Giornate stressanti? Ecco come il trekking può diventare un vero e proprio momento di relax

Emma Valenti  | 16 Lug 2023
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Un respiro un po’ più profondo, il battito cardiaco è regolare, la calma entra nello spirito come un leggero battito d’ali di una farfalla. Il contatto con la natura, il movimento lento e regolare del nostro organismo che entra in contatto con l’ambiente circostante. Questa è solo la punta dell’iceberg del trekking meditativo. Scopriamo insieme come praticarlo e perché è così benefico.

Come praticare il trekking meditativo

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Questa pratica si distingue per la scelta in primis di paradisi immersi nella natura, lontani dai rumori delle grandi città e da luci artificiali. Tali posti sono generalmente in montagna, avvolti da flora e fauna estremamente vive e rigogliose. Fattore importante sarebbe l’assenza di dispositivi tecnologici o la loro mancata visione. È chiaro che i luoghi così naturali sembrano un paradiso alla vista ed è perfettamente normale voler fare foto.

Tuttavia, per un’esperienza immersiva e benefica al massimo, sarebbe meglio cercare di limitare il più possibile distrazioni tecnologiche, al fine di ritrovarsi per davvero in un luogo senza tempo che ci permette di ricollegarci con la musica primordiale: il silenzio…o per meglio dire la musica naturale. Gli uccellini, il rumore delle foglie d’autunno sotto i nostri piedi, il vento tra i capelli. È proprio per un più vivo contatto con il bosco che in molti posti vi sono postazioni apposite ove si è incoraggiati a camminare scalzi, su sassi, pezzi di corteccia, foglie, proprio come gli abbracci agli alberi. Sono tutte metodologie che aiutano l’individuo a sentirsi nuovamente parte di un tutto più grande.

Perché fa così bene 

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I benefici del trekking meditativo sono immensi. Pensando ad una grande fetta della popolazione, l’umanità vive in città ove il verde non predomina più da molto tempo, facendo perdere alla gente la concezione che, in realtà, è dalla natura che veniamo, è della natura che siamo parte, è dalla natura che torniamo quando ce ne andiamo.

La possibilità di riconnettersi a questa grande realtà e di sentirsi parte di qualcosa sulla quale (per quanto ci proviamo) non abbiamo il controllo…è questa la principale ragione per cui il trekking meditativo fa così bene: camminare è un movimento istintivo, e la natura circostante ci aiuta a calmare un animo sempre più in tumulto a causa del lavoro, gli impegni, i problemi grandi o piccoli che siano che mai sembrano finire. Così, il trekking meditativo, se praticato correttamente, è uno spazio di respiro che ci divide per un po’ da quello che meno ci permette di respirare: lo stress.

Emma Valenti
Emma Valenti

Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.



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