Superstizione o fede? Scopri perché sulle cime delle montagne vengono messe le croci

Emma Valenti  | 03 Set 2023
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Le escursioni in montagna sono sempre tutte uniche; ogni vetta conquistata ha un’emozione unica da offrire ad ognuno di noi. Tuttavia, sussiste un elemento che accomuna le nostre esperienze: la presenza delle croci sulle cime delle montagne. In realtà, le troviamo anche lungo il cammino, le osserviamo, ma non sempre ci fermiamo a riflettere sulla loro ragione di essere. Oggi, cercheremo di capire insieme come mai questo simbolo spesso ci accompagna mentre creiamo i nostri ricordi più belli.

Quale è il vero significato delle croci sulle montagne?

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Le ragioni possono essere varie. Spesso, le croci vengono messe in luoghi simbolici. Le troviamo su quelle cime che ci raccontano la morte di uomini in guerra, segnano le trincee e i confini. Oltretutto, le vediamo sui posti che contrassegnano la morte di escursionisti in alta quota, per non parlare della volontà di avvicinarsi al divino. Al di là di ogni credenza religiosa, nella maggior parte dei casi, le croci sono simboli che mirano ad unire. Tuttavia, ne esistono alcune per ragioni di natura cristiana. Prendiamo l’esempio della croce bianca che si trova sul monte Musinè, nelle vicinanze di Torino. La ragione della sua esistenza è da ricondursi alla celebrazione dell’anno giubilare del 1900, la quale avvenne nel 1901, l’11 novembre, proprio sulla vetta del monte Musinè, ai piedi della croce. In questo caso ci troviamo di fronte ad un simbolo che vuole rappresentare un forte senso di appartenenza alla comunità. Sulla base di questo monumentale segno cristiano troviamo scritto: “A perpetuo ricordo della vittoria del cristianesimo contro il paganesimo riportata in virtù della croce nella valle sottostante in principio del secolo IV.”

Le polemiche riguardo alle croci in alta quota

Come per qualunque simbolo di natura religiosa, ci sarà sempre qualcuno che obbietterà. Ovviamente, se ciò viene fatto con rispetto e consapevolezza, è un diritto sacro santo di ognuno di noi. Tuttavia, a volte i dibattiti etici arrivano oltre la ragione. In Baviera, ad esempio, un uomo armato di accetta aveva provocato un forte allarme. Egli girava sulle cime delle montagne, abbattendo le croci in vetta. Questo dibattito venne aperto dal CAI, espandendosi successivamente nelle regioni di lingua tedesca. Friedrich Macher (presidente dell’Associazione alpina tirolese) si schiera a favore di questi monumenti, riconoscendo la soggettività del sentimento, ma ribadendo di non aver mai conosciuto un escursionista che non abbia avuto un momento di contemplazione di fronte a questo simbolo. Tuttavia, il CAI esprime quanto le croci siano “anacronistiche“. La società di oggi, infatti, non si rispecchierebbe più in questo tipo di credenza. Installarne altre non avrebbe dunque senso. Ad ogni modo, lo stesso CAI riconosce l’importanza di non eliminare quelle già erette, in segno di rispetto per la tradizione. Eppure, le guide turistiche di Alagna cominciano a rimuoverle, con l’intento di porle in un memoriale. Il dibattito è aperto. Ciò non giustifica comunque atti di vandalismo (come quelli in Baviera).

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Emma Valenti
Emma Valenti

Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.



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