Attraversa Veneto e Trentino, questo percorso di trekking è una vera meraviglia tra le montagne: ma adatto solo a pochi coraggiosi

Giordano Di Fazio  | 15 Apr 2024

La vita è piena di avventure, sfide e soddisfazioni. Cosa faremmo senza un po’ di adrenalina che scorre nelle nostre vene? Ed ecco che la prossima carica di emozioni ci arriva tra Veneto e Trentino, ed incomincia a Passo Valles per dirigersi verso Rifugio Mulaz.

Ecco che le nostre gambe ci dicono che siamo pronti; zaino in spalla, una borraccia bella capiente e siamo pronti per partire per la nostra prossima avventura.

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza: circa 7 ore
  • Distanza: 13 km
  • Dislivello: circa 1.000 m
  • Difficoltà: alta (per escursionisti esperti)
  • Segnavia percorso: sentiero 751, sentiero 710, sentiero 749
  • Periodo adatto: estate
  • Dove parcheggiare: Rifugio Passo Valles

Da Rifugio Passo Valles al Rifugio Mulaz: la più bella delle sfide

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Vista sulle Pale di San Martino

 

Percorriamo la strada del Passo Valles, un collegamento tra Falcade e Val di Fiemme e arriviamo al parcheggio del Rifugio Passo Valles (2.031 m). Faremo meglio a partire presto: i posti per parcheggiare non sono abbondanti, dunque possiamo davvero dire che il mattino ha l’oro in bocca. Ecco che la nostra avventura verso il Rifugio Mulaz inizia. Prendiamo subito il sentiero 751, incamminandoci per il percorso dell’Alta Via numero 2. Cominciamo in salita, godendoci la frizzante aria del mattino.

Solo nel primo tratto di cammino ammiriamo la Marmolada, il Pelmo e la Civetta e passo San Pellegrino. Arriviamo a Forcella Venegia ed il panorama ci accoglie con una vista spettacolare: la parte nord del Mulaz, le strepitose Pale di San Martino, Cima Uomo, il Col Margherita, Costabella, Val Fredda e le Conche di Fuciade. Saliamo e scendiamo in continuazione, ed arriviamo a Passo Venegiota (2.303 m) per poi incontrare, poco dopo, Passo dei Fochét (2.291 m).

L’arrivo a Rifugio Mulaz

Ecco che Val del Biois si staglia di fronte a noi. E come se non bastasse, le cime del Focobon ci guardano e strappano un sorriso sul nostro volto. Ma le sorprese non sono terminate: se siamo fortunati i camosci e le marmotte ci appariranno saltellando. Con questa felicità in una mano ed il cuore che batte potente nell’altra, ecco che ci ritroviamo nella parte finale del percorso. Ora, le nostre gambe dovranno farsi più forti, perché stiamo per affrontare la sfida più difficile: una salita con una forte pendenza. Dopo questo sforzo, Rifugio Mulaz ci attende. Alcuni cavi metallici ci aiutano, sostenendoci nei punti più difficili e ripidi. Dopo questo tratto ci aspetta l’ultima salita, meno impegnativa. Ecco che la nostra meta è davanti ai nostri occhi.

Dopo una discesa del sentiero, finalmente ci siamo. Le Pale di San Martino ci abbracciano e il Rifugio Mulaz è un punto di riposo perfetto. Le nostre fatiche sono state ripagate abbondantemente, la soddisfazione scorre tra le nostre ossa.

Il ritorno a Rifugio Passo Valles

 

Da Rifugio Mulaz, non ci resta che tornare a Rifugio Passo Valles, con la pancia piena e il cuore che trabocca di  gioia e semplicità. In realtà, prima di rientrare, possiamo terminare il giro ad anello proseguendo in salita per 10 minuti ed arrivando a Passo Mulaz (2619 m). Se ci sentiamo avventurosi, un sentiero sulla destra ci conduce a cima Mulaz (in un’ora circa), ma dobbiamo essere molto consapevoli delle nostre capacità prima di intraprendere questo percorso: è meglio che solo gli escursionisti esperti si avventurino qui. Dopo aver salutato Passo Mulaz il sentiero 710 è ciò che ci attende. Dobbiamo seguire le indicazioni per Baita Segantini. Siamo in discesa, perdiamo quota molto velocemente, come un aereo in picchiata. La pendenza e la difficoltà varia, andiamo da tratti meno ripidi a discese che ci fanno fare slalom. Intanto, ci gustiamo la Val Venegia. La discesa si ferma poi con un bivio, e qui comincia il sentiero 749.

Dunque, seguiamo il sentiero 749, girando a destra al bivio. Dobbiamo salire, dolcemente, tramite una salita abbastanza lunga ma non troppo impegnativa. I pascoli, il bosco, i profumi della natura ci accompagnano in questo pellegrinaggio di pace. Ripassiamo per Forcella Venegia. Da qui, torniamo sul sentiero 751. Ecco che finalmente siamo in discesa. Continuando a camminare, torniamo al punto di partenza. La soddisfazione è nell’aria, la respiriamo tutta, profondamente, mentre recuperiamo le nostre energie. Siamo stanchi, felici, emozionati, tutte le sensazioni dell’esploratore che mantiene l’animo di un bambino, con la capacità di stupirsi di fronte al più semplice dei fiori. È stata un’esperienza che ha lasciato un segno nella nostra anima, una firma indelebile che non se ne andrà mai. Torniamo alla macchina con un sorriso genuino come un adesivo sul nostro volto. Oggi abbiamo vissuto appieno.

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Giordano Di Fazio
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