Farsi una pedalata quando si è immersi nel verde è una sensazione fuori dal mondo, sia che si conoscano i sentieri, che non. C’è sempre voglia di andare avanti, ma una pedalata in sicurezza su una bicicletta non implica sempre che la voglia sia un bisogno assoluto da soddisfare sempre. Claro?
Il vento è bello, le vibrazioni della sella sono belle, pedalare in libertà è bello. Tutto molto bello, tranne quando si rischia la propria bici (o una gamba) senza una reale situazione di emergenza: siamo ciclisti in gara? No, siamo GoodTrekkers, e ci godiamo il viaggio… in modo da farne di più.
Un memorandum con alcune delle novità dell’anno scorso
Prima di cominciare con varie ed eventuali raccomandazioni tecniche, c’è una lista di cose da tenere a mente, e non tutte derivano da noi. Fuori dal come si accende una moto o una auto, guidare va ben oltre il saper utilizzare uno strumento bello, costoso e ruggente (o meno).
C’è il codice della strada da ricordare sia quando si guida che quando si pedala. La bicicletta è denominata velocipede nel CdS, anche quelle a pedalata assistita. Per quanto l’articolo 182 sia controllabile qui, e anche le modifiche dell’anno scorso abbiano cambiato qualcosa, ecco alcuni punti in breve:
Ricordiamo tutto questo perché se anche farsi una pedalata nella natura possa essere vicino casa, qualche tratto stradale potrebbe essere necessario. Non è automatico andare direttamente in bicicletta, ma quando è possibile, meglio evitare problemi.
Piccolo bonus. Se usate i treni da marzo (almeno Trenitalia) forza che bici e monopattini si portino messi in una sacca che non va oltre 80x110x45 cm. Tutte le info qui. Ed ora, cominciamo coi consigli propriamente detti.
Leg day? Nessuno?
Potrebbe sembrare una competizione, ma non lo è. Forse una questione di machismo o fitness becero, ma sforzarsi come gli altri ciclisti o seguirli per qualche regola non scritta non è una necessità. Pedalare non è una questione di aspettative, ti stai godendo una pedalata nel verde nel tempo libero. Tu e la tua bicicletta.
Detto questo, a tal proposito: se siete alle prime armi evitatevi per lo stesso motivo di fare il passo più lungo della ruota. Evitate i dislivelli che vi stancano e scegliete i percorsi basandovi sulla vostra forma fisica. La prima discriminante in assoluto? La questione dislivello.
GoodTrekker su una mountain bike sul picco di Seceda, in Trentino
Per fare una pedalata come si deve serve la bicicletta adatta. Le bici da trekking sono quelle perfette sui percorsi per le strade asfaltate, comode comode se hai intenzione di macinare chilometri. Sono chiamate da cicloturismo e hanno un telaio più robusto e resistente delle altre, con pneumatici larghi e una seduta eretta, comoda anche dopo ore. Insomma, sono quelle in cui si passa dall’asfalto ai terreni accidentati, caricabile coi bagagli, luci, parafanghi e computerino da manubrio. Le mountain bike (abbreviate in MTB) sono quelle per i percorsi prettamente off-road e servono per dare la tenuta più alta possibile. Servono quando sapete di dovervi fare terreni anche accidentati, o comunque salite ripide e terreni scivolosi. Ci sono di 3 tipi.
Le hardtail servono per le maratone, ammortizzate davanti, ma sono adatte ai novizi. Le full suspension sono ammortizzate davanti e dietro e sono da terreni sconnessi. Le downhill hanno un telaio più robusto, manubri larghi e sospensioni migliori, apposite per le discese molto ripide. Le gravel e le bici da corsa invece sono una categoria di bici simili fra loro ma diverse per l’uso. Le bici da corsa possiamo intuirle: sono da asfalto e andarci in off-road è un rischio da non correre. Le gravel invece fanno proprio questo: vanno bene sia su asfalto che su sterrato, ghiaia e sabbia, un evergreen. Specie su buche e sampietrini.
Menomale che Maps c’è.
Andiamo sul semplice: pianificare, pianificare, pianificare. Questo vale specialmente quando si va nei parchi, che hanno le proprie regole, ognuno. Nei parchi specialmente vengono messe regole diverse in modo da rispettare il transito pedonale. Alcuni sentieri poi si fanno solo in salita o in discesa, quindi prevenire è meglio che curare (o pagare a buffo). Specie quando viene esplicitamente segnalato un percorso e si decide di fare una scorciatoia che non s’ha da fare.
Pianificare è uno dei primi step e la prima cosa è sicuramente controllare il meteo per sapere quando andare; poi si sceglie la bicicletta e poi si sceglie l’attrezzatura giusta. In questo ordine. Meteo sì, meteo no? Asfalto, off-road? Tutta una tirata o un percorso di più giorni? Ci sono piste ciclabili? In sintesi, fatevi delle domande e datevi delle risposte. E non solo: come detto prima, scegliete ciò che potete fare anche basandovi sul vostro corpo, e allenatevi anche pedalando.
Il minimo necessario
Ultimo ma non ultimo: gli “accessori”. Le protezioni ed il casco sono il minimo sindacale, strade asfaltate e non. Cadere fa male e vivere un altro giorno non è poi così male. Portatevi un piccolo kit di pronto soccorso, acqua a sufficienza e cibo, anche in previsione di consumarlo in maniera smart (barrette, per capirsi, o comunque cose poco spaziose). Non l’equipaggiamento per una grigliata, ma le gomitiere. È utile equipaggiarsi a dovere per una pedalata in sicurezza. Possono servire:
E altre cosette che potreste trovare qui. Ricordatevi sempre di una cosa, però: quando non riuscite, non dovete per forza. As in, se un certo percorso vi è difficile da fare in bici e dovete farlo a piedi, non fate castronerie pur di riuscirci. È come giocare in single player: l’unica persona con cui state forse gareggiando è voi stessi ed il tempo. Null’altro. Buon divertimento!
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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