La gioia dell’estate in montagna: ecco i 5 rifugi alpini più alti e come arrivarci

Leonardo Anchesi  | 05 Lug 2023
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Mete preferite, vacanze alternative o, certe volte, vere e proprie ancore di salvezza, i rifugi alpini sono strutture indispensabili all’interno del grande ecosistema del trekking e dell’alpinismo. Sapere di avere a disposizione un rifugio come punto di arrivo di un’escursione o come campo base, è una tranquillità fondamentale per chi ama la montagna e, ancor di più, per chi si cimenta in lunghe traversate che, senza i rifugi alpini, sarebbero decisamente più difficoltose se non addirittura pericolose. L’Italia è letteralmente costellata di rifugi, sia sulle Alpi che lungo la dorsale appenninica; andiamo a scoprire insieme quali sono i cinque più alti e come raggiungerli al meglio sfruttando i sentieri a disposizione.

Si parte dal basso: Rifugio Pagarì


Iniziamo a scalare la top five dei rifugi più alti in Italia partendo dal basso, ossia dal Rifugio Marchesini-Federici al Pagarì che, oltre a essere quello collocato a una minor altitudine nella classifica (2627 metri s.l.m.), è anche quello più a sud rispetto agli altri. La struttura si trova, infatti, nella catena delle Alpi Marittime e più precisamente nel territorio del comune di Entracque, in provincia di Cuneo. Costruito tra il 1912 e il 1913, il Pagarì rappresenta da allora un punto d’appoggio privilegiato per le escursioni sul gruppo del Monviso e del Gran Paradiso. Per raggiungerlo sarà necessaria un’escursione di circa 4 ore e mezza, con partenza da San Giacomo di Entracque, adatta a chi ha già una certa esperienza in montagna.

Si svetta oltre i 3000 al Rifugio Gianni Casati


Il quarto posto è occupato dal Rifugio Gianni Casati, grazie al quale si può dormire oltre i 3000 metri di altitudine (3269 metri s.l.m.) nella meravigliosa cornice del gruppo Ortles-Cevedale in Valtellina. La struttura è decisamente imponente, adatta a ospitare ben 180 persone, un numero decisamente maggiore rispetto alla maggior parte dei rifugi alpini. Il rifugio rappresenta il punto di partenza privilegiato per le ascensioni al Monte Cevedale e al Gran Zebrù. Potrete raggiungere la struttura partendo dal Rifugio Forni (2000 metri s.l.m.) in circa 3 ore e mezzo, affrontando un dislivello di 1270 metri. All’arrivo, la maestosa struttura vi accoglierà in tutta la sua magnificenza come un approdo sicuro.

Il podio inizia con il Capanna Punta Penia


Sempre situato sopra i 3000 metri, sul gradino più basso del podio si trova la Capanna Punta Penia, struttura ricettiva per alpinisti sulla Marmolada, a 3340 metri s.l.m. nel comune di Canazei. Rispetto a quelle viste sin ora, la struttura è decisamente più piccola e più spartana; tuttavia, può accogliere fino a 9 alpinisti ed è un punto di appoggio vitale per le traversate della Marmolada. Il piccolo rifugio è stato costruito alla fine degli anni Quaranta, fruttando una vecchia postazione austroungarica risalente alla Grande Guerra. Raggiungerla, però, non è un’impresa semplice, esclusivamente riservata agli alpinisti esperti. Le vie di accesso, infatti, sono sostanzialmente tre, tutte piuttosto complicate: dal versante nord attraverso il ghiacciaio, tramite la ferrata a ovest o, in alternativa, scalando la parte sud.

Si va sul Rosa la Rifugio città di Mantova


Sul Monte Rosa si trovano i due rifugi più alti di tutta Italia. Cominciamo con il secondo posto, occupato dal Rifugio città di Mantova, a 3.498 metri s.l.m, costruito nel 1984 e oggetto di un importante ampliamento nel 2009. La struttura rappresenta il punto di partenza privilegiato per raggiungere la vetta del Monte Rosa, seconda cima più alta d’Italia e monte più alto della Svizzera, con cui condividiamo la montagna. Il rifugio, che può arrivare ad ospitare sino a 80 alpinisti, è raggiungibile in circa un’ora di escursione partendo da punta Indren, dove arrivano gli impianti di risalita, oppure con un trekking di difficoltà EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura) di circa 2 ore e mezzo, dedicato solo agli alpinisti esperti, partendo dal Gabiet.

Capanna Regina Margherita si conferma il rifugio più alto d’Europa


Medaglia d’oro per la struttura intitolata alla regina d’Italia Margherita di Savoia, che qui soggiornò nel 1893, anno dell’inaugurazione della sua inaugurazione. Il rifugio si trova sulla Punta Gnifetti a 4556 metri s.l.m. e può ospitare fino a 70 alpinisti. La struttura, oltre a vantare una serie di record dovuti all’altitudine del suo collocamento, è un complesso che può anche essere utilizzato come base scientifica per gli studi della montagna. Raggiungere il rifugio è un’impresa dedicata solo agli alpinisti più esperti e con esperienza specifica su neve e ghiaccio; le vie di acceso sono tre e tutte molto difficili:
– dalla Capanna G. Gnifetti attraverso i ghiacciai del Lys in circa 4/5 ore di cammino interamente su ghiacciaio
– dalla Monte Rosa Hutte attraverso il ghiacciaio del Grenz in circa 5 ore di cammino interamente su ghiacciaio
– dal Bivacco L. Resegotti per la cresta sud-est (Cresta Signal) con un itinerario alpinistico di notevole difficoltà.

Credit foto:
Rifugio Pagarì
Rifugio Gianni Casati
Capanna Punta Penia
Rifugio città di Mantova
Capanna Regina Margherita

Leonardo Anchesi
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