Scopri la magica atmosfera toscana sul fatato anello tra le Balze del Valdarno

Leonardo Anchesi  | 03 Lug 2023
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La Balze del Valdarno rappresentano una delle numerose peculiarità geologiche che si possono trovare in Toscana, terra che offre veramente numerosi scenari. In particolare, le Balze sono delle formazioni geologiche di sabbie, argille e ghiaie stratificate, alte circa un centinaio di metri e intervallate da profondi canyon. Questa alternanza dona al paesaggio un aspetto decisamente caratteristico, soprattutto in questo tratto di Toscana, dove si è più avvezzi a vedere dolci colline tondeggianti ricoperte da manti verdi di vegetazione. Questa particolarità paesaggistica è concentrata tra la provincia di Arezzo e quella di Firenze, in maniera piuttosto diffusa; è possibile, tuttavia, ammirare da vicino una buona parte di queste torri sfruttando il sentiero ad anello delle Balze del Valdarno, uno splendido itinerario grazie al quale potrete immergervi dentro un’atmosfera fatata, che un tempo fu anche ispirazione per il genio di Leonardo Da Vinci.

Si parte da Ostina, il borgo delle apparizioni mariane

Punto di partenza del vostro itinerario sarà Ostina, piccola frazione del comune di Reggello immersa nei boschi del Valdarno. Prima della partenza potrete approfittare per una visita al piccolo borgo, di antichissime origini, e alla locale chiesetta di San Tommaso, un piccolo ma pregevole edificio religioso il cui impianto originario risale a un’epoca a cavallo fra il XII e il XIII secolo. La facciata e i paramenti murari ancora conservano il loro aspetto originario; sono, invece, aggiunte di epoca seriore la sagrestia e la canonica (del XVIII secolo) e il porticato addossato alla facciata (XIX secolo). Nonostante le ridotte dimensioni, è possibile che troviate una grande affluenza di gente; dal 1993, infatti, sembrerebbe che la Vergine Maria appaia a una signora di Ostina lasciandolo ogni volta un messaggio; sin ora la Madonna avrebbe lasciato 180 messaggi, di cui l’ultimo pochi giorni fa.

Il sentiero ad anello delle Balze del Valdarno

Complessivamente il circuito misura circa di 11 km; tuttavia, il dislivello minimo e il tracciato che si sviluppa lungo stradine ben segnalate lo rendono un percorso assolutamente adatto a tutti. Il sentiero che andremo a percorrere parte dal lato della chiesa, che dovrete lasciare alla vostra destra e imboccare la stradina che conduce verso il cimitero della frazione. La passeggiata è in quota per i primi 4 km; una camminata dolce e rilassante, perfetta per respirare aria buona e ammirare il paesaggio circostante, di cui le Balze sono le assolute protagoniste. Attraverserete vigneti e uliveti che con i loro profumi riempiono l’aria e vi inebrieranno. Dopo circa un’ora di cammino, qualcosina di più se ve la prenderete con calma, inizierete a scendere dentro il bosco; gli alti alberi prenderanno il posto delle colture e l’ombra vi regalerà un refrigerio unico, soprattutto nelle giornate più calde.

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Da qui il percorso è un continuo sali-scendi, ma comunque leggero e che non mette mai in difficoltà. La vista sulle Balze sarà praticamente continua, permettendovi di ammirarle da diverse angolazioni. La buca di Gabriello, Fornello, Nocellino sono solo alcune delle località che incontrerete lungo il vostro cammino, una più bella e suggestiva dell’altra. Raggiungerete l’abitato di Vaggio in circa tre ore; qui potrete fare una lunga sosta, sfruttando una delle attività locali, per poi proseguire e fare rientro a Ostina in un’oretta scarsa.

La Balze del Valdarno e la Sardegna


“Smotte”, “zolle”, “lame“, addirittura “piramidi delle fate”, ecco come i locali amano riferirsi alle Balze, formazioni così particolari e uniche da aver generato attorno a loro un susseguirsi di leggende che, da secoli, vengono tramandate dagli abitanti del posto. Una di esse ha che fare con una terra al tempo stesso lontanissima e legatissima alla Toscana: la Sardegna. Gli antichi narrano che la Corsica, un giorno, disse alla Sardegna, un tempo chiamata Ichnusa, che esisteva una terra più bella di lei chiamata Tuscia. La Sardegna, incuriosita, si voltò di 35 gradi per verificare e la Tuscia, che oggi noi chiamiamo Toscana, sentendosi osservata dalla regina di tutte le terre del Mediterraneo, in segno di rispetto svuotò il suo lago più importante per far emergere le Balze dai fondali in onore di Ichnusa, che ne rimase talmente colpita da non voltarsi mai più indietro.

Leonardo Da Vinci le volle anche dipingere


Sembrerebbe che anche il Maestro vinciano abbia voluto immortalare le Balze nei suoi dipinti o che, comunque, ne abbia tratto una certa ispirazione. Le leggende che corrono sul conto di Leonardo e delle sue opere hanno ormai superato di gran lunga quelle sulle Balze, spesso distogliendo l’attenzione sul reale valore storico-artistico del Genio leonardiano in favore di qualche favoletta più o meno fantasiosa: iconografie fantastiche, messaggi criptati e sorrisi enigmatici hanno preso il sopravvento nei secoli, creando un guazzabuglio ben lontano dal serio studio accademico. Tuttavia, analizzando i due dipinti dedicati alla Vergine delle Rocce, conservati uno al British Museum e l’altro al Louvre di Parigi, non è possibile non notare una certa somiglianza delle guglie rocciose sullo sfondo con le Balze del Valdarno, sicuramente familiari a Leonardo. Si sarà veramente ispirato ad esse?

Credit foto:
Vergine delle Rocce – Wikipedia

Leonardo Anchesi
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