Gli atolli italiani a piedi: una passeggiata a Favignana

Leonardo Anchesi  | 27 Mag 2023
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L’estate si avvicina ogni giorno di più e gli atolli italiani iniziano a diventare le mete più desiderate da tutti i vacanzieri. E fra di essi spicca, senza ombra di dubbio, la meravigliosa isola di Favignana, situata a pochi km dalla costa occidentale della Sicilia, nel piccolo arcipelago delle isole Egadi. Il piccolo atollo, oltre a regalare spiagge e scorci di costa incantevoli, è una destinazione perfetta anche per chi ama il trekking; sulla piccola isola sarà infatti possibile dilettarsi in lunghe passeggiate, che vi aiuteranno a scoprirne anche gli angoli più nascosti e remoti. Un piccola guida vi condurrà passo passo alla scoperta di questo meraviglioso atollo siciliano, dei suoi sentieri e della storia unica che lo caratterizza.

Trekking a Favignana: una valida alternativa al mare

Sentieri_di_Favignana
La spiaggia, per quanto accattivante, non sempre rappresenta il modo migliore di esplorare ed apprezzare un determinato territorio e Favignana, nota anche come la regina delle Egadi, non fa di certo eccezione: per quanto il suo mare sia al pari, se non superiore, a quello di mete ben più esotiche, in termini di bellezza e pulizia, il modo migliore per apprezzare appieno questo territorio unico è ammirandolo dall’alto. Sfruttando le cime di monte Santa Caterina, che con i suoi 314 metri s.l.m è il più alto dell’isola, di Punta della Campana (296 m.s.l.m.) e Punta Grossa (256 m.s.l.m.) sarà infatti possibile avere una visuale a volo d’uccello su tutta l’isola e così godere di un colpo d’occhio unico e indimenticabile.

L’alba di Favignana: il percorso per scoprire la parte orientale dell’Isola

Cala_azzurra_Favignana
Un semplicissimo percorso ad anello, lungo poco meno di 13 km e privo di pendenza, vi porterà a scoprire la parte orientale del piccolo atollo nostrano. Partendo dal centro del paese dovrete percorrere il sentiero che punta a est, lasciando quindi il mare alla vostra sinistra. Attraverso le antiche cave di pietra e le cale più caratteristiche, come Cala Rossa e Cala Azzurra, andrete a compiere un lungo anello che vi ricondurrà al punto di partenza. Se siete particolarmente mattinieri o semplicemente molto romantici, l’esposizione a est vi permetterà di assistere a una delle albe più spettacolari della vostra vita.

Passaggio a ovest andando a caccia del tramonto più affascinante

Tramonto_a_Favignana
Poco meno di 16 km e 250 metri di dislivello per godere di uno dei tramonti più spettacolari di sempre; può valerne la pena? Indubbiamente sì! Partendo sempre dal centro del piccolo borgo, si punterà verso sud, aggirando le pendici del monte Santa Caterina, per poi puntare decisi verso occidente. Raggiunto il mare, il sentiero piega con decisione a destra, verso nord, iniziando a seguire la costa. Senza ulteriori deviazioni tornerete verso il punto di partenza, non prima però di aver affrontato la salita verso la Croce, punto panoramico da cui potrete godere di una vista mozzafiato.

Sul tetto di Favignana: l’escursione che vi condurrà nel punto più alto dell’isola

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L’esplorazione del piccolo atollo non può essere completa se non si tocca anche la punta più alta: il monte Santa Caterina, facilmente raggiungibile con un breve percorso sotto gli 8 km. Partendo sempre dal paese, immancabile campo base, si proseguirà puntando direttamente verso la cima, facilmente individuabile dalla presenza delle rovine del Castello di Santa Caterina, antica fortezza aragonese. Raggiunta la sommità si potrà godere di una vista a 360° su tutta l’isola, veramente unica e accattivante. Proseguendo oltre la vetta si inizierà  la discesa, formando un piccolo che andrà a ricongiungersi con il sentiero già sfruttato per la salita.

Verso Punta Longa: il trekking adatto anche i meno allenati

Punta_longa
Per concludere, una semplice passeggiata per scoprire Punta Longa, la caratteristica lingua di terra che si sviluppa sulla costa meridionale dell’isoletta. Un breve percorso di circa 6 km, privo di dislivello, vi permetterà di scoprire anche il lato meridionale di Favignana. Partendo dal borgo, infatti, si punterà con decisione a sud sino a raggiungere Punta Longa, dalla forma inconfondibile. Un breve giro della piccola area vi servirà per rimettervi in direzione del punto di partenza.

Favignana: una storia unica e avvincente

Questa fantastica isola, oltre a possedere un territorio unico, vanta una storia veramente avvincente. Le prime presenze umane sono attestate a partire dal paleolitico superiore e si hanno evidenze che l’isola fosse nota anche agli antichi Greci. La prima civiltà ad aver abitato Favignana fu, tuttavia, la civiltà fenicia, a partire dall’VIII secolo avanti Cristo, sino a entrare definitivamente nell’orbita romana nel 241 a.C., dopo la battaglia finale della prima guerra punica, combattuta proprio nelle acque antistanti al piccolo arcipelago delle Egadi. Con la caduta dell’Impero Romano d’occidente su Favignana si alternarono diversi dominatori: Vandali, Goti e Saraceni si susseguirono nella dominazione del territorio, facendo sì che sull’isola sia presente un ricchissimo patrimonio archeologico e culturale.
La dominazione Normanna, a partire dall’XI secolo, fu quella iniziò a modificare l’aspetto di Favignana, costruendo i forti di San Giacomo e di Santa Caterina. L’isola seguì quindi il destino del resto della Sicilia, diventando, alla fine del XIII secolo, territorio della corona aragonese, per poi seguire la strada borbonica, sino agli eventi dell’Unità d’Italia.

Il Castello di Santa Caterina: una storia lunga nove secoli

Il Castello, costruito sulla cima più alta dell’isola e ancora esistente, ebbe lunga vita. Edificato dai normanni su un sito ove sorgeva un’antica torre di avvistamento saracena, oggi, si presenta nella sua forma aragonese, acquisita verso la fine del XV secolo. Realizzato in pietra calcarea, a pianta rettangolare con sporgenze sui quattro spigoli, la fortezza era munita di un piano completamente interrato nella roccia della montagna, oggi completamente occluso; questo particolare fece sì che la struttura, attraverso  i secoli, sia stata sfruttata anche come carcere, oltre che come guarnigione di soldati, che venivano molto probabilmente acquartierati nelle stanze con la volta bassa situate al primo piano, oggi allo stato di rudere. Secondo una stima, solo durante il regno delle Due Sicilie, fra il 1734 e il 1848, nel carcere di Santa Carina espiarono la propria pena ben 32.000 prigionieri, la maggior parte rinchiusi quali dissidenti del dominio borbonico.

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