Trekking nell’Antelope Canyon, un’esperienza escursionistica unica al mondo.
La roccia arenaria sfumata di arancio-rosa, da scoprire percorrendo un lungo cunicolo scavato nel corso del tempo dalle acque che scendono dalle montagne di Page, Arizona, USA, in una valle arida e deserta.
Impetuose, hanno percorso chilometri e chilometri prima di arrivare qui modellando la pietra e creando creste, rientranze, rotondità, asperità varie in un disegno estremamente creativo cui ha collaborato e collabora con fantasia pure il vento.
L’Antelope Canyon, grande meraviglia della natura, offre un percorso stretto ma sufficientemente largo da poter essere attraversato ammirando le curiose forme assunte dalla roccia che, quando la luce penetra dall’alto, l’unica parte rimasta “aperta” di questa struttura naturale, a seconda dell’intensità e dell’orario, prende sfumature splendide e diverse, mantenendosi sempre su quell’aranciato-rosato di cui si diceva prima, eppure di tali intensità (maggiore in estate) che tanti materiali diversi sembrano essersi dati appuntamento proprio qui. Splendido.
Elevazione | 1.129 metri sul livello del mare |
Lunghezza | 607 metri (200 l’Upper, 407 il Lower) |
Profondità | 37 metri |
Tipologia | Slot canyon |
Collocazione geografica | Page, Arizona (USA) |
Visitabile | Sì (costo del biglietto 8 dollari, gratuito per gli under 7) |
Apertura |
|
Le visite si fanno solo con le guide Navajo, il popolo che un tempo era libero padrone di queste terre (siamo in piena Nazione Navajo). Tra l’altro fu una donna Navajo che negli anni trenta del secolo scorso scoprì il canyon, correndo dietro a una capra del suo gregge.
L’Antelope Canyon è diviso in due tratti che possono essere visitati, una doppia bellezza da condividere (e con prezzo di accesso variabile). La durata dell’escursione si aggira per entrambi i percorsi tra un’ora e mezza o due ore.
In genere il consiglio, proprio per meglio apprezzare i ghirigori di luci e ombre regalati dal sole, è quello di riuscire ad entrare attorno alle 11-11.30.
Per apprezzare al meglio la luminosità, il periodo ideale è tra marzo e ottobre, anche se bisogna considerare che agosto e settembre possono essere piovosi e allora non è possibile entrare nel canyon, a rischio alluvione e dunque pericolosissimo.
Uno dei percorsi è l’Upper Canyon, conosciuto pure come “la spaccatura” o “the crack”. Per il popolo indigeno dei Navajo è “il luogo dove l’acqua scorre attraverso le rocce”. Ci si arriva accompagnati da fuoristrada: si attraversa una grande distesa di sabbia, cioè il letto superficiale del fiume che scorre nel canyon.
Quindi la visita si fa a piedi nel cunicolo con il suolo che è una sabbia molto fina, morbida. Questo tratto è accessibile a tutti e qui il sole si sofferma con frequenza a creare i suoi straordinari giochi di luce. C’è un bel po’ di gente, chi va e viene, poiché a un certo punto il sentiero finisce e si deve ritornare indietro nello stesso percorso dell’andata, solo in senso inverso. Nonostante la confusione e il vociare, l’incanto dell’Upper Canyon non svanisce.
Il Lower Canyon è anche detto “il cavatappi” o “the corkscrew”, per i Navajo è hazdistazí , “il luogo degli archi di roccia a spirale”, descrizione che la dice lunga su quello che si vede.
Più impegnativo del suo gemello diverso Upper Canyon, rispetto a questo è meno profondo ed è indicato a chi ha un minimo di allenamento, o ha semplicemente voglia di mettersi un po’ in gioco. Ci sono scalette di ferro per arrampicarsi nei vari livelli accessibili e in alcuni tratti ci si deve appiattire poiché la roccia si restringe e si abbassa. Una piccola grande “avventura” nel ventre della Terra, per la felicità di grandi e sicuramente pure di piccoli visitatori in grado di apprezzare le strepitose curiosità che la geologia esibisce passo dopo passo.
Anche qui ovviamente la luce filtra dall’alto nella spaccatura rocciosa regalando medesima magia. Un vantaggio di cui è privo l’Upper Canyon è che qui c’è in genere meno gente quindi aumenta la sensazione di stare in un’altra dimensione, avvolti da un silenzio affascinate. Si esce da un punto diverso da quello dell’entrata, risalendo da un percorso costituito da quei “decori” naturali che sono affranti, nicchie, creste.
La Via degli Abati fu realizzata per rafforzare il controllo del monastero di San ...
La Via Verde della Costa dei Trabocchi è una bellissima pista ciclabile vista mare ...
Mettiamoci in cammino, immergiamoci nella profondità del bosco e tuffiamoci nei ...
Se avete voglia di una fuga autunnale tra relax e natura in uno dei borghi più ...
©
2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur