Nelle Alpi Apuane c’è la famosissima grotta che urla! È un paesaggio unico da visitare assolutamente

Emma Valenti  | 26 Ott 2023
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Lo sappiamo: le grotte attraggono le menti curiose come calamite. Di avventure insieme ne abbiamo fatte molte, di caverne nascoste e misteriose ne abbiamo esplorate tante. Tuttavia, c’è sempre una prima volta per tutto: una grotta così non l’abbiamo mai vista! E allora prepariamo la nostra mente curiosa ed iniziamo a fare noi stessi gli esploratori nella tana che urla, prepariamoci a vivere un’esperienza così incredibile da far venire i brividi di emozione! Questa non sarà un’avventura come tante altre, questa ci rimarrà veramente dentro.

1 Perché la tana che urla si chiama così

Perché si chiama così la tana che urla? Ebbene, la leggenda narra che un minatore, passando di fronte alla grotta, udì un canto incredibilmente melodioso. Fu una mattina d’estate a cambiare tutto per lui: di fronte alla tana che urla il giovane vide una ragazza bellissima, avvolta in un vestito leggero come l’aria. Egli non riuscì a parlarle, poiché lei svanì in una spirale di fumo, come se fosse evaporata. Tentò molte volte di ripassare di fronte alla tana che urla per rivederla, ma non successe più. Successivamente, col calare delle temperature, il minatore si ammalò gravemente a tal punto che nulla faceva effetto. Poi, durante una nottata accompagnata da un vento che gela il sangue, il ragazzo sentì qualcuno che bussava alla porta e trovò dei fiori che spuntano solo d’estate. Lui capì subito e tornò alla grotta per confessare il proprio amore alla misteriosa ragazza. La trovò, e lei gli disse di non seguirla e mangiare i fiori che aveva trovato sull’uscio della porta, e sarebbe guarito. Tuttavia, il ragazzo la seguì comunque, e le pareti della montagna si chiusero. Ogni tanto la tana che urla ci fa sentire la voce delle fate e qualche colpo di piccozza.

1.1 Un’esperienza da urlo: come si svolge la visita?

tana che urla

Ora che abbiamo un po’ di cultura sulla leggenda della tana che urla, andiamo all’avanscoperta ed esploriamo con gli occhi dei bambini che vedono i fiori per la prima volta. La partecipazione richiede obbligatoriamente un guida e una salute abbastanza forte, che non comprenda problemi respiratori e cardiaci. Qui dovremo avere una buona resistenza alla fatica. La tana che urla è un’avventura che deve essere vissuta in tutta sicurezza. Infatti, i bambini sono ammessi dagli 11 anni in su e devono essere accompagnati da almeno una figura genitoriale o un tutor. Il tutto dura dalle 3 ore e 30 alle 4 ore e 30. Ecco che dopo aver indossato la muta e tutta l’attrezzatura necessaria, risaliamo con la guida un piccolo torrente con alcune arrampicate. Troveremo una temperatura interna alla grotta e una temperatura dell’acqua entrambe intorno ai 10-11 gradi. Ad un certo punto saremo di fronte ad una scelta: percorrere a nuoto un laghetto per 10 metri oppure no. Ad ogni modo, ritorneremo sempre dalla stessa strada.

1.2 Un po’ di storia sulla tana che urla: le meraviglie che vedremo

Ad esplorare la grotta per la prima volta fu Antonio Vallisneri nel 1.704. La tana che urla è composta da un’enorme galleria in salita, percorsa da un torrente che si tuffa svariate volte in meravigliose cascatelle. Oltre al sifone la grotta continua per altri 200 metri. In totale, si sviluppa su 370 m per arrivare ad avere un dislivello che tocca i 48 m. Troveremo l’ingresso a 615 m sul livello del mare. Essere immersi nell’acqua ed osservare le stalattiti e le stalagmiti che mentre il loro riflesso si staglia di fianco a noi è davvero qualcosa di indescrivibile. Mentre andiamo avanti, iniziamo ad immaginare la leggenda e, prestando attenzione ed ascoltando il richiamo della grotta, forse sentiremo le voci della tana che urla. Immersi completamente in un mondo a parte tendiamo l’orecchio e cerchiamo di concentrarci sulla magia che emana questo posto. Ogni passo nell’acqua che facciamo è un passo più vicino a comprendere il mistero.

2 Informazioni utili

Ciò che dovremo ricordarci noi di portare saranno costumi da bagno, una maglia termica fabbricata in poliestere che terremo al di sotto della muta, un paio di guanti fini, scarpe da trekking e calzini da bagnare. In fase di prenotazione su www.tateam.it avremo anche la possibilità di richiedere delle scarpe da canyoing, al costo di 10 € a testa.

Ecco il credit dell’immagine in evidenza: www.google.com

Credit dell’immagine nel secondo paragrafo: www.google.com

 

Emma Valenti
Emma Valenti

Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.



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