Anche l’Italia nella nuova lista UNESCO! Questo sito sull’Appennino è veramente unico

Emma Valenti  | 21 Set 2023

Un obiettivo fieramente centrato, l’apoteosi della dimostrazione della bellezza del mondo. Quando un sito, sinonimo di meraviglia naturale, viene proclamato patrimonio dell’umanità, nel nostro cuore sappiamo che ci troveremo senza parole andandolo a vedere. Ecco che l’Emilia-Romagna raggiunge molto recentemente questo obiettivo. Il 19 settembre 2023 sarà per sempre ricordato come il giorno in cui i Gessi Emiliano Romagnoli hanno raggiunto la vetta: il riconoscimento da parte dell’UNESCO come patrimonio dell’umanità. A sostenere la candidatura è stato il CAI nazionale e dell’Emilia Romagna. Andiamo dunque a scoprire le freschissime novità che riguardano questo nuovo fantastico raggiungimento.

La riunione di Riyad: il riconoscimento dei Gessi Emiliano Romagnoli

È stato il Comitato internazionale dell’agenzia delle Nazioni Unite a riconoscere l’unicità dei Gessi Emiliano Romagnoli. Stiamo parlando di un sito che si estende in ben sette aree estese tra Reggio Emilia, Bologna, Rimini, e Ravenna. È un enorme traguardo, che per l’Emilia-Romagna arriva per la seconda volta: infatti, vediamo le Faggete vetuste delle Foreste Casentinesi come primo sito della regione a ricevere tale onore. In Italia, i Gessi Emiliano Romagnoli si posizionano come il sesto paradiso terrestre ad essere nominato patrimonio dell’umanità. Come sappiamo, ovviamente, nulla accade senza il duro lavoro. L’Emilia-Romagna ne è l’esempio, a seguito di ben sette anni d’impegno. Per questo enorme traguardo è meritevole non solo la regione, ma anche le Università di Modena, Reggio Emilia e Bologna, per non palare poi della Soprintendenza e degli Enti di gestione dei Parchi (ben quattro). Tutto ciò è stato possibile anche per la collaborazione stretta con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Questo premio è anche il risultato di tanta cura, oltre che ovviamente del naturale Eden che ci si prospetta davanti visitando i Gessi Emiliano Romagnoli.

Andiamo alla scoperta del secondo Eden dell’Emilia Romagna

Questo sito racchiude al suo interno ben tre meraviglie anch’esse uniche nel loro genere. Stiamo parlando della grotta epidemica più lunga del mondo (ben 11 km), la più profonda (265 m) e la sorgente salata più grande di tutta Europa. Oltre a questo, non dobbiamo dimenticare la varietà davvero impressionante di minerali. Le forme carsiche, che ci meravigliano lungo il nostro percorso, sono un punto di riferimento per gli studi sui fenomeni di carsismo all’interno della categoria delle evaporiti. Ciò è una verità sin dal XVI secolo. Iniziamo il nostro percorso all’interno dei Gessi Emiliano Romagnoli con l’importantissima testimonianza che ci offrono le rocce evaporitiche. Infatti, i Gessi Triassici si formarono 200 milioni di anni fa con la rottura della Pangea. Ricordiamo anche il momento in cui si formarono i Gessi Messiniani, quando il Mediterraneo diventò un grandissimo lago salato (circa 6 milioni di anni fa). In tutta questa meravigliosa struttura fatta di caverne e rocce evaporitiche possiamo visitare i Gessi Bolognesi e la cosiddetta Vena del Gesso Romagnola.

I Gessi Bolognesi

Il Parco Regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa nasce nel 1.988. Siamo a due passi da Bologna e troviamo un paesaggio mozzafiato, tra gesso cristallino e calanchi. Siamo di fronte a ben 5.000 ettari facenti parte dei Gessi Emiliano Romagnoli che compongono un’area protetta piena di miracoli naturali, la cui vista rimane per sempre nella nostra mente e nel nostro cuore. L’unica grotta visitabile è la grotta della Spipola. La visita è adatta anche ai bambini di più di otto anni sempre accanto ad una guida. Stiamo parlando di una vera e propria avventura speleologica che va affrontata con abbigliamento adatto, cosa che ci verrà comunicata molto chiaramente in fase di prenotazione. Il biglietto intero è di 16 euro, mentre è di 8 euro per minorenni e gli over 65. La scoperta di questa famosa grotta dei Gessi Emiliano Romagnoli avvenne nel 1.932 per mano di Luigi Fantini, il quale si calò dal cosiddetto “Buco del calzolaio” per iniziare l’esplorazione. Questa incredibile meraviglia rimane nel cuore di chiunque la veda.

La Vena del Gesso Romagnola

I Gessi Emiliano Romagnoli ospitano la suggestiva Vena del Gesso Romagnola. Stiamo parlando di un’intera catena montuosa costituita quasi esclusivamente da gesso. Questa meraviglia naturale si estende per ben 25 km. La storia di questo unico ed irripetibile capolavoro pazientemente formato da Madre Natura risale alla crisi di salinità messiniana. Lo stretto di Gibilterra si chiuse facendo sì che l’acqua evaporasse formando una concentrazione di sali, tra cui il gesso. Ciò diede vita ai depositi evaporitici di enorme dimensione. L’acqua sciolse lentamente il gesso, formando più di 200 grotte che si sviluppano su 40 km. Le forme carsiche presenti in superficie sono soggette ad un fortissimo interesse degli studiosi. Gli animali che dominano questo habitat sono specie che prediligono un clima caldo e arido, che convivono con specie che vivono meglio in un ambiente montano. Ciò è dovuto dall’enorme estensione di questa catena montuosa. Anche l’uomo ha lasciato moltissime testimonianze della propria attività nel corso del tempo.

Informazioni utili

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Immagine gessi bolognesi

Foto vena del gesso romagnola

Emma Valenti
Emma Valenti

Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.



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