Erbe spontanee commestibili, come riconoscerle lungo il vostro percorso

Maria Bolettieri  | 20 Mar 2023
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Negli ultimi anni si è diffusa la passione per la raccolta delle erbe spontanee commestibili che ha investito non solo gli chef stellati, ma anche gli appassionati di cucina che amano sperimentare nuovi abbinamenti.
Se siete amanti dell’escursionismo e siete curiosi di conoscere le
piante selvatiche edibili che incontrate lungo il vostro percorso, tuffatevi in una passeggiata alla scoperta di queste erbe, delle proprietà e dei loro benefici. La stagione primaverile è perfetta per chi vuole accostarsi a questo mondo e a un’alimentazione ecosostenibile e biologica che segua il ritmo della natura!

1 Cos’è il foraging? 

Per chi si stia chiedendo se la raccolta delle erbe spontanee commestibili abbia un nome, il termine usato per quest’attività è foraging. Cos’è esattamente il foraging e quali sono le sue origini? Questo esercizio consiste nell’andar per boschi e prati a cogliere i frutti spontanei e le piante edibili.
Sebbene molto praticata in Nord Europa, la raccolta delle erbe ha origini molto antiche, risale addirittura alla preistoria. Per millenni le popolazioni preistoriche hanno appreso dagli animali la conoscenza delle erbe selvatiche. Hanno così iniziato a sfruttarne i benefici medici e le loro caratteristiche nutritive. Col tempo e con il passaggio all’agricoltura la raccolta delle erbe è andata a perdere la sua funzione primaria restando così solo nell’ambito della fitoterapia piuttosto che adibita a uso alimentare.

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Nei periodi di carestia questa pratica è tornata in auge per la sussistenza. È nota come alimurgia, ovvero la scienza che studia l’utilizzo delle erbe selvatiche edibili. Sicuramente i nostri nonni e gli anziani, che hanno vissuto il periodo delle guerre mondiali, hanno appreso a riconoscere tali piante e a utilizzarle in cucina per arricchire i piatti della tradizione.
Oggi sono molti i manuali e i corsi che trattano di questo argomento, ma quali sono le erbe spontanee commestibili più conosciute e come imparare a riconoscerle e raccoglierle durante le vostre escursioni?

2 Quali sono le erbe spontanee commestibili?

Ecco una lista delle erbe spontanee commestibili più diffuse e di alcuni consigli su come riconoscerle e raccoglierle lungo il vostro percorso. 
Ortica (Urtica dioica): nota appunto per il potere urticante, le sue foglie pelose possono essere raccolte e consumate previa cottura, in zuppe, minestre, frittate, pasta o decotti. Sono ricche di vitamine e minerali, favoriscono la diuresi e sono utili per i dolori da artrite e da reumatismi. Attenzione a non toccarla a mani nude!

Tarassaco: i fiori gialli del “dente di leone” crescono in tutta Italia soprattutto nelle aree a clima umido. Le foglie di Taraxacum officinale sono commestibili e possono essere consumate crude o cotte, nelle insalate o come contorno. I suoi fiori possono essere utilizzati per preparare tisane o marmellate. È perfetto per la diuresi e il fegato ed è inoltre ricco di fibre e minerali. Portulaca: chiamata anche porcellana, porcacchia o erba fratesca, la Portulaca oleracea, è caratterizzata da piccole foglie carnose e arrotondate e apprezzata per le sue proprietà nutritive. È ricca di vitamine, minerali e antiossidanti. Inoltre è utilizzata come rimedio naturale per trattare disturbi gastrointestinali e per ridurre la pressione sanguigna. Provatela saltata in padella!
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Malva (Malva sylvestris): caratterizzata da una conformazione a grappolo, il suo fiore ha cinque petali viola che presentano delle striature. L’utilizzo nei decotti, soprattutto nei mesi invernali, sprigiona vitamina A e C, ed è davvero un toccasana per il mal di gola! 
Borragine: è caratterizzata da un fusto peloso da fiori blu a forma di stella con cinque petali. Le foglie della Borago officinalis sono molto ricche di vitamina C e vengono usate sia crude che cotte come ingrediente di insalate, minestre o frittate. I suoi fiori invece sono perfetti per infusi e tisane con effetto antinfiammatorio e depurativo. Attenzione a non confonderla con la mandragora! 

2.1 Come riconoscere le erbe spontanee commestibili?

Tra le altre piante edibili ricordiamo il finocchio selvatico, l’equiseto, il biancospino, l’artemisia e molte altre. Ma come riconoscerle esattamente e come raccoglierle?
Riconoscere le erbe spontanee commestibili può essere un’attività molto gratificante, ma anche delicata e potenzialmente pericolosa se non si ha familiarità con le piante. Prima di mangiare qualsiasi erba spontanea, è importante avere a disposizione una guida affidabile per identificarla correttamente. Ci sono molti libri disponibili, sia in formato cartaceo che online, ma è importante assicurarsi che siano stati scritti da un esperto di botanica.
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Osservare attentamente la pianta è molto importante e bisogna farlo in modo accurato, studiando le sue caratteristiche come la forma delle foglie, la dimensione, il colore, la struttura del fusto e del fiore. In particolare, capire e riconoscere soprattutto le differenze tra le piante commestibili e velenose. Se volete addentrarvi in questa pratica in maniera seria, il nostro consiglio è quello di acquistare un libro che vi illustri in dettaglio come riconoscere le erbe spontanee commestibili.  Se conoscete qualcuno che attua il foraging, chiedete dei consigli o fatevi accompagnare. Oggi in giro ci sono molti raccoglitori esperti, o addirittura corsi offerti dalle aziende e dagli agriturismi che insegnano a conoscere le piante selvatiche edibili. 

2.2 Come raccogliere erbe spontanee commestibili?

La raccolta delle erbe spontanee commestibili deve essere fatta con attenzione e rispetto per l’ambiente circostante e le norme locali. Conoscere le piante, scegliere il periodo, l’ora, il luogo giusto e utilizzare gli strumenti giusti può aiutare a garantire una raccolta sicura ed ecologicamente sostenibile.
Certamente la
primavera è il periodo in cui la natura rinasce e le piante invadono prati, boschi e sentieri con i loro vivaci colori. Anche l’autunno è un’occasione ideale, perché la terra ci regala fantastici frutti!
Il momento migliore della giornata è sicuramente al
mattino presto, poiché le piante sono ancora idratate e bagnate dalla rugiada.
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Evitate le piante vicino alle strade e alle zone inquinate potrebbero essere state contaminate. Non siate ingordi: raccogliere tutte le piante che si trovano in una determinata area potrebbe danneggiare l’ecosistema locale. Portate con voi solo alcune piante e lasciatene altre per garantire la riproduzione e la sopravvivenza della specie.
È molto importante utilizzare attrezzi adatti come forbici, coltelli o guanti in modo da evitare danni alle piante e alle vostre mani! Dopo aver raccolto le erbe assicuratevi di pulirle accuratamente per rimuovere eventuali impurità o sostanze nocive e conservatele in modo adeguato per mantenerle fresche più a lungo.
Che voi siate esperti raccoglitori o esploratori alle prime armi l’importante è equipaggiarsi con l’attrezzatura giusta e andar per erbe in modo sicuro e responsabile!

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Maria Bolettieri
Maria Bolettieri

Lucana di nascita e nomade per vocazione, ama viaggiare a 360°. Da sempre affascinata dalla scrittura e dal mondo del turismo, ha realizzato itinerari e audioguide per diversi Tour Operator, agenzie di viaggio e musei. Come web editor racconta le sue passioni (Travel, Food e DIY) collaborando con blog a tema. Dal trekking urbano alle passeggiate nella natura, è sempre un buon momento per godere della bellezza che ci circonda e trasmetterla con le parole.



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