Escursionismo ai Castelli Romani: il Tempio di Diana e le navi di Caligola

Sara  | 28 Mag 2021

Il Parco Regionale dei Castelli Romani è attraversato da numerosi sentieri di escursionismo, ben segnati e di diversi livelli di difficoltà. I sentieri sono nominati secondo la nomenclatura CAI e sono 26 (dal 500 al 526). Accanto alle passeggiate e alle escursioni tra le meraviglie di questo angolo di natura a due passi da Roma c’è la via Francigena. I suoi itinerari segnati collegano Albano, Nemi e Velletri alla capitale con viste magnifiche sui laghi dei Castelli Romani.

A Nemi, alle escursioni sui sentieri CAI o ad uno dei tratti più belli mai della Francigena del Sud, si possono affiancare interessanti visite archeologiche. I resti del Tempio di Diana Nemorense e il museo delle Navi di Caligola sono due spunti interessanti per conoscere la storia del territorio.

Il Tempio di Diana

Tempio Diana a Nemi
Di Livioandronico2013 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=36865753

Il Tempio di Diana Nemorense di Nemi era immerso nel bosco delle rive del Lago di Nemi. Per associazione il lago era chiamato lo “specchio di Diana”. Il tempio romano sorgeva probabilmente in un luogo che era considerato sacro da tempo immmemore. Durante l’età del Bronzo un culto animista si concentrava infatti sulle sponde boscose del lago vulcanico. Come tutti i primi santuari romani anche questo era legato alla natura, di cui Diana, dea protettrice della caccia, si fa prolungamento spontaneo.

Il Tempio era articolato in un enorme complesso che si estendeva per circa 45.000 metri quadrati di cui facevano parti grandi nicchie, statue ed un terrazzamento superiore. Oltre al tempio, che includeva le celle destinate ai doni, c’erano gli alloggi per i pellegrini e per i sacerdoti, i bagni idroterapici ed un teatro. Attualmente sono ancora visibili una parete di grandi nicchioni, una parte del pronao con un altare votivo ed alcune colonne doricche. Dopo l’abbandono, con l’avvento del Cristianesimo, il tempio fu utilizzato come cava di materiali da costruzione. Dal XVII secolo iniziarono i lavori di scavo che portarono alla luce numerosi reperti, anche se la gran parte del complesso è ancora nascosto.

Come visitare il Tempio di Diana Nemorense

All’interno dell’area archeologica, l’Azienda Agricola “Il Giardino di Diana” permette la visita ed organizza visite guidate. Si trova a breve distanza dal Museo delle Navi Romane (Via del Tempio di Diana, Nemi – RM). Per info: 06 9365011.

Navi di Caligola

Sul fondo del Lago di Nemi sono state ritrovate due enormi navi romane, che hanno rivoluzionato la nostra conoscenza dell’ingegneria navale di quel tempo. La grandiosità delle imbarcazioni, lunghe oltre 70 metri e la ricercatezza delle decorazioni e degli arredi, hanno a lungo suggerito l’interpretazione che fossero navi di piacere, utilizzate per diletto dall’Imperatore Caligola. Oggi l’ipotesi più accreditata è che si trattasse di navi cerimoniali, destinate alla celebrazione di feste religiose, forse legate al culto di Diana Nemorense. Lo scafo era in legno di pino ricoperto di piombo, sormontato da una tubatura in terracotta, da un tavolato in quercia e ricoperto di un pavimento marmoreo. Sorreggeva ambienti chiusi e sfarzosi: padiglioni, terme e templi. Le navi di Caligola vennero affondate durante la prima metà del I secolo d.C. a causa della damnatio memoriae che colpì l’imperatore e condannò all’oblio ogni bene a lui collegabile.

La grande ancora di legno con ceppo in piombo della lunghezza di 5 m rappresenta l’unico esemplare di questo tipo completo dell’epoca. Mentre una seconda ancora, del tipo cosiddetto ammiragliato, si credeva ideata dal capitano inglese Rodger nel 1851.

Il museo delle navi di Caligola a Nemi

Dopo una pericolosa ricognizione sul fondale del lago nel ‘500 e una grande quantità di studi e recuperi di decorazioni varie, una complessa missione permise, nel 1928, il recupero delle Navi di Caligola dal fondo del lago. Richiese 5 anni e l’abbassamento del livello del lago. Per fare defluire l’acqua fu utilizzato un emissario artificiale che risale al VI secolo a.C. e che fu per l’occasione restaurato. Un museo a due ale fu costruito appositamente per ospitare i prestigiosi ritrovamenti.

La notte del 31 maggio del 1944 un incendio doloso, probabilmente provocato dai soldati tedeschi che stazionavano nel museo, coinvolse purtroppo il Museo delle Navi Romane di Nemi. Le due navi di Caligola andarono distrutte, ma non del tutto, la loro grandiosità si evince ancora nei resti scampati al rogo.

Il museo delle navi di Caligola espone anche altri rinvenimenti provenienti dall’area dei Castelli Romani e dal santuario di Diana Nemorense. È visitabile ogni giorno dalle 09.00 alle 19.00.

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Sara
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