Toppo di Travesio, borgo gioiello da dove partono il percorso dei masi e i cammini più belli del Friuli occidentale

Redazione  | 10 Giu 2025

Toppo di Travesio è un piccolo borgo di 400 anime che racchiude il suo genius loci tra i ruderi di un affascinante castello, le mura di un palazzo signorile e nei masi, antiche costruzioni rurali che determinarono la sua fortuna. Le pietre danno voce alla quiete di questa gemma che spunta tra le dolci colline del pordenonese, punto di partenza per andare alla scoperta di un territorio bellissimo e ricco di tradizioni.  

Dal borgo, si snoda il percorso dei masi che attraversa il centro abitato svelandone la storia, e sempre dal piccolo centro, partono lunghi itinerari che spaziano tra le meraviglie del Friuli Venezia Giulia, da percorrere a tappe su due ruote, come l’anello dei borghi montani, un’immersione totale nella lussureggiante bellezza della Pedemontana pordenonese che collega i borghi di Poffabro e Toppo, o a piedi, fedeli rabdomanti dell’andare lento e immersivo lungo qualche tratta del Cammino di San Cristoforo, uno dei percorsi più belli della regione. Gli itinerari nei dintorni di Toppo di Travesio offrono delle magnifiche opportunità per immergersi nella natura e nella cultura del Friuli Venezia Giulia, un territorio punteggiato da campanili, fiere enclave di tradizioni. Percorsi che offrono esperienze uniche all’insegna della tranquillità, ma anche esperienze adrenaliniche come il parapendio e il deltaplano, raggiungendo località molto rinomate in tutta Europa per il volo libero.

Ma prima di mettersi in marcia o sperimentare qualche lancio aerodinamico, c’è una tappa imperdibile a Toppo, l’omonimo maniero che domina il borgo abbarbicato su un’altura, alle falde del monte Ciavoleì. Stiamo parlando del Castello di Toppo, uno splendido esempio di architettura fortificata risalente al XII-XIV secolo che conserva ancora un assetto fedele all’impianto originario nonostante oggi siano rimasti solo ruderi. La struttura rivestì una grande importanza per il territorio fino al XV secolo, rappresentando uno dei principali nuclei del sistema difensivo e dell’organizzazione feudale dell’area pedemontana del Friuli occidentale, lungo un’antica via di transito, in prossimità di un importante guado sul fiume Meduna. A partire dal Cinquecento, il castello venne abbandonato, e dopo secoli di oblio, un recente restauro l’ha restituito alla memoria collettiva trasformandolo in un simbolo di grande fascino e rilevanza storica per il borgo.   


Passeggiando nelle Dolomiti Friulane, nei borghi di Frisanco e Poffabro, considerati tra i borghi più belli in Italia. Foto di Luciano Gaudenzio

Il percorso dei masi  

Il percorso dei masi è l’itinerario perfetto per andare alla scoperta del borgo di Toppo di Travesio, apprezzandone la bellezza ma anche la sua storia. Una bellissima passeggiata svela l’impianto originario dell’intero abitato, rivelando l’assetto del villaggio medievale, composto da due nuclei rurali distinti: Pino e Toppo, separati dal rio Gleria. Il borgo si sviluppò in un contado feudale strettamente legato al castello che lo dominava, ma l’espansione si deve anche alla presenza dei masi, che tutt’oggi è possibile distinguere nel tessuto urbano. Un tempo, queste strutture erano alla base dell’organizzazione sociale della comunità contadina che ha determinato l’evoluzione del borgo stesso. Si trattava di abitazioni rurali che costituivano una sorta di piccola azienda agricola a conduzione familiare, comprensive di orti e di appezzamenti di terra coltivabile, solitamente molto frammentati e sparsi nelle vicinanze.  

Il percorso dei masi inizia da Palazzo Toppo-Wasserman, situato ai piedi del castello, un tempo residenza dei conti di Toppo Wassermann. Oggi è centro culturale, sede di mostre temporanee (una decina all’anno) e dell’esposizione dei reperti archeologici del castello di Toppo. L’edificio campeggia la borgata di Pino, chiamata anche “dei Martins”, incantevole per le pittoresche case in pietra e i portici ad arco che evocano la vita di un tempo. Ed è proprio qui che svettano ancora due dei più antichi masi di Toppo, poco distanti dalla strada principale che conduce al castello, un tempo il fulcro della vita urbana. 

Si prosegue verso la borgata di Toppo situata più ad est, lungo le attuali via Nazario Sauro e via della Fornace, fino ad arrivare alla chiesa dell’abitato, dedicata a San Lorenzo martire. Fu proprio questo luogo del credo a far crescere il secondo nucleo abitativo: quando venne trasformata in parrocchia, fu attrattiva per popolare la zona ed estendere il borgo. Non a caso, qui si nota un importante sviluppo del sistema dei masi e dell’abitato anche dopo il periodo medievale.  

Cammino di San Cristoforo 


Cammino di San Cristoforo. Foto di Stefano Giacomuzzi

Da Toppo di Travesio è possibile intraprendere anche il Cammino di San Cristoforo. Questo lungo itinerario spazia nella parte occidentale del Friuli Venezia Giulia per 350 km e attraversa 25 comuni, articolandosi in tre bellissimi itinerari. Un percorso lontano dalle destinazioni turistiche più gettonate, che rivela un territorio inaspettato, di rara bellezza: attraversa piane, colline, valli, due siti UNESCO, il sito palafitticolo del Neolitico di Palù di Livenza, e le vertiginose Dolomiti Friulane. Include inoltre luoghi unici nel loro genere come i Magredi e i borghi storici della pedemontana, dove spuntano chiese e castelli, tracce di un antico passato e un presente ricco di tradizioni. Il Cammino di San Cristoforo è un percorso che omaggia la natura e la cultura della regione, un invito a immergersi nella biodiversità del territorio e a incontrare le comunità locali, la cui accoglienza rende l’esperienza ancora più speciale. 

Gli itinerari 

Pedemontana 

La Pedemontana è il tratto del Cammino di San Cristoforo che si snoda tra i fiumi Livenza e Tagliamento, corsi ginecei che disegnano la geografia fisica e umana del territorio. Il percorso “Pedemontana” rivela già dal nome il tragitto, che costeggia e spazia nella dorsale prealpina: oltre 150 chilometri, da Caneva a Spilimbergo, un andare disseminato di borghi e borgate, nonché un magnifico habitat di biodiversità. Natura eterogenea, così la cultura, che nel raggio di un centinaio di chilometri cambia tradizioni, dialetti, cucina e leggende, ma allo stesso tempo fa da ponte che unisce la storia e le genti.  

Percorso dei Magredi  

Il Percorso dei Magredi è una bellissima occasione per immergersi nella natura friulana, 150 chilometri di pace e tranquillità. Questa parte del cammino spazia in una particolare area in cui le acque dei torrenti Cellina e Meduna digradano nella falda locale che in estate si trasforma in un ambiente davvero unico e ricco di biodiversità, da molti paragonano ad una steppa, dove regna il silenzio. Solo al cospetto delle risorgive di Cordenons l’acqua comincia a gorgogliare riemergendo. L’itinerario è ad anello, con partenza ed arrivo a Pordenone, lungo l’itinerario incontrerete anche numerosi paesi, pit stop perfetti per deliziarvi in qualche osteria tipica ed apprezzare la cucina locale.   

Anello Val Meduna 


Rifugio Valinis. Foto di Nicola Brollo

L’Anello Val Meduna è considerato il percorso più intimo e nascosto del Cammino di San Cristoforo. Lascia alle spalle la pianura e si addentra nella bellezza della Val Meduna, 54 chilometri che raggiungono anche il Monte Valinis, il punto più alto del Cammino, non solo una sfida alle pendenze e una “via ascensionale” che coinvolge lo spirito e il corpo, ma anche un luogo privilegiato dagli sportivi: qui si trova una pista di lancio per deltaplani e parapendii, molto conosciuta tra gli appassionati di attività sportive outdoor aerodinamiche. Situata in un punto strategico a 1.100 metri sul livello del mare ricca di correnti ascensionali costanti, offre inoltre un panorama mozzafiato sulla pianura. Il Monte Valinis è una destinazione consolidata in Friuli Venezia Giulia e conosciuta in tutta Europa per praticare il volo libero. 

Località e percorsi nei dintorni di Toppo di Travesio 

Toppo di Travesio è il punto di partenza perfetto per raggiungere altre perle della regione, come Castelnovo del Friuli. Questa destinazione è nota per una curiosa peculiarità in quanto è considerata un comune “labirinto”. Non si tratta di un vero e proprio centro coeso nell’abitato ma di un singolare impianto urbanistico formato da un insieme di piccoli borghi, circa una quarantina. In questa moltitudine, il simbolo di Castelnovo è la Chiesa di San Nicolò, chiamata anche Chiesa di Borc”, facilmente distinguibile per la sua facciata candida, visibile a molti chilometri di distanza nelle belle giornate di sole. “Luminosa” anche la Chiesetta bianca, dedicata a San Daniele situata nella borgata di Celante, risalente al 1338. Castelnovo è una realtà unica e bellissima, immersa nel verde delle colline pordenonesi, dove si snodano numerosi sentieri che attraversano boschi ricchi di acque sorgive, torrenti e cascatelle, un’arcadia ricca di flora e abitata da caprioli, cervi, cinghiali e altri animali selvatici. 

Da Toppo di Travesio è consigliata anche una tappa a Tramonti di Sopra, paradiso per gli amanti della montagna e della tranquillità. Siamo nella amena Val Tramontina, incorniciata dalle cime delle Prealpi Carniche. Il territorio, in parte compreso nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, è caratterizzato da una natura lussureggiante ricchissima d’acqua: tra le più famose meraviglie naturali, troviamo il Fontanon dal Toff, imponente cascata che erompe da una grotta, e le incantevoli Pozze Smeraldine, piscine naturali incastonate come piccole pietre verdi tra le rocce bianche del torrente Meduna, e i laghi artificiali di Ca Zul, Selva e Redona, quest’ultimo il più noto, da cui nei periodi di secca emergono ancora oggi le case in sasso delle borgate di Flours, Movàda e Redona, sommerse per la creazione della diga. L’elemento acqua è una costante in questo eden tutto da esplorare, lungo i numerosi sentieri che si addentrano nel verde e arrivano ad antichi borghi come Frassaneit, Tamar e Pàlcoda, o giungono a preziose testimonianze del passato, quelle di una vita operosa come le fornaci, edifici di struttura circolare alti circa tre metri e realizzati con massi squadrati, che servivano per la produzione di calce, fonte di reddito per gran parte delle famiglie che divenne una vera e propria arte.   

Foto di copertina: Val Tramontina, di Luciano Gaudenzio. Tutti i diritti riservati

Articolo a cura di Elena Bittante

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