Poco più di 1000 abitanti, ma questo borgo è sorvegliato da un suggestivo castello sospeso su una roccia

Adriano Bocci  | 15 Apr 2025
Castello Medioevale di Roccascalegna. Shutterstock_2324376531
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Siamo in Abruzzo, vicino alla provincia di Chieti, in un piccolo comune da poco più di 1000 anime con bandiera arancione da Touring Club Italiano. Nato come avamposto per controllare il Rio Secco contro i Bizantini, i Longobardi andarono a creare un torrione che oggi è un meraviglioso castello su una roccia: il Castello Medioevale di Roccascalegna.

La Rocca con la scala di legno, che dal paese la portava direttamente al torrione, è il simbolo del comune dei Roccolani. A 430 metri s.l.m., in mezzo a boschi e colline, Roccascalegna ha un castello medievale tutto da vedere, ma parte dell’esperienza è proprio come arrivarci. Preparate la macchina fotografica.

Roccascalegna e il Corvo de’ Corvis

La scalinata di pietra che porta al castello di Roccascalegna
La scalinata di pietra che porta al Castello Medioevale di Roccascalegna

Partiamo dal principio: Roccascalegna, per un borgo medievale, è un posto ridicolosamente bello da riempire di memoria una macchina fotografica. Il borghetto che sta ai piedi della rocca è fatto da casette a un piano o due, alcune un po’ lasciate a sé stesse mentre altre ripristinate e tutt’ora abitate, nella via che effettivamente porta al castello. E per visitare il castello, poi? 4€. Ma non è solo questo: facciamo un po’ di gossip.

Roccascalegna in sé è del 1160, ma deriva da insediamenti precedenti, tant’è che è abitato dall’eneolitico e dall’epoca romana. I monaci però c’erano già dai tempi della chiesa di San Pancrazio che era già presente nell’anno 829. È la chiesetta vicino al cimitero, poi ricostruita, nel 1205; le ricostruzioni sono state diverse, perché si teorizza (o meglio, si accetta) che l’origine sia longobarda. Sì, crearono un torrione, ma il Castello Medioevale di Roccascalegna è normanno. Il castello, come alcune chiesette, sono state ricostruite nel tempo, ma passando ad altro, c’è una leggenda deliziosa che aumenta il fascino del castello.

In sintesi, parliamo dell’applicazione di una norma. Nello specifico, il Jus primæ noctis, dove un barone del castello, Corvo de Corvis, pretese una norma non proprio cortese. Nel 1646 Corvo praticamente voleva obbligare ogni donna del paese a passare la prima notte di nozze con sé invece che col nuovo consorte. Leggenda vuole che o un consorte legittimo, travestito, oppure una delle spose decisero di chiuderla qui. Consorte, o sposa, salirono per applicare la norma ma accoltellarono il Barone, che sembra abbia lasciato su una roccia la propria mano insanguinata. Che, seppur pulita, riappare ogni volta: si dice che era molto visibile dopo il crollo della torre nel 1940, vicino ad un balcone in prossimità del torrione.

Castello Medioevale di Roccascalegna, cosa sapere

Interno di una mostra medievale del castello di Roccascalegna, con due elmi in primo piano
Interno di una mostra medievale del castello di Roccascalegna, con due elmi in primo piano

Il Castello di Roccascalegna, dopo la ristrutturazione negli anni ’90 ma anche nella parte normanno-sveva che angioino-aragonese, ospita nelle torri e nel magazzino delle mostre temporanee e le visite guidate. A differenza di diversi luoghi, sul sito ufficiale si legge “Si avvisa i gentili visitatori che la prenotazione online non è obbligatoria per la vista alla struttura, ma è semplicemente consigliata per snellire i tempi in biglietteria”. Inoltre, il Castello è aperto ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, mentre nei festivi e weekend è 10-19. Sospiro di sollievo?

Ne volete un altro? La visita al castello rinascimentale costa quattro euro. 4€. Il ticket food di Pasquetta (in data odierna al post) costa un euro. Ha diversi orari che potete tranquillamente controllare qui, e dura un’ora. Potete trovarli qui su Maps a due passi dalla Chiesa di San Pietro, purtroppo chiusa, che di fronte ha un punto dove a pasquetta fanno le escursioni a cavallo. Al Castello è possibile anche prenotare per il proprio matrimonio. Ad ogni modo, come arrivare al Castello di Roccascalegna?

Siamo comunque a un’oretta da Pescara e basta farsi l’autostrada Adriatica andando per Val di Sangro e uscendo poi per Roccascalegna. Essendo un borgo piccino orientarsi non è problematico: alzate lo sguardo e andate dove vi portano il cuore e la segnaletica. Parliamo di una mezz’ora di camminata in pendenza nel paesino, pieno però di punti panoramici: il nostro consiglio, fra le varie opzioni, è anche di scendere a valle per vedere come in un quadro il borgo intero con tutto il castello per una visione da ricordare. Dopotutto, Roccascalegna è stato lo sfondo di certe scene de Il nome della Rosa e di qualche documentario di Alberto Angela, ma sarebbe dovuta apparire anche a Masterchef. Ciò non successe per problemi di logistica nel portare l’attrezzatura, contando la scomodità della posizione. Per fare un po’ di trekking, invece, è ben adatta.

Voglia di trekking panoramico a Roccascalegna?

Iconica vista di Roccascalegna
Iconica vista di Roccascalegna

Come appena detto, Roccascalegna è ben adatta al trekking. La visita al Castello e al borgo è più un trekking leggero, ma si può andare oltre, per i vari punti panoramici. La più gettonata da noi amanti del trekking è il percorso panoramico, che muta i 30-35 minuti a un’ora e un quarto. Di norma, per arrivare al castello si parte dalla piazza sottostante, al bar da Giò in Piazza Umberto Primo, dove c’è l’arca della pace dedicata ai caduti di tutte le guerre (la trovate qui).

Da lì andate semplicemente dritto e in alto, verso il borgo, per la Chiesa di San Pietro e poi per la strada stretta verso il Castello e il gioco è fatto. Certo, ciò non ci basta nel modo più totale, ergo dalla chiesa scendiamo al sottopasso e giriamo verso il Museo del Bozzetto e giù tra ulivi secolari fino ad una area attrezzata per i pic-nic. Le viste fra i boschi qui sono meravigliose, l’aria è pulita, e il percorso risulta relativamente comodo: dopo gli uliveti potete ritornare alla chiesa o tirare dritto e ritrovarvi in piazza per farvi un aperitivo.

Adriano Bocci
Adriano Bocci

Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.



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