Camminando lungo le sponde del Lago di Fiastra, si trova la partenza del sentiero per le Lame Rosse, una spettacolare formazione di roccia caratterizzata da un colore rossastro che ricorda le più belle formazioni rocciose americane. Con le loro torri e i loro pinnacoli, scavati nel tempo dall’erosione dell’acqua, danno l’impressione di un paesaggio extraterrestre. L’escursione alle Lame Rosse è una delle più famose dei Monti Sibillini e sicuramente la più frequentata nei pressi di Fiastra. Andiamo a scoprire le Lame Rosse; sembra l’Arizona, ma siamo nelle Marche!
Si tratta di particolari stratificazioni rocciose di un incredibile colore tendente al rosso che spicca particolarmente nel verde della vegetazione circostante. È una vista veramente unica, resa ancor più spettacolare dal fatto che si tratta di un luogo nascosto. Per ammirare le Lame Rosse, infatti, bisogna per forza percorrere un sentiero nei boschi che circondano il Fiastrone. È una piccola fatica, ma che viene sicuramente ripagata dallo spettacolo delle Lame Rosse.
Per cimentarsi nel sentiero bisogna recarsi a Fiastra, uno dei paesi più belli delle Marche e uno dei centri abitati più importanti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Una volta arrivati ci si dirige fino alla diga che sbarra il corso del Fiastrone e che forma il bacino del Lago di Fiastra. Da qui, una volta lasciata l’auto, si parte in direzione delle Lame Rosse.
Prima di tutto si attraversa la diga, magari fermandosi al volo al centro dell’imponente struttura che si erge verticalmente per quasi 90m. Superata la diga e una volta passati sotto una stretta galleria inizia il sentiero vero e proprio. Tenendosi sempre sopra al Fiastrone ci si immerge nel bosco seguendo il sentiero 335. Dopo poco più di due chilometri a piedi si esce dalla copertura degli alberi e si arriva alla base del ghiaione delle Lame Rosse. A questo punto le imponenti formazioni rocciose sono ben visibili guardando verso l’alto e basterà cimentarsi nella faticosa salita tra i ciottoli di ghiaia per arrivarci vicini. Non sarà il Gran Canyon, ma anche le Lame Rosse hanno il loro impatto visivo non da poco!
Per l’escursione alle Lame Rosse ci vogliono, tra andata e ritorno, circa tre ore di cammino. Proprio per questo è considerata un’escursione facile e alla portata di tutti e non è raro trovare famiglie con bambini sul percorso. A questo proposito è doveroso fare una precisazione: sì, il sentiero è facile e decisamente alla portata di tutti, ma non bisogna sottovalutarlo. In estate soprattutto le temperature possono essere quasi proibitive ed è sconsigliato percorrere il sentiero nelle ore più calde. Meglio optare per un bagno al lago. Inoltre, la mancanza di fonti d’acqua lungo il percorso rende necessario partire con le borracce piene. Infine, il ghiaione stesso, per quanto sia facile, può essere insidioso e quindi bisogna fare particolare attenzione.
Come avrete capito, l’escursione per le Lame Rosse non prende tutta la giornata e in circa 2/3 ore si completa. Che cosa fare quindi col tempo rimanente a Fiastra?
Beh, ovviamente, c’è il Lago di Fiastra, uno specchio d’acqua incredibile dalle acque color smeraldo, che regala un ristoro unico nelle giornate più calde. Le sue acque fredde sono un toccasana e una sensazione piacevolissima, soprattutto dopo aver percorso un trekking di più ore. Non esitate quindi a cercarvi un posticino sulle sponde del lago e farvi un bagno dopo aver visitato le Lame Rosse.
Se invece avete ancora voglia di camminare, il sentiero 335 per le Lame Rosse prosegue in direzione della Grotta dei Frati, un altro luogo incredibile dei Monti Sibillini. Il complesso composto da tre cunicoli prende il nome dai monaci benedettini che, come nel resto della zona dei Sibillini, a partire dal primo millennio si stabilirono nei luoghi più remoti di Umbria e Marche per condurre una vita eremitica votata alla preghiera. All’interno della Grotta si stabilirono, a partire dal 1200, i frati Clareni seguaci di Angelo Clareno, un frate che si allontanò dall’ordine francescano per istituire una congregazione propria. Oltre ai lavori per rendere la Grotta più vivibile, i Clareni iniziarono anche la costruzione di un convento scavato nella roccia. Sempre qui eressero la piccola chiesa di Sant’Egidio. A partire dal XVII secolo il complesso di grotte fu abbandonato e solo in tempi recenti, grazie anche al lavoro dei frati Minori di Colfano, la zona è stata ripulita dalla vegetazione e i suoi resti oggi sono esplorabili.
Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor
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