Una piccola isola e una villa da sogno per stuzzicare il tuo palato: questo lago è la magica cartolina del Piemonte

Alessio Gabrielli  | 05 Mar 2025
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Meta turistica “secondaria”, ma non per questo meno bella, il Lago d’Orta è un vero gioiello naturalistico del Piemonte, un luogo da scoprire con un percorso di trekking speciale. Originatosi dal fronte meridionale del ghiacciaio del Sempione, il Lago d’Orta è quello più occidentale fra i laghi prealpini. A est il monte Mottarone lo separa dal Lago Maggiore, mentre sul versante ovest si alzano a quota 1.300 metri i monti della Valsesia.

L’isola di San Giulio, il piccolo gioiello del Lago d’Orta

Al centro del Lago d’Orta, la cui superficie non supera i 18 chilometri quadrati, c’è la piccola Isola di San Giulio. Su di essa si erge l’omonima Basilica, costruita nel IV secolo e custode delle sacre spoglie del santo. Questo suggestivo lago del Piemonte, tornato habitat naturale di innumerevoli specie animali e vegetali dopo le massicce bonifiche purtroppo resesi necessarie a causa del pesante inquinamento arrecatogli dall’industria dei primi ‘900, riflette oggi l’azzurro del cielo ed i verde dei boschi. Le bellezze del posto hanno naturalmente attratto negli anni un sempre crescente numero di turisti, facendo così la fortuna dei paesi che ne abitano le sponde, soprattutto di Orta San Giulio e Omegna, due tra i Borghi più belli d’Italia.

Villa Crespi, la perla dell’alta cucina

Una location incantevole quella del Lago d’Orta e in particolare di Orta San Giulio. Villa Crespi dona a questa destinazione un tocco di lusso e magia in più. È il regno dello chef Antonino Cannavacciuolo, amatissimo giudice di MasterChef e detentore di ben 3 stelle Michelin con la sua Villa Crespi. Non sarà certo alla portata di tutti poter mangiare in un luogo così speciale, ma la sua bellezza merita sicuramente di essere menzionata o per lo meno ammirata.

Dal lago alla vetta, escursione a piedi sul Mottarone

La nostra passeggiata ha preso il via dalla maggiore – per estensione – di queste pittoresche cittadine lacustri: Omegna. Ci troviamo sull’estrema propaggine settentrionale del Lago, appena sotto al Mottarone. Il comune ha una storia antica, testimoniata, oltre che dai ritrovamenti archeologici emersi nel corso degli anni, anche dalle pregevoli architetture civili e religiose, come il Ponte Antico del XV secolo o la chiesa romanica di Sant’Ambrogio.

Noi scegliamo però di “abbandonare” il pese costruito ed immergerci invece nella natura circostante. Programmiamo un percorso circolare di circa 15 chilometri attraverso i sentieri battuti, superando un dislivello complessivo di oltre 1000 metri. Nulla di troppo impegnativo anche se, è naturale, un minimo di preparazione fisica è necessaria: ogni fatica sarà tuttavia ripagata dalla meravigliosa vista di cui si può godere dall’Alpe del Barba!

L’Alpe Mastrolini e il panorama sul Lago d’Orta

Dal centro del paese di Omegna ci incamminiamo sul sentiero che porta sul Mottarone. La strada, prima asfaltata e poi su sterrato, è ben segnalata dagli appositi cartelli. All’inizio del sentiero, la segnaletica al bivio indica di prendere la destra per l’Alpe Mastrolini e la sinistra per l’Alpe Barba. Scegliamo la prima e, dopo aver guadato un torrente, in circa mezz’ora siamo in vetta. Una breve pausa per goderci la vista e riprendiamo inoltrandoci nel fitto del bosco. Il sentiero battuto con le direzioni ben segnalate ci porta alla selletta oltre la quale, con panorami sempre più ampi, incontriamo un tratto attrezzato con i cavi d’acciaio a mo’ di ferrata.

Per quanti dovessero soffrire di vertigini, questo è forse il punto più impegnativo dell’intero percorso: nulla di esagerato, ma il dislivello è notevole e la prudenza sempre obbligatoria. Ci godiamo l’incredibile panorama sul lago blu cobalto, sulla superficie del quale si specchiano le nuvole e le cime dei monti circostante. Andiamo avanti, continuiamo il sentiero, superiamo la sorgente – un sottilissimo filo d’acqua – e raggiungiamo L’Omo, grosso blocco in roccia sul quale è posta una banderuola metallica. Anche da qui il panorama è davvero bello, ispirando un sentimento di pace e rilassatezza difficilmente descrivibile. Sui grossi massi rocciosi, tra l’erba secca, si gode intanto il sole qualche fortunata lucertola!

Preso fiato, ci muoviamo in direzione del sentiero dei Tre Alberi che, scendendo, raggiunge il bivio per l’Alpe del Barba. La direzione è quella di  sinistra ed il sentiero si fa più panoramico e ripido. Poco più avanti si apre un bellissimo spiazzo erboso, attrezzato con un tavolaccio in legno per il pic-nic, abbellito dal panorama e “dominato” da un grosso albero cavo. Secondo una leggenda locale è la fonte della giovinezza che, invitante, promette forza e vigore ai viandanti. Il nostro percorso giunge al termine. Proseguendo in discesa lungo il boschetto di betulle, ci ritroviamo, come per magia, a quello stesso bivio incontrato all’inizio, che ci indicava la destra per l’Alpe Mastrolini e la sinistra per l’Alpe Barba.

Alessio Gabrielli
Alessio Gabrielli

Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor



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