La Via degli Abati, sulle tracce dei monaci nell’Appennino Tosco-Emiliano

Leonardo Anchesi  | 19 Mag 2023
IS803812656

Altrimenti noto con il nome di “Francigena di Montagna”, la Via degli Abati è un antico percorso di circa 190 Km che collega Pavia a Pontremoli. Il tracciato, che si sviluppa lungo la Val Trebbia, attraversa luoghi di fede di grande suggestione e sacralità, come l’Abbazia di San Colombano, e borghi caratteristici come quello di Bobbio o Pontremoli; sarà inoltre possibile visitare pregevoli castelli e godere dei più bei paesaggi dell’Appennino Parmense sino a scendere giù, attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano, sino a lambire il versante settentrionale delle Alpi Apuane. La Via degli Abati risale al periodo della dominazione Longobarda, attorno al VII secolo, ed era principalmente utilizzata dai monaci di Bobbio per raggiungere Roma, prima che la Via Francigena di Monte Bardone, al tempo sotto il controllo dei Bizantini, assumesse un ruolo predominante tra le antiche vie di commercio e pellegrinaggio.

Il percorso era inoltre utilizzato dai pellegrini provenienti dal nord Europa e dall’Irlanda; questi ultimi, in particolare, durante il lungo e difficoltoso viaggio di fede verso Roma che al tempo comportava rischi elevatissimi, includevano una sosta a Bobbio per visitare la tomba di San Colombano, monaco loro connazionale fondatore del convento.

Scheda tecnica

  • Punto di partenza:Pavia
  • Punto d’arrivo:Pontremoli (MS)
  • Lunghezza:192,4 km
  • Dislivello di salita:5870 mt
  • Tempo di percorrenza:Almeno 10 giorni
  • Difficoltà:Difficile – EE (Escursionisti Esperti)
  • Periodo dell’anno:da primavera sino in autunno

Il tratto settentrionale: da Pavia a Bobbio

Da_Pavia_a_Bobbio

Il tratto settentrionale, il primo che si va ad affrontare, è quello che parte da Pavia e raggiunge Bobbio, nel cuore della Val Trebbia. Il percorso è suddivisibile in quattro tappe, strutturate a distanza decrescente, anche in relazione al dislivello intrapreso. La prima tappa, da Pavia a Broni, punta verso sud per 24 km, andando ad attraversare il Po e il Ticino nel loro punto di congiunzione, per poi raggungere la meta, situata nell’area dell’Oltrepò pavese. La seconda unisce Broni a Pometo, che distano tra loro 18 km; il tracciato si sviluppa con decisione verso sud, iniziando a risalire i pendii dell’appennino parmense. Terza tappa: da Pometo a Grazzi, per 17 km, tutti a cavallo tra l’appennino parmense e l’appennino tosco-emiliano. Infine, con la quarta tappa si raggiungerà Bobbio, incantevole borgo medievale che merita una visita approfondita.

Attraverso l’appennino tosco-emiliano: da Bobbio a Pontremoli

Vista_di_Potremoli

Dopo aver dedicato una pausa alle bellezze di Bobbio, si intraprenderà il tratto che piega verso sud ovest, attraverso la Val Trebbia e fino in Toscana, che è il più lungo e, storicamente, la vera e propria Via degli Abati. Il sito ufficiale lo suddivide in otto tappe, con distanze variabili fra i 6 e i 21 km. I centri toccati sono diversi: si raggiungeranno i paesi di Coli, Nicelli, Groppallo, Bardi, Osacca, Borgo val di Taro, Cervara e Pontremoli, meta finale di questo fantastico pellegrinaggio. Partendo dalla provincia di Piacenza, si attraverseranno quelle di Parma, Reggio Emilia e, solo gli ultimi due giorni, si entrerà in toscana, in provincia di Massa e godere così del meritato riposo.

La Via degli Abati: cenni storici

La via degli Abati
Nonostante la Via Francigena sia decisamente più nota sin dall’antichità, quando l’Arcivescovo Sigerico la scelse durante il suo pellegrinaggio da Canterbury a Roma decretandone così la fama, la Via degli Abati esiste da almeno due secoli prima; si hanno infatti testimonianze storiche che raccontano del passaggio attraverso i monti, utilizzato prevalentemente dai pellegrini a piedi, in quanto tragitto più breve da Pavia a Lucca e verso Roma. Questa via di pellegrinaggio, utilizzata già dai sovrani longobardi, faceva tappa anche presso l’abbazia di Bobbio, nel cuore dell’Appennino, dove i pellegrini diretti a Roma, in particolare quelli provenienti dalla Francia e dalle Isole Britanniche, si fermavano per venerare le spoglie di San Colombano, l’abate irlandese considerato, insieme a San Benedetto, il padre del monachesimo cenobitico.

Tant’è vero che già in età longobarda, a Pavia e a Lucca, erano stati realizzati degli hospitali intitolati a San Colombano. Oltre ai pellegrini, il percorso veniva sfruttato anche dagli abati di Bobbio per raggiungere Roma e presentarsi al cospetto del pontefice, da cui l’abbazia dipendeva direttamente.

Alla scoperta dell’antico tracciato

Panorama_su_Appennino

L’antico itinerario fu riscoperto verso la fine degli anni ‘90 da Giovanni Magistretti, studioso piacentino; successivamente, vennero dedicate diverse pubblicazioni alla Via sino a quando, nel maggio 2011, venne pubblicata la Cartoguida della Via degli Abati, realizzata con la collaborazione del CAI e delle Istituzioni. La Cartoguida, in cui viene presentato l’intero percorso del tratto meridionale lungo 125 km, rappresenta un supporto fondamentale non solo per l’itinerario in sé ma, soprattutto, per scoprire tutte le bellezze artistiche e i luoghi di interesse storico disseminati lungo la Via.

Il tratto settentrionale della Via degli Abati: una recente scoperta

Successivamente, nel 2012, lo stesso Giovanni Magistretti, con l’aiuto di Mario Pampanin, presidente degli Amici di San Colombano e raccogliendo i suggerimenti di mons. Domenico Ponzini, è riuscito a tracciare anche il percorso che da Bobbio conduceva a Pavia, ricalcando il tragitto affrontato dall’abate Gerlanno e i monaci del monastero di Bobbio fra il 17 e il 19 luglio del 929 per traferire le spoglie mortali da Bobbio alla capitale Longobarda. Il viaggio, che non ebbe il solo scopo della traslazione della salma ma anche, e soprattutto, la rivendicazione dei beni monastici usurpati dal vescovo Guido di Piacenza e da altri feudatari, è stato ricostruito partendo dall’informazione contenuta nella Historia Langobardorum di Paolo Diacono, secondo cui Bobbio distava da Pavia 40 miglia, circa 60 km.

Leonardo Anchesi
Leonardo Anchesi


Articoli più letti

©  2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito Fytur