidiamo di dare l’ultimo saluto a Reynisfjara Beach e Skógafoss, le due tappe del nostro viaggio che ci hanno lasciato un segno nel cuore più del resto. Decidiamo di visitare l’altra parte di Reynisfjara Beach, dopo un ultimo sguardo a quella dove abbiamo già lasciato il cuore, allungando la strada ed arrivando ad un parcheggio sterrato a sinistra della grotta dove non siamo riusciti ad entrare. Questa parte è decisamente meno turistica, e siamo solo noi e poche altre persone, col vento che ci sussurra che questo non è un addio, ma solo un arrivederci.
Skógafoss ci accoglie con un arcobaleno meraviglioso, ci riempiamo gli occhi dell’infinito di fronte a noi e poi, con tanta tristezza ma col cuore pieno di ricordi indelebili, ci dirigiamo per l’ultima volta verso la nostra casetta, ed andiamo a dormire presto: partiamo per l’aeroporto di Keflavík alle 03:00 del mattino. Il volo è alle 08:20. Il tempo di arrivare, riconsegnare la macchina, passare i controlli ed aspettare l’aereo…ed è il momento di salutare la magia che questo luogo ha infuso nei nostri cuori, magia che ci porteremo dentro per sempre. Ecco il viaggio che ha per sempre cambiato la mia visione del mondo. La vita è troppo corta per non farsi travolgere da questo miracolo.
Se volete vivere la magia dell’Islanda invernale vi consiglio fortemente di indossare un abbigliamento a strati e termico. Sono più importanti calzini termici rispetto a calzini grossi, e se avete freddo con solo quelli termici potete aggiungere sopra dei calzini di cotone. I pantaloni e la giacca anti vento ed anti acqua sono un must, specialmente perché il tempo è davvero pazzo: l’ultimo giorno siamo arrivati alla spiaggia nera che stava nevicando e il vento era fuori di testa. Solo il tempo di andare in macchina e mangiare un panino ed è tornato a splendere il sole.
Ecco alcuni link che vi possono servire:
https://www.reykjavikcars.com/
Per le condizioni meteo dell’Islanda consultate: https://www.vedur.is/
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Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.
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