Un brivido che corre lungo da schiena, lo spirito da Indiana Jones, la voglia di essere padroni della paura, mentre il vuoto sotto di noi, in qualche modo, ci fa sentire vivi: sono queste le sensazioni che si provano quando ci avventuriamo in percorsi “da brividi”. Ecco che il trekking da paura diventa uno stile di vita, un modo per vivere ai limiti del possibile e per moltiplicare all’ennesima potenza le emozioni. E, allora, che i più coraggiosi (ed esperti) si preparino per andare alla scoperta dei quattro trekking più pericolosi del mondo.
Chiudiamo gli occhi e raggiungiamo la Nuova Guinea. Siamo nella foresta e riusciamo a sentire rimbombare forte il rumore dell’artiglieria pesante. Qui, tra l’estate e l’autunno del 1942, si combatté una battaglia sanguinosa per decidere le sorti della guerra sul versante Pacifico. Seguendo le tracce dei soldati, seguiamo un percorso lungo ben 96 chilometri, partendo da Gona per giungere Port Moresby. Camminiamo nella foresta, le nostre gambe sono forti, l’umidità è sempre alta per alla presenza di corsi d’acqua lungo tutto il percorso. È meraviglioso, emozionante, siamo circondati dalla natura dal primo all’ultimo centimetro della nostra avventura… ma dobbiamo stare molto attenti. Le passerelle per attraversare i torrenti sono scivolose, dunque dobbiamo tenerci alle funi (ove presenti). Bisogna, inoltre, prendere in considerazione la presenza di continue piogge pomeridiane ma, alla fine, la fatica sarà ricompensata dal ricordo di un’avventura incredibile e dalla scoperta di luoghi meravigliosi.
Un altro trekking da paura è quello che interessa lo Utah, immersi nel Parco Nazionale Canyonlands. Uno scenario meraviglioso, roccioso, tanto da sembrare di essere quasi su un altro pianeta. Ma non lasciamoci distrarre da tanta bellezza. Se giriamo in questo labirinto di roccia troppo a lungo, potremmo non sapere più come tornare indietro. Qui, infatti, non c’è un vero e proprio punto di riferimento. Una volta entrati nel parco, dobbiamo fare estrema attenzione a come ci muoviamo e ricordare il cammino, visto che il sentiero non è chiaro e nemmeno segnalato. La posizione di questo luogo è molto remota; non a caso il suo nome è “The Maze“, che significa letteralmente labirinto. Insomma, rappresenta un trekking da brividi che è meglio affrontare con cautela. Naturalmente, con coraggio e buon allenamento, l’itinerario è fattibile e regala la possibilità di scoprire un luogo meraviglioso.
Un trekking da paura lungo 18 chilometri, che non ci aspetteremmo mai da un luogo solitamente immaginato come estremamente rilassante. Eppure, le sorprese si celano anche alle Hawaii. Se durante una vacanza sotto l’ombrellone volete una sferzata di avventura e siete allenati, allora potete provare il brivido del Kalalau Trail. Cominciamo tranquillamente, su spiagge che non sembrano mai aver conosciuto la presenza umana… per, poi, arrivare direttamente a strapiombo sul mare. I piccoli fiumi che incontriamo lungo il percorso si trasformano ben presto in scrosci di acqua senza sosta alla minima pioggia. Le cascate che si presentano di fronte ai nostri occhi sono veramente meravigliose, ma faremo meglio a non andare troppo vicini: il pericolo di caduta massi è elevato. Siamo sulla costa di Na Pali, nel nord dell’isola Kauai e la nostra avventura parte dalla spiaggia di Ke’e e arriva alla valle di Kalalau.
Per l’ultimo trekking da paura serve davvero molta esperienza, perché l’allenamento richiesto è davvero elevato. La scalata del K2 è uno dei percorsi più pericolosi; la nostra resistenza verrà messa alla prova, ma se riusciremo a conquistare i suoi 8.609 metri di altezza, proveremo una sensazione unica al mondo. Si tratta della montagna più alta dopo l’Everest e, date le sue caratteristiche, conta purtroppo un morto ogni quattro scalatori. Non è un dato confortante, ma ci permette di capire quanto sia importante per affrontare l’impresa. Si parla di decenni di allenamento e dedizione e di una vocazione enorme per l’avventura e il brivido. Chi ha realizzato questo sogno, si è ritrovato veramente di fronte all’obiettivo di una vita. Una cosa importantissima da ricordare quando scaliamo queste montagne così alte è di fare una pausa quando lo sentiamo necessario, per praticare la decompressione e abituarsi gradualmente all’altitudine e all’inevitabile aumento della pressione.
Ricordiamo sempre di prendere sul serio tutte le indicazioni di sicurezza e di non dare mai per scontato la percorribilità di questi luoghi. Solo facendo massima attenzione in partenza e lungo il tragitto potremo veramente goderci il percorso.
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