La bellezza delle Dolomiti del Brenta, in Trentino Alto Adige, racchiude in sé una serie di vie attrezzate d’alta quota, tutte sopra i 2500 metri di altitudine, che formano il Sentiero delle Bocchette, voluto negli anni trenta del secolo scorso, esattamente nel 1936, dalle guide locali della Società Alpinisti Tridentini (Sat).
Un modo per dare a chiunque avesse un po’ di esperienza e di allenamento in fatto di cime, la straordinaria esperienza di attraversare tutto il massiccio sfruttando le cenge, una sorta di piani orizzontali che spezzaano la verticalità delle pareti rocciose.
Il percorso è variegato, con diverse soluzioni, nella sua totalità si può effettuare in una decina di ore, e in due giorni. Tutto intorno, loro, le maestose Dolomiti patrimonio dell’Umanità UNESCO, le cui forme, guglie-pinnacoli-torri-cavità, hanno contribuito a rendere il Sentiero uno dei più conosciuti e apprezzati di tutte le Alpi, alcuni dicono che è la via ferrata più bella del mondo.
L’itinerario si divide in due, le Bocchette Centrali e le Bocchette Alte.
Il periodo migliore per andarci è tra giugno e settembre. Bisogna essere allenati e attrezzati con la giusta strumentazione da via ferrata. I percorsi non possono essere improvvisati.
Lunghezza | Circa 1.000 metri |
Durata | 3 ore e mezza |
Principali punti attraversati | Bocca di Brenta |
Livello di difficoltà | Medio – difficile |
Dislivello | 300 metri |
Tipologia di itinerario | Trekking ad alta quota |
Partenza e arrivo | Rifugio Tommaso Pedrotti, Rifugio Alimonta |
È a quota 2552 metri che inizia il Sentiero delle Bocchette, presso la Bocca di Brenta, qualche metro più in alto del Rifugio Tommaso Pedrotti che si trova a 2491 metri. Esattamente questo è il Sentiero delle Bocchette Centrali.
I diversi tratti del percorso sono dedicati ai soci della Sat e ad alcuni benefattori che lo hanno reso possibile. E la prima tratta omaggia l’alpinista Otto Gottstein.
Il cammino è caratterizzato da una serie di scale di pendenza e lunghezza diverse, che aggirano da ovest la Cima Brenta Alta, 2960 metri, attraverso una delle “famose” cenge. La meta è la bocchetta del Campanile Basso con i suoi 2620 metri.
Qui il tragitto cambia nome poiché si chiama Arturo Castelli, uno degli ideatori di questa via ferrata. Si prosegue risalendo le pendici del Campanile Basso. La meta sono la Bocchetta del Campanile Alto e il pianoro della Sentinella, quindi, attraverso un’altra cengia, la Bocchetta Bassa degli Sfulmini.
A questo punto il Sentiero cambia di nuovo nome: è dedicato a Carla Benini de Stanchina, la prima donna italiana salita sul Campanile Basso, nel 1923.
Si passa attraverso una cengia scavata nella roccia e si oltrepassano le Torri degli Sfulmini, fino alla Bocchetta Alta degli Sfulmini. Il sentiero omaggia ora Bartolomeo Figari e avanza aggirando la Torre di Brenta (3014 metri) dal suo lato sudorientale: questo tratto mostra alcuni terrazzamenti scavati nella roccia fino al dente roccioso sopra la Bocca Armi, una forcella stretta e profonda di 2749 metri cui si arriva grazie a scale metalliche.
Il sentiero avanza e scende dalla Vedretta degli Armi verso il Rifugio Alimonta, 2580 metri, che da qui si raggiunge in una mezz’ora.
Lunghezza | 700 metri circa |
Durata | 6 ore |
Principali punti attraversati | Cima Molveno, Spallone del Massodi, Cima Brenta |
Livello di difficoltà | Difficile |
Dislivello | 750 metri dal Tuckett, 420 metri dall’Alimonta |
Tipologia di itinerario | Trekking di alta quota |
Partenza e arrivo | Rifugio Alimonta, Rifugio Tuckett |
Alla Vedretta delle Armi e dal Rifugio Alimonta parte il Sentiero delle Bocchette Alte, la cui prima parte è legata al nome dell’alpinista Umberto Quintavalle. La salita attraverso scale è verso la Cima Molveno, 2917 metri, da cui si scende per la Bocca Bassa dei Massodi percorrendo il tratto omaggiante Mario Coggiola fino all’arrivo ai 2950 metri della Bocchetta Alta dei Massodi, dopo aver superato con la cosiddetta “scala degli amici” la cima dello Spallone dei Massodi, a 2999 metri di altezza.
Da qui in poi il Sentiero porta il nome di un altro alpinista, Carlo Garbari fino alla Bocca del Tuckett e quindi, in circa 30 minuti, al Rifugio omonimo, siamo a 2272 metri.
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