Vacanze ecosostenibili, alla scoperta dei “Green Resort” delle Maldive

Redazione  | 16 Mag 2017

I turisti alla ricerca di vacanze ecosostenibili aumentano di anno in anno. È in crescita infatti la voglia ma soprattutto l’interesse per soggiorni che non siano solo motivo di svago e relax, ma anche occasione per imparare come possiamo diminuire il nostro impatto sul pianeta.

Sempre più sono i viaggiatori che preferiscono mete meno toccate dall’antropizzazione, e dove le pur poche strutture ricettive presenti stanno attente a rispettare l’orografia, la cultura edilizia locale e in sostanza creare il minor impatto possibile, sia in termini di rapporto con la natura che con le popolazioni locali.

Maldive: non solo mare! Alla scoperta dei resort ecosostenibili

Il turismo ecosostenibile “sbarca” alle Maldive con dei resort che riducono fortemente l’impatto sull’ecosistema

Oggi vi portiamo alle Maldive, arcipelago sognato da molti; sicuramente la prima cosa che salta alla mente nell’immaginario collettivo è lusso, relax, atolli da sogno, barriera corallina. Tutti elementi veri ed esistenti ma, nel caso di quest’ultima, in forte pericolo a causa delle trasformazioni dell’ecosistema.

L’arcipelago, composto da ben 1192 isole e atolli di varie dimensioni, da molto tempo sta combattendo gli effetti del riscaldamento globale che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di molti atolli interessati da fenomeni di inabissamento. La politica locale ha avviato una campagna pro consumi responsabili per far sì che il paese entro il 2020 sia il primo ad emissioni zero, e a tale scopo il governo sta incentivando esclusivamente la creazione di hotel e resort a minimo impatto ecologico. Alle Maldive i resort a impatto nullo o quasi del tutto nullo sono già numerosi.

Energia solare e resort ecosostenibili: ecco l’Isola Gasfinholu

Il Gasfinolhu Island Resort Hotel ha una grande attenzione all’ambiente, ma senza rinunciare a stile ed eleganza

Sull’isola Gasfinholu è stato recentemente aperto il primo resort completamente alimentato dall’energia solare, firmato dal rinomato studio newyorkese di Yuji YamazakiLo stato ha anche stilato delle linee guida circa gli aspetti da preservare nelle costruzioni.

In primo luogo la copertura, che deve riprendere l’idea di un atollo visto dall’alto, con tetti dalle molte aperture che fanno trapelare la luce naturale all’interno. Massimo rispetto anche nella scelta dei materiali, a partire dai listelli di bambù reperibili ampiamente nella zona.

Aspetto del tutto fondamentale è la gestione delle energie dell’acqua: l’impianto di raffreddamento nel resort progettato nell’isola di Gasfinholu utilizza il sistema SWAC che sfrutta l’acqua del mare a basso consumo energetico, cosi come l’aeroporto, anch’esso di rinnovato di recente nel pieno rispetto delle politiche ambientale.

Il comprensorio è composto da 52 ville e può accogliere ben 200 persone. Al suo interno, i pannelli fotovoltaici non sono disposti in una posizione ben nascosta, bensì sono visibili ed esteticamente integrati al complesso.

Per quanto riguarda il design, il resort si è ispirato alla tipica imbarcazione maldiviana “dhoni”. Il complesso progettato dall’architetto sarà di certo il più famoso, ma altri esempi di strutture completamente ecosostenibili non mancano.

Isola di Baros: il “centro di riabilitazione” della barriera corallina

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È il caso dell’isola di Baros, che oltre ad avere pochissime emissioni,  organizza immersioni nel pieno rispetto della barriera, alla quale viene applicata la “tecnica della riproduzione del corallo” che prevede l’innesto di pezzettini di corallo nei fondali. A Baros, gli ospiti del resort potranno collaborare alla creazione di aree di riabilitazione della barriera, e partecipare a incontri informativi sulle nuove tecniche di conservazione e protezione dei coralli.

Quello che i più non sanno è che alle Maldive i resort turistici sorgono su isole completamente distinte da quelle abitate dai locali, accessibili esclusivamente ai turisti che scelgono di soggiornare in strutture chiamate “guest house”.

Resort a impatto zero a parte, è forse questa la scelta più ecosostenibile da fare pensando a un soggiorno alle Maldive, anche nel pieno rispetto della popolazione, degli usi e dei costumi dei locali. Questa forma di accoglienza è nata da pochi anni, e vivere l’esperienza di essere ospiti in abitazioni private (come peraltro succede già a Cuba, nelle casas particulares) darà un’impronta sicuramente autentica al soggiorno.

Una delle prime guest house aperta ai turisti, Villa Stella, si trova sull’Isola dei Gioiellieri dove in compagnia del proprietario di casa si può imparare a vivere la quotidianità lontana dall’artificialità dei villaggi turistici.

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Prima dell’istituzione regolamentata di queste guest-house il turismo era limitato ai resort self-contained, dove gli ospiti di rado escono dai villaggi e hanno un vero scambio con la popolazione locale e soprattutto gli ospiti che si recano in villaggi contribuiscono veramente poco all’economia locale. Questo tipo di “turismo enclave” in cui l’interazione con i locali è limitata è il contrario del turismo “sostenibile” e soprattutto responsabile.

Infine, qualsiasi sia la vostra scelta circa la sistemazione alle Maldive, è importante ricordare che l’Islam è la religione ufficiale dello Stato, e dunque vi sono sistematiche limitazioni rispetto ai costumi occidentali che, a un turista poco consapevole, potrebbero sembrare quasi “scontati”.

Sono proibite missioni religiose e la pratica pubblica di culti diversi dall’Islam, fuori dai resort è opportuno non mangiare carne di maiale e bere alcolici, è segno di rispetto togliere le scarpe dentro gli ambienti chiusi, soprattutto nelle case altrui, così come nei luoghi di culto come le moschee, dove peraltro spesso l’accesso è interdetto ai non musulmani.

È bene ricordare agli uomini di non restare a torso nudo se non in spiaggia e alle donne di indossare parei; si può restare in costume da bagno durante i giri in barca e durante le visite alle isole deserte, ma non sulla spiaggia.

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