Quando si chiude una porta si apre un portone. È un nuovo momento di inizio, una rinascita. Una porta è un simbolo, un punto oltre al quale comincia un nuovo capitolo. Ebbene, la Grigna settentrionale, che si specchia nel Lago di Como colorando quel quadro già meravigliosamente azzurro, ha una porta: la cosiddetta Porta di Prada. Si tratta di un scenografico arco che la montagna crea naturalmente. Inutile dire che lo spettacolo è imperdibile! E dunque, cosa stiamo aspettando? La potenza della natura ci attende per il nostro, personalissimo, nuovo inizio. La Porta di Prada ci aspetta.
Il nostro punto di partenza è il parcheggio del Vo’ di Moncodeno, ad Esino Lario. Il parcheggio è a pagamento (sono 4 € al giorno). Raccogliamoci nella nostra piccola bolla di relax, respiriamo profondamente ed iniziamo il nostro percorso. Dal parcheggio facciamo un po’ di salita prima di vedere dei cartelli con le indicazioni per i rifugi Bogani, Brioschi e Bietti-Buzzi. Il primo passo per arrivare alla Porta di Prada è seguire questi cartelli, entrando nel bosco e respirando il beneficio che sta entrando nei nostri polmoni. Ricordiamoci del fatto che alcuni medici in Giappone prescrivono del tempo nella foresta come cura per determinate patologie (clicca qui per leggere l’articolo in cui lo spiego). Camminiamo per dieci minuti prima di arrivare ad un punto panoramico davvero spettacolare, dove il versante nord del Grignone ci accoglie con una vista indimenticabile. Giriamo poi a destra proseguendo su un terreno relativamente pianeggiante.
Ecco che stiamo camminando da 25 minuti ed arriviamo ad un punto un po’ difficile in quanto esposto. Ma niente paura, il sentiero è comunque abbastanza largo. L’unica cosa a cui bisogna stare attenti durante l’inverno è l’eventuale ghiaccio che possiamo trovare lungo questo pezzo di percorso. Il tempo di superare questo tratto e il nostro itinerario alla ricerca della Porta di Prada torna nel bosco. Una volta giunti al bivio dobbiamo seguire il sentiero 24, svoltando a destra (indicazioni per il Rifugio Bietti-Buzzi. Gli alberi ci circondano per 10 meravigliosi, terapeutici minuti, in una piccola salita. Successivamente, ci lasciamo di nuovo alle spalle il bosco ed eccoci giunti alla Bocchetta di Prada. Il Lago di Como si pone di fronte ai nostri occhi pieni della meraviglia che prova un bambino nel vedere il Sole per la prima volta. Siamo sul versante ovest della montagna. Ci fermiamo e godiamo profondamente.
Giriamo dunque a sinistra, camminando sul piano. Dopo pochi minuti le nostre gambe ci portano di fronte alla Cappella Votiva Caduti 89esima Brigata Poletti. Percorriamo facilmente un altro po’ di strada, e dopo altri dieci minuti la Porta di Prada è proprio lì, di fronte a noi, forte, maestosa. Sono passati 50 minuti da quando abbiamo iniziato il nostro percorso, eppure sembra passato così poco ma così tanto tempo. Abbiamo sbattuto le ciglia un paio di volte, ed eccoci qui. Allo stesso tempo, la sabbia nella clessidra ha smesso di scorrere e siamo solo noi e il nostro piccolo mondo. La Porta di Prada è il frutto del passare del tempo, una fessura scavata nella roccia calcarea. Non possiamo fare altro che ammirare lo spettacolo. Sarà incredibile ad ogni ora, ma se riusciamo a vederla al tramonto il tutto assumerà un’aria immortale, romantica. Prendiamoci il tempo per innamorarci pienamente.
A questo punto possiamo tranquillamente tornare indietro percorrendo a ritroso il tragitto dell’andata, ma, dopo una vista così meravigliosa, è giusto fare uno sforzo in più per riempirci la pancia come si è riempito il nostro cuore. Dirigiamoci verso il Rifugio Bietti-Buzzi. Percorriamo un piccolo sentiero abbastanza stretto, ma pianeggiante, dal quale vediamo tutti i pendii ai nostri piedi, quelli che vanno verso la Valle del Meria. Ecco che dopo circa un’ora e mezza dall’inizio della nostra avventura, svoltiamo una curva ed eccolo lì: il Rifugio Bietti-Buzzi. Dopo esserci rifocillati a dovere, diamo un’ultima occhiata alla bellezza del panorama. La nostra sinistra ci riserva il versante ovest della Cresta di Piancaformia del Grignone, dandoci l’opportunità di osservare particolari rocce calcaree. Dietro al Rifugio, ecco il Sasso Cavallo, una carezza agli occhi per chi ama arrampicare. Il Lago di Como ci saluta. Col cuore e la pancia pieni, torniamo al parcheggio.
Con la giusta attenzione, questo percorso è abbastanza semplice e fattibile in tutte le stagioni. Se decidiamo di andare in inverno, facciamo attenzione al ghiaccio, specialmente nelle salite e nelle discese!
Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.
La Via degli Abati fu realizzata per rafforzare il controllo del monastero di San ...
La Via Verde della Costa dei Trabocchi è una bellissima pista ciclabile vista mare ...
Mettiamoci in cammino, immergiamoci nella profondità del bosco e tuffiamoci nei ...
Se avete voglia di una fuga autunnale tra relax e natura in uno dei borghi più ...
©
2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur