Sui sentieri dei Sibillini, 5 percorsi vicino Roma da fare in primavera

Benedetto Sensini  | 21 Feb 2023
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Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nel cuore del centro Italia, è una perla per gli amanti della natura e del trekking a sole due ore e mezza di macchina da Roma. Durante tutto l’anno, si può ammirare la bellezza incontaminata e i paesaggi mozzafiato che queste montagne a cavallo tra Marche, Umbria e Lazio possono offrire. Per chi è appassionato di lunghi trekking immersi nei boschi di faggi, dalle colline fino alle vette delle montagne i sentieri dei Sibillini offrono un’esperienza unica con l’arrivo della stagione primaverile.

Ecco i migliori percorsi sui sentieri dei Sibillini nella stagione dei fiori

Tra marzo e giugno, mentre le vette più alte sono ancora dipinte di bianco e le temperature sono più miti. Infatti, è possibile apprezzare al massimo i sentieri che si snodano tra le vallate e le creste del Parco, casa di tantissime specie animali protette tra cui il lupo appenninico e il camoscio appenninico, insieme alla possibilità di assistere allo straordinario fenomeno delle fioriture primaverili. Ecco, quindi, i cinque percorsi da fare assolutamente in primavera sui sentieri dei Monti Sibillini.

Sentiero Natura del Lago di Fiastra

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Il lago di Fiastra, situato nella parte più a nord del Parco, è un bacino artificiale formato negli anni Cinquanta per la produzione di energia idroelettrica. Oggi è una meta apprezzata dai turisti di tutta Europa alla ricerca di pace e tranquillità. Il lago è balneabile, caratterizzato da un colore azzurro intenso e sponde rocciose, è circondato da colli e monti sui quali si sviluppano dei sentieri che permettono di ammirarlo in un percorso a partire dalla frazione di San Lorenzo al Lago. Da lì, un sentiero alla portata di tutti e ben segnalato porta alla diga in circa un’ora e mezza.

Una volta arrivati le possibilità non si esauriscono, anzi, si triplicano. Si può infatti tornare indietro lungo lo stesso percorso, oppure si può attraversare la diga in direzione delle Lame Rosse, delle incredibili e sceniche formazioni di arenaria rossa. In alternativa si può salire verso il belvedere della Ruffella che svetta verticalmente sopra il lago. Se si affronta il percorso in tarda primavera è una buona idea portarsi un costume da bagno e un telo, non si sa mai se alla fine della gita e con il favore del caldo non possa venirci fuori un tuffo nel lago!

I Prati di Ragnolo

A poca distanza dal lago di Fiastra, salendo verso le montagne, si trovano i Prati di Ragnolo. Un largo altipiano erboso a circa 1500m di quota, famoso per le ciaspolate invernali e per lo snowkite. In primavera i Prati offrono un coloratissimo spettacolo quando l’intera distesa diventa una tela verde dipinta dalla fioritura di oltre cinquanta specie di orchidee selvatiche.

Passeggiando lungo i sentieri dei Prati si possono poi raggiungere i due punti più alti dell’altopiano. Punta del Ragnolo e Pizzo di Meta a 1576m da dove si può osservare perfettamente la Valle del Chienti e, con l’ausilio di una bella giornata, arrivare a vedere il Conero e il Mar Adriatico (e qualcuno ci potrebbe giurare, anche la Croazia.) I sentieri sui Prati di Ragnolo sono facili e per tutti e un giro ad anello si completa in 2-3 ore.

E’ importante ricordarsi che la flora del Parco è protetta. Oltre ad essere un buon segno di civiltà, è anche proibito calpestare o raccogliere i fiori e che bisogna sempre rimanere sui tracciati dei sentieri.

L’anello del Monte Sibilla

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La Sibilla, la montagna regina dell’omonima catena montuosa, prende il nome dalla leggenda che circonda queste terre dove da sempre il mistero, la magia e le narrazioni popolari si accompagnano a vicenda. Si racconta che la Sibilla dell’Appenino risiedesse proprio all’interno di una grotta sulla montagna che oggi porta il suo nome. Della Sibilla scrissero in tempi antichi in molti, tra cui Andrea da Barberino nel suo Guerrin Meschino (1409). Il francese Antoine de la Sale che nel 1420 visitò la grotta, raccontando poi di aver trovato una stanza con dei cunicoli che si sviluppavano verso l’interno della montagna.

La grotta, crollata dopo tentativi di studio più o meno scientifici negli anni Sessanta, sigilla dunque al suo interno i suoi misteri. Adesso se ne possono osservare i residui più superficiali in un giro ad anello lungo tutto il Monte Sibilla.
Partendo dal Rifugio Sibilla si imbocca il sentiero ufficiale E10 che circonda la montagna. Non è un sentiero facilissimo e richiede un po’ di esperienza di passeggiate in montagna e impiega circa 4 ore. Vista la quota della Sibilla (2173m) è consigliabile aspettare la tarda primavera, quando ormai la neve sarà sciolta e le temperature più piacevoli, è inoltre importante portare una giusta quantità d’acqua vista la scarsità di fonti.

Trekking del Monte Bove

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Al centro della catena dei Monti Sibillini si trova il Monte Bove. Una montagna molto particolare e diversa dalle vette erbose e dalle marcate linee che lo circondano come la Priora e la Sibilla. Il Monte Bove, con le sue larghe e alte pareti calcaree, è da sempre una meta apprezzata da alpinisti e scalatori, ma offre anche dei sentieri per trekking impegnativi e mozzafiato. Durante queste esperienze, con un po’ di fortuna, si possono incontrare i camosci appenninici arroccati sulle pareti rocciose. I camosci appenninici sono stati reintrodotti negli ultimi anni e sono una delle specie più rare e protette d’Europa, rendendo il trekking del Monte Bove una delle esperienze più belle per gli appassionati di fauna montana.

Il sentiero ufficiale del parco è denominato E8 e parte dal paese di Frontignano. Si tratta di un percorso di circa 5 ore per escursionisti esperti, con un dislivello totale di oltre 1200m. E’ quindi richiesta una buona forma fisica, una buona esperienza nei trekking in montagna e un po’ di fatica (e tanta acqua) che verranno però ripagate con una bellissima vista sul versante occidentale dei Monti Sibillini. In ogni caso, c’è sempre la possibilità di organizzare dei tour con le esperte guide del Parco.

L’Orrida Gola dell’Infernaccio

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Con un nome così qualcuno si chiederà che brutte sorprese può nascondere questa gola scavata dal fiume Tenna fin dentro il cuore dei sentieri dei Sibillini. Ebbene, nessuna brutta sorpresa, si pensa infatti che il nome sia ispirato all’imponente fruscio dell’acqua che scorre e si scontra con le pareti della gola. Ma anche questo luogo porta con se un carico di leggende e narrazioni popolari: le leggende tramandate di generazione in generazione raccontano infatti che in questa sinistra gola le ancelle della Sibilla scendessero dal Monte Sibilla per danzare con i pastori dando vita al Saltarello, una danza tipica delle Marche.

Per accedere al sentiero si parte da Rubbiano e una volta lasciata la macchina ci si addentra verso l’Infernaccio, passando dentro un bosco adagiato tra le due ripide pareti della gola. A causa del sisma del 2016, il sentiero si interrompe e non è possibile continuare lungo quella che una volta era un’importante via di commercio tra la Val Nerina e Ascoli, ma è invece possibile salire lungo il versante nord della gola per raggiungere l’eremo di San Leonardo. Il percorso è adatto a tutti, sebbene sia necessaria un po’ di preparazione fisica e si cammina per circa 4 ore. È importante controllare sempre sul sito del Parco lo stato di apertura dei sentieri dei Sibillini, che a seguito del terremoto del 2016 hanno subito variazioni o sono oggetti a chiusure temporanee o definitive.

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