Un’area naturale protetta in cui godersi la magia dell’autunno: ecco come vivere un’esperienza indimenticabile

Antonia Festa  | 26 Nov 2025

Il Parco regionale della Valle del Lambro è un’importante area naturale della Lombardia, che si estende sul territorio di ben tre province: Como, Lecco, Monza e Brianza. Nato nel 1983 su iniziativa regionale, il parco ha una superficie di poco superiore agli 8.400 ettari e si estende lungo la valle del fiume Lambro. Il percorso del fiume, che nasce sull’Alpe del Piano Rancio (942 metri s.l.m), si conclude nel corso più lungo d’Italia (il Po), dopo aver percorso 130 chilometri lungo sei province lombarde.

La Valle del Lambro, che costeggia le due sponde del fiume, è una zona fortemente antropizzata, soprattutto poiché coincide in parte con l’hinterland meneghino. Troviamo, tuttavia, spazi fortemente interessanti dal punto di vista naturalistico, come il Parco di Monza, le brevi cascate del Parco Lambro o l’Orrido di Imberigo.

Escursionismo nel Parco regionale della Valle del Lambro

Il Lambro alimenta, nella provincia di Como, due piccoli laghi, la cui origine ed evoluzione storica è incerta: il Lago di Pusiano e il Lago di Alserio. Quello di Pusiano, altrimenti noto come Eupili (denominazione di epoca romana e ripresa dal Parini nel XVIII secolo), ha una dimensione di poco superiore ai 5 chilometri quadrati e dalle sue acque emerge una piccolissima isola, l’Isola dei Cipressi.

Questa striscia di terra, abitata da Eugène de Beauharnais (all’epoca viceré del Regno d’Italia per conto di Napoleone Bonaparte) e oggi di proprietà di una famiglia di Milano, è popolata da una certa biodiversità. Vi si trovano quasi 130 cipressi secolari e la fauna, proveniente da ogni parte del mondo, è dovuta al lavoro del proprietario dell’isola, Gerolamo Gavazzi, che l’ha trasformata in una sorta di grande giardino zoologico visitabile. Vista l’elevata quantità di aironi, pavoni e cigni, in molti si cimentano nel birdwatching.

Pusiano dista dal Parco di Monza, meta finale dell’itinerario, poco più di 30 chilometri. Il consiglio è di utilizzare la bicicletta, che permette di seguire anche con facilità eventuali percorsi alternativi e deviazioni funzionali. In 6 chilometri circa, pedalando con particolare leggerezza e aiutati da un territorio sostanzialmente pianeggiante, raggiungiamo il Lago di Alserio. Di dimensioni meno importanti del suo “vicino”, lo specchio d’acqua vede riflettersi nella sua superficie il profilo dell’Alpe del Vicerè, che separa i due rami del Lago di Como, distante appena dieci chilometri in linea d’aria.

Per tutelare le sue sponde, è stata istituita negli anni la Riserva regionale orientata della Riva orientale del Lago di Alserio, tra i comuni di Erba, Albavilla, Monguzzo e Alserio. Proseguendo lungo lo scorrere del Lambro, ci lasciamo guidare dalle lievi pendenze del percorso per giungere, in otto chilometri, al poco conosciuto Orrido di Inverigo, un breve canyon scavato dall’azione erosiva del Lambro, che si apre in cascatelle, spazi angusti morenici e sorgenti pietrificanti, ovvero rocce che nascono per effetto del costante deposito calcareo. Per gli amanti della storia, da visitare il vicino Oratorio di Sant’Andrea al Navello, risalente al Seicento.

Ultimo tratto del percorso: viaggio tra i meravigliosi comuni brianzoli

Il percorso lungo il Parco regionale della Valle del Lambro prosegue con lievi declivi, toccando numerosi comuni brianzoli, come Albiate con la sua storica Villa Campello, Sovico con Villa Conti Rossi e Martini, prima di raggiungere Monza e il Parco Reale.

668 ettari di verde, giochi d’acqua, scorrere lento di rivi rendono il parco monzese non solo il più grande parco murato del Vecchio Continente, ma il quarto in tutta l’Europa per estensione se si contano i soli spazi recintati. Qui, quasi un secolo orsono, agli albori dell’automobilismo da competizione, nacque l’Autodromo di Monza, destinato a diventare una leggenda tra gli amanti delle quattro ruote per il succedersi ardimentoso delle sue curve.

Antonia Festa
Antonia Festa

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.

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