3 meravigliosi laghi alpini da raggiungere solo a piedi: delle vere e proprie gemme di alta montagna

Emma Valenti  | 10 Mar 2024
Vista dall'alto del meraviglioso lago Brocan - SH: 2275418013

I laghi alpini sono una meraviglia tutta da esplorare. La tranquillità della natura, la pace tutto attorno. Si tratta veramente di gemme che risplendono in alto nelle montagne. Oggi, andremo insieme alla scoperta di tre laghi immersi nella natura montana che ti cattureranno il cuore.

Uno dei laghi alpini che ti cattureranno di più: il Lago del Brocan

Visione afrodisiaca del Lago del Brocan e il paesaggio da sogno che lo circonda - SH: 1433607614
Visione afrodisiaca del Lago del Brocan e il paesaggio da sogno che lo circonda

Il meraviglioso Lago del Brocan è situato in Piemonte, in provincia di Cuneo, nel comune di Entracque, in valle Gesso. Ci troviamo a ben 2.000 metri di quota, e qui l’aria frizzante e la tranquillità che circonda questo meraviglioso specchio d’acqua si fondono con la maestosità del lago. Come anche altri laghi alpini che discuteremo durante questo articolo, per giungere a destinazione dovremo arrivarci a piedi. In questo caso, il nostro punto di partenza è il Lago della Rovina (1.545 m). A quest’ultimo si può giungere superando Borgo San Dalmazzo, continuando verso Valdieri e seguendo le indicazioni per Entracque. Seguiremo poi a destra per San Giacomo e saliremo verso la diga della piastra. Eccoci dunque ad un altro tra i laghi alpini: il Lago della Rovina, dal quale dobbiamo prendere il sentiero M8. Seguendo un percorso abbastanza ripido, che ci porterà vicino alla diga, ci terremo a sud-ovest del bacino per giungere al Rifugio Genova-Figari. Da qui, proseguiremo per poche centinaia di metri prima di trovare lo spettacolare Lago del Brocan.

Descrizione del Lago del Brocan: scopriamolo da vicino

Il Lago del Brocan è uno stupendo lago naturale abbracciato da una conca e cime che superano addirittura i 3.000 metri di quota. Fa parte del Parco Naturale delle Alpi Marittime. La sua esistenza è dovuta allo scioglimento della neve e dalle valanghe, le quali precipitano dai valloni che si stagliano al di sopra di questo meraviglioso lago. Di sicuro stiamo parlando di uno dei laghi alpini con le acque più gelide che si possano immaginare. Diciamo che ci potrebbero fare il bagno solo gli orsi polari! Talvolta, neppure la primavera inoltrata riesce a sciogliere lo strato di ghiaccio che si forma su questo lago. Con un po’ di fortuna, mentre saremo nei pressi del Lago del Brocan, avremo la possibilità di avere alcuni incontri ravvicinati con gli stambecchi. Se saremo ancora più fortunati, anche i camosci potrebbero farsi vedere. Meglio prendersi dietro uno spuntino e tenere gli occhi ben aperti. La ruota della fortuna gira!

Vediamo ora il bellissimo Lago del Miage: una perla senza precedenti

Il Lago del Miage, con vista delle meravigliose parti color smeraldo e scorcio della parte dove cadono i detriti - SH: 312376463
Il Lago del Miage, con vista delle meravigliose parti color smeraldo e scorcio della parte dove cadono i detriti

Siamo in Valle D’Aosta, nel comune di Courmayeur, a 2.020 metri sul livello del mare. Ci troviamo al cospetto del meraviglioso Monte Bianco (clicca qui per scoprire un rifugio alle pendici di questo monte per veri coraggiosi). Tra questi laghi alpini, il Lago del Miage è quello di origini glaciali. Infatti, è alimentato dal ghiacciaio che porta il suo stesso nome. Per giungere a questo meraviglioso lago dovremo partire dalla Val Veny, dalla pittoresca località di La Visaille. In questo caso, cammineremo per circa due ore, inizialmente su una strada asfaltata. Proseguendo nel nostro percorso ci troveremo successivamente a continuare su una strada in terra battuta. Giungeremo ad un ponte sopra l’emissario del Lago Combal, ossia la Dora di Veny. Da qui, dopo aver preso il 18A, il quale conduce al ristoro Cabanne du Combal percorreremo un tratto abbastanza ripido, ma per fortuna breve, che ci condurrà finalmente al meraviglioso Lago del Miage, lungo la cresta della morena.

Le caratteristiche del Lago del Miage: uno dei laghi alpini più misteriosi, tra ghiaccio e fenomeni pericolosi

Ciò che affascina il mondo da più di due secoli, ed è stato descritto in letteratura come “calving“, è il fenomeno di distacco degli iceberg dalla falesia di ghiaccio, quando essa viene a contatto con il lago. Negli anni 2.000 si poteva osservare un unico bacino grigio. Successivamente, le acque si sono abbassate e ora sono visibili tre distinti bacini. La parte del lago dove avviene il distacco presenta delle acque di colore grigio a causa dei detriti che vi finiscono dentro. Il fenomeno è strettamente monitorato a causa del rischio dell’innalzamento di onde che possono giungere anche ad alcuni metri di altezza. Ciò sarebbe causato dal crollo degli iceberg nel lago. Basti pensare che nel 1.996 undici turisti rimasero colpiti da un’onda causata dalla caduta di un grande pezzo di ghiaccio all’interno del lago. Fortunatamente, non successe nulla di grave ai turisti. Tuttavia, non si sa mai cosa potrebbe succedere in futuro, e dunque coloro che vogliono ammirare questa meraviglia è meglio che si posizionino sulla sponda opposta. Oltretutto, un altro fenomeno studiato e rappresentato anche da dipinti è quello di improvvisi svuotamenti del lago. Ciò è causato dal fatto che il ghiacciaio compone metà del fondale del Lago del Miage.

Il lago artificiale di questi tre laghi alpini che ti lasceranno senza parole: il lago di Place-Moulin

Bellissima vista al tramonto del lago artificiale di Place Moulin - SH: 1149394931
Bellissima vista al tramonto del lago artificiale di Place Moulin

E tra i laghi alpini che ti cattureranno il cuore, citiamo il lago di Place Moulin (1.968 m), un lago artificiale che si trova in una valle laterale della Valle d’Aosta: la Valpelline. Stiamo parlando di uno dei laghi più grandi che possiamo trovare nella regione: infatti, le sue acque si estendono per ben 4 km. Il lago in sé si può comodamente raggiungere in auto arrivando al borgo di Bionaz, seguendo poi le indicazioni per la “Diga di Place Moulin“. Giungeremo dunque ad un ampio parcheggio in cui potremo lasciare la macchina a 3,50 € per una giornata intera. Tuttavia, il percorso che costeggia il lago per raggiungere il rifugio Prarayer (2.005 m) è un vero sogno. Stiamo parlando di un sentiero turistico, dunque veramente adatto a chiunque. Esso ha una durata di 10 km, all’incirca. Il sentiero è pianeggiante, e ci permetterà di ammirare per tutto il percorso le acque cristalline del lago, inoltrandoci anche a tratti nel bosco, mentre ad accompagnarci c’è il suono delle cascate.

Il rilievo europeo della diga di Place Moulin

La costruzione della diga di Place Moulin avvenne tra il 1961 e il 1965 per mano dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (o ENEL). Ciò, allo scopo di regolare l’energia degli impianti Buthier e poi di quelli della Dora Baltea. La tipologia della diga è ad Arco-Gravità in calcestruzzo. Tra i laghi alpini in discussione, questo è l’unico artificiale, e la sua struttura si classifica come la seconda diga più alta d’Italia dopo Alpe Gera. Lo sbarramento presenta infatti un’altezza di 155 metri e la sua lunghezza è di 678 metri. Alla base, lo spessore è di 47 m, mentre in cima è di 6 m…con la bellezza di ben 1.510.000 metri cubi di cemento! La capacità di sbarramento, giunge invece ai 105 milioni di metri cubi. Insomma, stiamo parlando di una struttura veramente enorme. La diga si può visitare dall’esterno, ma per una visita guidata all’interno (disponibile da maggio a settembre) sarà necessaria una prenotazione.

Informazioni utili

Questi percorsi hanno difficoltà diverse, e richiederanno dunque un’attrezzatura tecnica differente in base al tipo di percorso. È sempre consigliabile controllare le condizioni meteorologiche prima di intraprendere un’escursione, e vestirsi a strati. Specialmente a queste altitudini così elevate

Emma Valenti
Emma Valenti

Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.



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