I castelli sono parte di una bolla temporale a sé stante, un piccolo frammento di tempo che non ha voluto saperne di scomparire nell’oblio del passato. Il Castello di Celsa non è un’eccezione. Ecco che qui la Via Francigena e questa meraviglia di ingegneria umana si incontrano, creando un riflesso di emozioni a dir poco intenso. Infatti, ci troviamo sul percorso della Via Francigena che porta a Siena.
Si tratta di una via secondaria del lunghissimo pellegrinaggio che stiamo vivendo insieme passo passo, ma talvolta le strade secondarie nascondono molte più sorprese di quanto possiamo immaginare. E allora entriamo in contatto con questo frammento di tempo che è rimasto per farsi ammirare. E noi che possiamo fare se non accontentarlo?
La cappella di Baldassarre Peruzzi del Castello di Celsa
Come al solito, andiamoci piano: prima di andare ad esplorare il Castello di Celsa, impariamo a conoscerlo. Le prime sembianze di un castello nascono nel XIII secolo. Ma non fu sempre bello e luminoso come ci si presenta al giorno d’oggi. Inizialmente, avrebbe potuto essere perfetto per Halloween: scuro, cupo mentre controllava la vallata che guarda Siena. La sua rinascita è da attribuirsi alla volontà della famiglia dei Celsi di “liberare la casa imprigionata e farla impregnare di sole e di luce”.
Tale citazione viene dalla penna di Shepherd e Jellicoe, i quali entrarono in questo magico spazio-tempo, anche chiamato Castello di Celsa, negli anni ’20 del ‘900. Ciò portò alla commissione dell’architetto Baldassarre Peruzzi. Sempre dalla bocca di Shepherd e Jellicoe “ la magia delicata della mano del Peruzzi ha toccato le mura originali, accentuando la loro forza attraverso la leggerezza delle aggiunte in una maniera che è una rivelazione nell’arte di mutare il formale in informale”.
Panorama sul Castello di Celsa
Ciò che l’architetto Baldassarre Peruzzi fece al Castello di Celsa, ne cambiò il look e la conformazione in maniera talmente profonda da tramutarlo completamente. La mano di questo maestro si vede nella cappella circolare, e poi nel muro di terrazzamento che ci delizia l’occhio con delle nicchie degne di nota. Con le modifiche di Baldassarre Peruzzi, le forme medievali si rivoluzionano. Il cortile interno diventa di forma trapezoidale, abbracciato da bellissimi portali ad arco. Gli archi guardano il giardino all’italiana, un luogo perfetto per una pausa da ciò che il mondo pretende da noi.
Nel Castello di Celsa vi sono molti ambienti che ci permettono di staccare il cervello, vivere in un altro tempo, almeno per un po’. Però, non vi è storia senza inghippo: le truppe dell’imperatore Carlo V devastarono Celsa nel 1.554. Qui, la famiglia dei Celsi esce dalla fotografia per lasciar entrare la famiglia de Vecchi di Siena. Alla fine dell’Ottocento cadde in mano a Maria Antinori e Giuseppe Aldobrandini. Egli incaricò l’architetto Mariani di realizzare ulteriori modifiche al castello, come l’apertura delle bifore. Fu la moglie di Clemente Aldobrandini, Luisa von Welczeck a portare il giardino e il parco la loro leggendaria bellezza iniziale.
L’emblematica vista del Castello di Celsa
La particolarità di questo luogo risiede nella fusione tra genialità umana e natura. Già il parco è perfettamente curato e davvero di una bellezza fuori dal comune. Se poi andiamo a visitare il Castello di Celsa in autunno, la mente si apre oltre ad ogni limite di fronte alla meraviglia.
Le piante che si arrampicano sul castello non sono più di un verde fosforescente, ma diventano di un colore rossiccio, arancione e giallo. Stiamo parlando di una particolare specie di vite rampicante che abbraccia il Castello di Celsa rendendolo perfettamente al centro di un alone che oscilla tra mistero e semplicità complessa. Tra un gigante scrigno che racchiude un inno alla storia ad un contenitore di giardini e posti verdi di natura terapeutica, possiamo finalmente capire la magia di questo luogo.
Tra un ieri frastagliato e un domani sempre più dedicato a fare del bene all’anima di chi lo visita, il Castello di Celsa ci ha ormai rubato il cuore.
Vuoi scoprire qualunque cosa sul Castello di Celsa? Dai un’occhiata al sito ufficiale del Castello di Celsa.
Crediti cover e primo paragrafo: Sailko, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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