Trekking sulle isole, 5 sentieri spettacolari sempre vista mare

Benedetto Sensini  | 26 Feb 2023

Una cosa è certa, le nostre isole sono tra le destinazioni di mare più belle al mondo. Spiagge assolate, mare fantastico e panorami incredibili le rendono alcune delle destinazioni di più gettonate per vacanze all’insegna del relax. Quello che tutti non sanno, o almeno, quello che non viene subito in mente quando si pensa alla Sicilia, alla Sardegna, o alle altre isole minori del nostro paese, è che sono anche destinazioni perfette per chi ama i trekking senza mai perdere di vista lo sconfinato blu del mare.

Ecco i migliori trekking sulle isole italiane

Se la vostra passione sono le lunghe e tranquille camminate primaverili le nostre isole non deludono mai, anzi, offrono uno spunto interessante per essere visitate anche fuori stagione. Se poi siete amanti dell’avventura e dei trekking tra mare e montagna allora, forse, resterete sorpresi dalla quantità di percorsi e sentieri che con un po’ di sudore regaleranno panorami e tramonti mozzafiato. Ecco, quindi, i 5 sentieri più belli sulle isole.

 

Il trekking per Cala Luna, Sardegna

Una foto delle grotte di Cala Luna in Sardegna

Cala Luna è considerata da molti uno dei simboli naturali della Sardegna orientale, ed effettivamente, è difficile dargli torto. L’insenatura è una delle tante calette dal mare turchese e la sabbia bianca e fina che caratterizzano il golfo di Orosei. Alcune sono facilmente raggiungibili in macchina, mentre altre sono accessibili solo via mare o a piedi.

Cala Luna è sicuramente una delle più complicate da raggiungere e questo garantisce che sarete in pochi a godervi questo angolo di paradiso. Cala Luna si può raggiungere sia da tre direzioni: nord, sud ed ovest da tre sentieri di lunghezze e difficoltà variabili.

Quello che consigliamo noi è il primo, il sentiero che parte a nord da Cala Fuili dove, una volta lasciata la macchina, si percorre un sentiero di circa 7km che si snoda tra boschi di lecci e archi naturali regalando costantemente squarci di paesaggio tra valli e ripide coste a picco sul mare. Il percorso passa sopra alle Grotte del Bue Marino, un altro spettacolo della natura sarda, che si estendono per chilometri verso l’altopiano dell’Aspromonte nell’entroterra orientale. Il sentiero termina quindi a Cala Luna, dove non vi resterà che togliervi le scarpe e godervi la sabbia finissima della caletta ed esplorare gli oltre 800m di spiaggia e le sue grotte.

Attraverso l’Isola del Giglio, Toscana

Una foto di una baia sull'isola del Giglio in Toscana

L’isola del Giglio, è la seconda isola più grande dell’Arcipelago Toscano dopo l’Elba, e si trova non molto distante dal promontorio dell’Argentario sulla terraferma. L’isola è rimasta un paradiso per lo più incontaminato, infatti, oltre ai tre principali insediamenti, il restante 90% dell’isola è coperto ancora da un ambiente naturale selvaggio.

Essendo un territorio prevalentemente montuoso, per tutta l’area dell’isola si snodano decine di sentieri che permettono di raggiungere le punte più remote dell’isola, come Punta del Capel Rosso, l’estremità meridionale del Giglio. Per raggiungerla si parte da Giglio Castello, non prima però di aver visitato a fondo questo bellissimo paese medievale che sovrasta l’intera isola.  Da visitare soprattutto la Rocca aldobrandesca, un tempo importante punto di osservazione. Partiti da Castello si imbocca il sentiero 303 che si dirige a sud attraversando la parte protetta dell’isola e incrociando, lungo il cammino, alcuni resti archeologici.

Il sentiero, immerso nei profumi della macchia mediterranea, offre degli scorci fantastici sul Mar Tirreno prima di approdare al lato di alcuni vigneti che oggi producono il famoso Ansonaco. Lasciati alle spalle i vigneti si arriva finalmente alla Punta del Capel Rosso dove si può ammirare il pittoresco faro dipinto a righe bianche e rosse. Stagione permettendo, ci si può regalare un tuffo da una delle calette rocciose sulla punta. Il percorso di circa 6km è prevalentemente in discesa all’andata, non è troppo impegnativo e in circa un’ora e mezza dovrebbe portarvi al faro. Per evitare il ritorno in salita ci si può accordare con un taxi locale che si farà trovare alla fine della strada poco sopra per riportarvi in paese.

L’isola di Pantelleria, Sicilia

Una foto della Balata dei Turchi

L’isola di Pantelleria si trova all’incirca a metà strada tra la Sicilia e la Tunisia, dalla quale, tra il VIII secolo e il XII secolo partirono molte spedizioni arabe. Prima volte a saccheggiarla e poi ad insediarla durarono fino al 1123, quando fu annessa al Regno di Sicilia. Questi secoli di ibridazione hanno creato molti elementi della cultura pantesca, primo fra tutti il dammuso, la casa tradizionale di Pantelleria ed elemento pittoresco nell’impressionante paesaggio pantesco.

L’isola si sviluppa attorno ad un complesso vulcanico di fatto ancora attivo, che ha registrato la sua ultima eruzione nel 1891 e che oggi raggiunge un’altitudine di 836m sopra il livello del mare. Intorno al vulcano, e per tutta l’isola, si è venuto a formare quindi un ambiente incredibile: a tratti rigoglioso dove la macchia mediterranea fa spazio a grandi vigneti e a tratti brullo, ricoperto da rocce scure e aguzze di origine vulcanica.

Il tutto fa di Pantelleria un posto perfetto per trekking con vista sul mare, sia intorno all’area montuosa e vulcanica, sia verso le rocciose scogliere. Uno di questi è il sentiero che da Rekhale, nella parte meridionale dell’isola, porta fino alla Balata dei Turchi, una baia con una suggestiva colata lavica e circondata da scogliere alte fino a 300m, in antichità usata come approdo dai pirati.

Il sentiero numero 8 è sicuramente il miglior modo per assaporare l’arrivo in questo posto da film, partendo dai dammusi di Rekhale e attraversando la macchia pantesca, con gli occhi fissi sul Mar Mediterraneo. Il sentiero è lungo 8km e può non risultare facilissimo per tutti, in tal caso è possibile accorciarlo di molto raggiungendo in auto o in taxi il bivio da cui parte la discesa verso la Balata, per poi proseguire per circa 30 minuti a piedi fino alla baia.

I sentieri del Parco dell’Etna, Sicilia

Una foto di un versante del vulcano Etna

Non servono molte parole per presentare l’Etna. Il vulcano è il più alto del continente europeo, che svetta di ben 3357m sopra il livello del mare e sovrasta tutto il panorama della Sicilia orientale. Il vulcano, tutt’ora attivo e che spesso regala spettacolari eruzioni, si erge imponente sopra la città di Catania e offre un punto panoramico mozzafiato per godersi tutta la costa Est della Sicilia.

Il Parco dell’Etna rappresenta quindi un luogo perfetto per gli appassionati di escursioni in montagna di tutti i livelli, dalle passeggiate alle pendici del vulcano fino ad arrivare al trekking della Pista alto montana dell’Etna, che richiede circa tre giorni per circumnavigare la montagna. Un’altra escursione classica, e meno impegnativa, si effettua in giornata partendo dal Rifugio Sapienza a quota 1920m e raggiungibile in auto, da lì si imbocca il sentiero per la Schiena dell’Asino.

Il sentiero passa attraverso una splendida foresta di pino laricio per poi inerpicarsi fino a raggiungere una cresta a 2000m chiamata, appunto, Schiena dell’Asino. Da qui si apre un panorama spettacolare, con i crateri più alti del vulcano che si estendono a Est e l’immensa Valle del Bove, una distesa ricoperta di colate laviche, che prende quasi tutto il panorama. Per riscendere si ripercorre lo stesso sentiero; in poco più di 5km si completa il giro tornando al Rifugio Sapienza.

Trekking sull’isola di Tavolara, Sardegna

Tavolara è una particolare isola che si trova nell’Area marina protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo. Si trova davanti al golfo di Olbia, nella parte nord-est della Sardegna. L’isola ha una storia interessante e a tratti curiosa, che nell’800 vide la famiglia Bertoleoni rivendicarne il territorio come un regno sovrano. La leggenda del regno di Tavolara, mai ufficialmente riconosciuto, è solo una delle tante cose incredibili di quest’isola. Il massiccio di Tavolara, infatti, svetta quasi verticalmente ad oltre 500m sopra il livello del mare offrendo la possibilità ai più coraggiosi e allenati di ammirare un panorama senza pari.

Mentre una parte dell’isola è off-limits, occupata da una base militare, dalla parte meridionale si può approdare a Spalmatore di Terra. Da lì si possono affrontare trekking di vari livelli di difficoltà che affacciano sul golfo di Olbia, con una vista speciale sull’antistante isola di Molara e le sue famose “piscine” di acqua turchese.

Sull’isola si possono fare tre escursioni che richiedono tutte un buon livello di allenamento e di esperienza e quindi sono sconsigliate per escursionisti principianti. La prima escursione arriva fino a Punta La Mandria e si inerpica per un sentiero immerso nella macchia che sale fino a Bocca del Cannone. Da qui si estende un panorama spettacolare su entrambi i lati dell’isola e sul mare che la circonda. Per gli amanti dell’arrampicata poi c’è la possibilità di salire lungo una delle due vie ferrate che portano al punto più alto dell’isola: Punta Cannone.

Benedetto Sensini
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