Sulle orme della Resistenza, cosa ci aspetta sulla linea Gustav a Cassino?

Benedetto Sensini  | 08 Giu 2023
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Sono molti, in Italia, i trekking e i sentieri che permettono di esplorare il passato e seguire le orme degli uomini e donne che hanno combattuto il nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Negli anni della Resistenza, partigiani di tutta Italia (e molti partigiani stranieri), insieme agli Alleati, combatterono sulle montagne del nostro paese, contro il regime fascista e quello nazista.

Proprio per questo motivo, oggi, molti dei sentieri e delle montagne attraversate dai nostri partigiani sono luoghi dedicati alla memoria degli uomini e donne che hanno sacrificato tutto, spesso anche la vita, per conquistare la libertà di questo paese. Quasi ovunque in Italia si possono trovare le tracce della guerra combattuta in montagna e, nel sud Italia, si può camminare alla scoperta di uno dei campi di battaglia più importanti di tutto il conflitto: la Linea Gustav.

Un cenno di storia sulla Linea Gustav

La Linea Gustav fu la principale linea difensiva dell’esercito tedesco in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Fino al 18 maggio 1944, quando fu sfondata dall’avanzata alleata e partigiana, divideva di fatto il paese: a sud della linea l’Italia liberata mentre a nord l’occupazione nazista e il governo della Repubblica Sociale Italiana.

La linea fu formata e rinforzata a seguito dello sbarco alleato a Salerno nel settembre del 1943 e aveva come scopo principale quello di impedire l’avanzata delle truppe alleate verso Roma. La Linea Gustav partiva sul Tirreno all’altezza di Minturno, vicino Gaeta, per dividere il paese a metà e concludersi sul versante Adriatico nei pressi di Ortona, in Abruzzo.

Lungo tutto il tragitto della linea nazisti e fascisti opposero una forte resistenza all’avanzata alleata e partigiana, combattendo su più fronti nelle battaglie di Montelungo, Cassino, Ortona e nel Sangro. Soprattutto Cassino fu protagonista di uno scontro sanguinoso che vide soldati angloamericani, italiani e polacchi scontrarsi con l’esercito tedesco e durante il quale l’Abbazia e l’intero abitato furono quasi completamente rasi al suolo dai bombardamenti.

Seguendo la Linea Gustav a Cassino
Linea Gustav, Cassino

Proprio a Cassino, luogo di una delle battaglie più importanti per lo sfondamento della Linea Gustav, varie associazioni si sono adoperate per riportare alla luce i sentieri sui quali si è consumato lo scontro, con lo scopo di ricreare una memoria storica della Battaglia di Cassino e degli uomini che hanno perso la vita combattendo.

La Cavendish Road, la strada di attacco alleata

Per cercare di circondare i tedeschi asserragliati nell’Abbazia di Montecassino, il comando alleato decise di aprire una nuova strada per sferrare l’attacco alle postazioni naziste. Si tratta della Cavendish Road, costruita in brevissimo tempo da ingegneri indiani e neozelandesi, che da qualche anno il CAI di Esperia ha ripulito dalla vegetazione e reso nuovamente fruibile agli escursionisti.

Il sentiero parte dalla frazione Caira di Cassino per raggiungere la Masseria Albaneta. Sulla Cavendish Road combatterono soprattutto soldati polacchi durante l’Operazione Diadem, l’ultima battaglia di Montecassino. Il sentiero si tiene sempre a nord dell’Abbazia di Montecassino ed è un percorso facile aperto a tutti. Proprio qui, ogni anno si incontrano decine di turisti polacchi in visita al cimitero polacco e sulle tracce dei loro antenati che qui trovarono la morte. Dopo essere partiti da Caira, il sentiero attraversa il Vallone del Dente, attraversando l’omonimo torrente, fino a raggiungere il monumento del “Carro Armato”. Superato il monumento, girando a sinistra si imbocca un sentiero che conduce, a circa 550m di quota, alla Stele dedicata ai soldati polacchi ed infine al Cimitero Polacco.

I sentieri sul Monte Cifalco

Sul Monte Cifalco il CAI di Cassino è intervenuto negli ultimi anni per riportare alla luce decine di sentieri che permettono di visitare le postazioni fortificate dell’esercito tedesco. Il Cifalco, di fatto, era un’ottima postazione difensiva per l’esercito della Germania nazista, offrendo un ampio raggio difensivo su tutta la sottostante valle del Rapido. Proprio per questo i tedeschi costellarono la montagna di postazioni difensive e fortificate scavate nella roccia viva che gli Alleati, principalmente soldati francesi, combatterono duramente per espugnare.

L’itinerario per visitare le postazioni difensive sul Monte Cifalco parte da Valleluce, un abitato nei pressi dell’uscita autostradale di Sant’Elia Fiume Rapido. Da Valleluce si raggiunge la frazione di Collechiavico dove inizia il sentiero vero e proprio. Partiti da Collechiavico si seguono le indicazioni per il romitorio di San Bartolomeo e ci si inerpica su una strada sterrata in direzione della vetta del Cifalco. Sulla sommità del monte una cartina permette di studiare il panorama e ripercorrere i luoghi della battaglia, mentre salendo e scendendo per il percorso sono evidenti le tracce dei fortini scavati nella montagna dai tedeschi. Dopo aver esplorato le piccole cavità si può ripercorrere il sentiero dell’andata per tornare alla macchina.

 

Benedetto Sensini
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