Villa Lante a Bagnaia, il gioiello green della Tuscia

Redazione  | 23 Ott 2017

A una manciata di chilometri da Viterbo, incontriamo la straordinaria Villa Lante a Bagnaia.

Una dimora dalla superba bellezza che rappresenta in sé e nel giardino che la circonda l’armonico rapporto tra architettura e paesaggio, in parte naturale in parte costruito, così come era la tendenza tra 1500 e 1600, alle pendici dei Monti Cimini a sud del borgo medioevale.

L’idea di costruire un buen retiro per le fatiche vescovili venne a un nipote del Papa Sisto IV Della Rovere, il cardinale Raffaele Riario, ma a un altro prelato si deve l’ispirazione di circondare la villa di un vasto parco, molto più grande dell’attuale.

Era il cardinale Gian Francesco De Gambara che, letteralmente stregato dal luogo, nel 1556 diede incarico al celebre architetto paesaggista Jacopo Barozzi, detto Il Vignola, di realizzare un’area in cui ci si potesse riposare ma anche dedicare alla caccia.

Informazioni utili

Nome Villa Lante
LocalitàVia Jacopo Barozzi 71, Bagnaia (VT)
Superficie complessivaCirca 170.000 metri quadrati (villa e giardini)
Anno di aperturaEsistente dal 1577
Orari di apertura
  • Da Gennaio a marzo, dalle 8.30 alle 16.30
  • Aprile e dal 16 settembre a fine ottobre, dalle 8.30 alle 17.30
  • Da maggio al 15 settembre, dalle 8.30 alle 18.30
  • Novembre e dicembre, dalle 8.30 alle 16.00

(Chiusura il lunedì, Natale, Capodanno e 1 Maggio)

Costo del biglietto d’ingresso
  • Intero: 5 euro
  • Ridotto: 2,50 euro
NoteL’ingresso è gratuito la prima domenica del mese. I percorsi includono sentieri, scalinate e tratti non indicati a chi ha problemi di deambulazione

Villa Lante a Bagnaia. Storia e curiosità

Villa Lante, palazzetti

Uno dei palazzetti di Villa Lante a Bagnaia

Il risultato della teoria del cardinale e della pratica del Vignola fu una zona in cui il giardino formale, squadrato, all’italiana, si differenzia dal parco grazie una serie di tante fontane, bacini e giochi d’acqua arricchiti da elementi decorativi e da sedili, tutto in tufo peperino, in modo da far gironzolare tra la vegetazione ma dare la possibilità di sostare cullati dal gorgoglio delle acque.

La soluzione furba del Vignola fu quella di creare una serie di terrazzamenti che permettono di aggirarsi in questo luogo di delizie attraverso scale, scalette, camminamenti, che riescono a “movimentare” il tutto.

Così che la lunghezza del percorso, di circa un chilometro, sembra essere decisamente maggiore. Nei quasi 22 ettari a disposizione ci si ferma, ci si riposa, si gode di quell’antica architettura che ha reso emozionante le forme geometriche delle diverse strutture realizzate e del parco boschivo.

La particolarità di Villa Lante è proprio determinata dal suo spazio green: i due edifici gemelli costruiti al suo interno, sono importanti certo, ma non quanto il giardino che è il vero protagonista.

Villa Lante a Bagnaia. Geometrie e giochi d’acqua

Villa Lante, fontane

Le fontane di Villa Lante a Bagnaia, tra giochi d’acqua e splendide monumentalità

A Villa Lante c’è proprio il trionfo dell’acqua e della geometria che si valorizzano a vicenda creando un patchwork di aiuole di diverse dimensioni da assaporare “pezzo per pezzo”. È come avere d fronte una serie di “stanze” le cui pareti sono siepi di bosso, fontane, vasche, scalette…

Soluzioni decisamente creative sfruttando i dislivelli del terreno per seguire-inseguire il ruscelletto che taglia longitudinalmente la villa e che sgorga nella parte più alta del pendio, fino ad arrivare nella Fontana quadrata dei Mori, cuore del parterre e di tutto il giardino, quattro vasche con al centro una barchetta occupata da un guerriero. La fontana fu realizzata dal Giambologna ed è super piena di decorazioni e simboli tra cui diversi stemmi di papi e cardinali.

Villa Lante a Bagnaia. Sentiero dopo sentiero, vasca dopo vasca

Villa Lante, fontane

Sono decine le fontane che fanno dei Giardini rinascimentali di Villa Lante a Bagnaia una esperienza “green” a tutto tondo

Il giardino all’italiana mostra, oltre alla Fontana dei Mori, altre “prelibatezze” artistiche come la Fontana di Pegaso, il cavallo alato che sta in una vasca ovale con la parete costruita sul pendio con tanto di figure come amorini con le ali e statue di muse da cui arrivano zampilli d’acqua.

Pure addossata al muro di contenimento della collina è la Fontana dei Lumini, con vasca rotonda. Dalle scale ai lati si sale alla Mensa del Cardinale, una vera e propria tavolata di peperino con in mezzo un ruscello che serviva per mantenere fresche frutta e verdure negli eleganti picnic all’aperto dei cardinali. Altre scalette per la Fontana dei Giganti cioè le personificazioni dei fiumi Arno e Tevere, che indicano i buoni rapporti tra il papato di Roma e la famiglia Medici di Firenze.

Da qui parte una fontana particolare, detta della Catena o dei Gamberi che collega il terrazzo della fontana dei Giganti a quello dei Delfini. L’acqua vi  sgorga dalle chele di un gambero ovvero lo stemma del cardinale De Gambara.

La fontana dei Delfini (16) è a base ottogonale e sorpassandola si arriva alla Fontana del Diluvio, cioè la sorgente, il punto dove tutto ha inizio, per così dire.

Riscendendo e ripercorrendo il percorso fatto a salire si ritorna verso la Fontana dei Mori e del Pegaso, alla cui destra si può entrare nel parco: zigzagando nell’area natural green si incontrano diversi fontane piccole e grandi fontana del fiore, della Madonnella, l’abbeveratoio detto il Conservone… C’è pure il casino di caccia.

Villa Lante a Bagnaia. I palazzetti

Villa Lante, casine

Le “Casine” sono solo alcune delle meraviglie architettoniche che fanno di Villa Lante un luogo unico

Il punto di forza di Villa Lante è senza dubbio il giardino con i suoi terrazzi e le sue fontane assieme al parco. Ma sarà un piacere visitare anche le costruzioni, una sola costruita da De Gambara, per cui si chiama così: affreschi raffiguranti altre ville famose, come quella d’Este di Tivoli o il Palazzo Farnese di Caprarola, stucchi, soffitti a cassettoni ne fanno un luogo decisamente raffinato e soave.

L’altro edificio è la Palazzina Montalto, dal nome di un altro cardinale che lo fece edificare nel 1590: anche qui affreschi pregevoli e un soffitto a cassettoni finemente decorato ne esaltano l’estetica.

Redazione
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