Un gioiello secolare nel cuore delle Marche: questa faggeta ti farà vivere il vero e proprio autunno

Antonia Festa  | 02 Ott 2025

Le Marche sono il luogo ideale per una vacanza autunnale all’insegna dell’avventura. Per chi ha uno spirito da esploratore, il luogo che proponiamo è perfetto, perché consente di vivere un’esperienza unica, tra i faggi secolari. Tuffarsi nel bosco per ascoltare i profumi degli alberi ed esplorare i paesaggi che sembrano dipinti consente di riconnettersi con la natura e vivere momenti di estrema pace. E allora cosa aspetti? Prendi il tuo zaino più comodo, le scarpe più confortevoli e iniziamo questo viaggio insieme.

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza: 3 ore e 45
  • Dislivello: 270 m
  • Difficoltà: E
  • Segnavia percorso: Sentieri CAI 105 – 102A
  • Periodo adatto: autunno e primavera
  • Dove parcheggiare: cimitero di Villagrande

Un bagno di natura: le caratteristiche della faggeta di Pianacquadio


Credit immagine: Francesco Zagaglia

La faggeta di Pianacquadio sembra un bosco fatato, dove i faggi regnano sovrani in un ecosistema così delicato ma, allo stesso tempo, resiliente. Quella che oggi viene denominata faggeta di Pianacquadio si estendeva, un tempo, fino in cima al monte Carpegna, mentre ora, dove la foresta regnava sovrana, troviamo dei prati adibiti a pascoli. Si tratta di una delle ultime faggete a fusto così alto presenti nelle provincie di Pesaro e Urbino. I periodi ideali per visitarla sono l’autunno, per le sue foglie incredibilmente colorate, e la primavera, quando iniziano le fioriture dell’anemone trifogliata (Anemone trifolia), del croco (Crocus neapolitanus), della scilla (Scilla bifolia) e della primula (Primula vulgaris). Non c’è, però, molta flora, poiché gli alberi hanno delle chiome così fitte che la luce fa fatica a passare e raggiungere il sottobosco.

Un percorso tra faggete e sentieri misteriosi affascina i turisti

Siamo pronti a esplorare i dintorni della faggeta di Pianacquadio. Lasciamo l’auto nei pressi del cimitero di Villagrande (890 metri di quota), dove è presente un parcheggio molto grande. Attraversiamo la strada provinciale per prendere il sentiero CAI 105. Continuiamo già immersi nell’aura misteriosa dei prati sconfinati per 400 metri circa. Quando incontriamo la strada sterrata dobbiamo girare  a destra e, subito dopo, a sinistra. Lasciamoci alle spalle la sciovia.

Questa strada sterrata ci conduce per un sentiero a tratti dissestato e ripido. Ecco che, quasi senza rendercene conto, siamo avvolti dai prati di Monte Palazzolo. Qui ci possiamo sbizzarrire nell’osservare cespugli di biancospino, ginepro, prugnolo e rosa canina. Il panorama che osserviamo ci lascia senza fiato: il colle di Monte Boaggine con la torre bianca, il Monte Carpegna quasi interamente ricoperto da un lenzuolo di prati dedicati al pascolo, il Monte Montone e il Monte San Marco ci salutano.

Fossili e viste da sogno per giungere alla faggeta di Pianacquadio


Credit immagine: Francesco Zagaglia

Seguendo il crinale, ci troviamo a 1.194 metri, sulla cima di Monte Palazzolo. La vista sulla Valmarecchia si apre come un portale su un nuovo mondo mai visto. A questo punto, iniziamo a scendere. Eccoci a 1.036 metri di quota, accanto a una vecchia celletta dedicata alla Madonna. Seguiamo sempre la strada sterrata, ossia il sentiero CAI 105, e continuiamo sino all’Eremo della Madonna del Faggio. La faggeta di Pianacquadio ci attende ed è sempre più vicina. Andiamo a destra, salendo nel bosco intenso e incrociando il sentiero CAI 102A.

Guardiamo sotto ai nostri piedi e notiamo un pavimento naturale formato da stratificazioni di calcare marnoso. Osservando bene, possiamo deliziare la nostra vista anche con dei meravigliosi fossili di gallerie scavate un tempo dagli animali. Stiamo camminando su un vecchio fondale marino. Eccoci, poi, su un balcone naturale che spazia la nostra vista su Valmarecchia. Un altro punto panoramico davvero incredibile ci attende quando vediamo una croce posta sul precipizio. Quello è il nostro segno che siamo arrivati a Passo del Trabocchetto. Percorriamo 800 metri e riprendiamo a sinistra il sentiero CAI 105, attraversiamo il torrente Prena e saliamo. Ecco che, finalmente, ci ritroviamo accanto alla faggeta di Pianacquadio.

Informazioni utili

La faggeta di Pianacquadio non è composta unicamente da faggi. Troviamo anche altre specie, come l’acero di monte, il sorbo montano e, addirittura, il tasso, specie estremamente rara. Con un po’ di attenzione, è possibile scorgere anche il maggiociondolo alpino, la fusaggine montana, il nocciolo e il ciliegio volpino. La faggeta si trova all’interno del Parco Sasso Simone e Simoncello.

Antonia Festa
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