Trekking sulle ferrovie dimenticate, i sentieri da percorrere a piedi o in bici

Leonardo Anchesi  | 23 Apr 2023
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In Italia corrono ben settemila chilometri di ferrovie in disuso che, da un po’ di tempo a questa parte, stanno trovando nuova vita. Molte delle tratte che un tempo furono passaggio di possenti convogli ferroviari oggi sono infatti diventate suggestivi percorsi da percorrere a piedi oppure in bici. Questi itinerari, che si addentrano fino al cuore della Penisola, oltre a regalare scorci unici e incantevoli, conservano tracce di un passato che non c’è più. Vecchie stazioni ferroviarie in disuso, resti della rete infrastrutturale e gallerie dal sapore antico riportano a un modo di viaggiare lento com’era quello delle ferrovie di un tempo e che oggi sta, piano piano, scomparendo in favore di spostamenti sempre più veloci e lineari. Una selezione di percorsi trekking sulle ferrovie dimenticate vi aiuterà a orientarvi in questo meraviglioso mondo a cavallo fra il trekking e l’archeologia industriale.

Ferrovia Palmanova – S. Giorgio di Nogaro

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La linea ferroviaria Palmanova – San Giorgio di Nogaro venne attivata nel 1888 nell’ambito di un più ampio progetto di collegamento tra Trieste e Venezia. La scarsa domanda di traffico sulla tratta, lunga circa 10 km, ne decretò la dismissione definitiva nel 2004 e la conversione in un tracciato perfetto per un’escursione a piedi o in bici.

Il punto di partenza designato è poco più a sud della stazione in esercizio di Palmanova; una volta lasciata la piccola cittadina fortificata, da poco dichiarata Patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco, il tracciato prosegue pressoché rettilineo in direzione sudoccidentale. Vengono attraversati gli ampi appezzamenti coltivati che si alternano con i lunghi filari di pioppi, tipici della bassa friulana, sino a giungere alla vecchia stazione ferroviaria di San Giorgio di Nogaro, punto di arrivo di questa affascinante escursione. 

Ferrovia Andora – San Lorenzo Al Mare – Ospedaletti

Inaugurata nel 1872 e un tempo unico collegamento ferroviario verso il ponente ligure, il tratto di 43 km che divide Andora da Ospedaletti venne definitivamente dismesso nel 2016 a seguito dell’attivazione della linea a doppio binario a monte. Tutti i 43 km complessivi del tragitto oggi compongono una meravigliosa escursione, ben attrezzata, ideale da percorrere in bicicletta o anche a piedi. L’alternanza fra tratti a cielo aperto e gallerie, che convivono in piena armonia, regala delle viste uniche.

Si parte poco più a nord della vecchia stazione di Andora per raggiungere Cervo e San Bartolomeo al mare su di un tracciato completamente affacciato sulla costa. Si prosegue quindi piegando leggermente verso l’entroterra sino alla vecchia stazione di Diano Marina. Dopodiché si  imboccare la galleria di Capo Berta che, con i suoi 2,3 km, dona un momento di refrigerio dalla calura estiva e rende unico l’arrivo a Imperia – Oneglia dove si tornerà a vedere il mare. Ad eccezione di qualche breve galleria, accompagnerà i viaggiatori sino a Ospedaletti. 

Ferrovia Narni Amelia – Nera Montoro

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Il breve tragitto che separa le stazioni di Narni Amelia e di Nera Montoro, inaugurato nel 1866, si snoda per poco più di 5 km nella valle del fiume Nera. Dismesso definitivamente nel 1988, dal 2016 è stato completamente attrezzato con una pista ciclopedonale ideale per una passeggiata in famiglia. Partendo da Narni, città storicamente di rilievo in quanto edificata in un punto importante per il controllo dei traffici fra Roma e l’Adriatico, il tracciato alterna tratti sulle rive del fiume ad altri in galleria.

Gli scorci modellati dal Nera sono numerosi e unici. Lasciata la stazione di Narni è possibile ammirare i resti del Ponte di Augusto, risalente al I secolo d.C.; non molto distante, sempre sul tragitto, si trova l’abbazia benedettina di San Cassiano. Più avanti il tracciato raggiunge la località di Stifone, sede di un porto fluviale romano, e, a seguire, la stazione di Nera Montoro.

Ferrovia Lucca – Pontedera Casciana Terme

La ferrovia Lucca – Pontedera Casciana Terme fu attivata nel 1928 ma la tratta, lunga poco più di 25 km, non ebbe molta fortuna. Gravemente lesionata durante la seconda guerra mondiale, fu chiusa nel 1944 e definitivamente dismessa nel 1958. L’escursione inizia dalla stazione di Lucca, tra le più belle città d’Italia e nota per la sua cinta muraria mediale giunta sino ad oggi praticamente intatta.

Uscendo dal capoluogo, il percorso, perfetto per una lunga escursione o per essere diviso in più tappe, punta a sud-est, alternandosi fra campi coltivati e i fitti boschi alle pendici del Monte Pisano. Dopo l’ex-stazione di Buti-Cascine il tracciato ferroviario attraversa il canale Imperiale e si avvicina al piccolo centro di Vicopisano, dal suggestivo impianto medievale; supera quindi il fiume Arno e giunge infine a Pontedera, cittadina da cui si dirama una fitta rete escursionistica verso Pisa e provincia.

Ferrovia Peschiera del Garda – Mantova 

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In esercizio fra il 1934 e il 1967, la linea ferroviaria che collegava Peschiera del Garda e Mantova, coni suoi 45 km, oggi è una dei percorsi di cicloturismo più famosi e sfruttati in Italia. L’antica strada ferrata si snodava tra le valli del Mincio, immersa nel verde della Pianura Padana. L’itinerario, piuttosto semplice, si snoda fra le acque del fiume Mincio, i numerosi parchi e i borghi medievali che caratterizzano tutta la zona.

Partendo da Peschiera si costeggia inizialmente il lago di Mezzo. Successivamente quello Superiore, la Riserva Naturale Bosco Fontana e Borghetto, in provincia di Verona e annoverato fra i borghi più belli d’Italia. Si giungerà a Mantova dopo circa 4 ore di bicicletta ed è obbligatorio dedicare ancora qualche energia per una visita nel meraviglioso centro storico della città, scrigno di mirabili opere d’arte. 

Ferrovia Bonorva – Campeda

I 17 km del tracciato Bonorva – Campeda, un tempo parte della linea Cagliari – Oristano – Golfo Aranci. Denominata Dorsale Sarda e inaugurata nel 1880, dal 2001 sono diventati un percorso escursionistico ideale per conoscere l’entroterra sardo. Particolarità che la rende quasi unica nel suo genere è che l’itinerario non attraversa centri abitati e lungo il suo tracciato si trova solo la ex stazione di Semestene, situata in aperta campagna.

La ex linea è caratterizzata da un tracciato a mezza costa piuttosto tortuoso, necessario per il superamento di notevoli dislivelli, e dalla presenza di quattro gallerie. Uscendo dalla stazione di Bonorva, il tracciato sale verso l’altopiano di Campeda, procedendo verso sud; superata la fermata di Semestene, la salita lascia il passo a un tracciato a mezza costa avvolto da un ricca vegetazione. L’ultimo tratto prima della stazione di Campeda, ancora in esercizio, è immerso nei campi coltivati e si sviluppa in modo più regolare. 

Leonardo Anchesi
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