Nel bel mezzo delle Foreste Casentinesi c’è una riserva naturale talmente bella da essere patrimonio UNESCO: ecco cosa vedere quando sei lì

Adriano Bocci  | 20 Giu 2024
Foreste Casentinesi - Sassofratino - Nicola Andrucci, Wikimedia
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Nel bel mezzo delle Foreste Casentinesi c’è una riserva naturale talmente bella da essere patrimonio UNESCO: ecco cosa vedere quando sei lì A est di Firenze, fra le Foreste Casentinesi, c’è una riserva naturale che si custodisce da almeno un migliaio di anni e che è diventata patrimonio Unesco da qualche tempo. Fu la prima riserva naturale integrata Italiana, e fra le più importanti: siamo nella Riserva di Sasso Fratino, fra l’Appennino Forlivese e Cesenate.

Ma cosa significa riserva naturale integrata, in questo caso? È quel tipo specifico di riserva naturale dove non sono ammesse attività antropiche (cioè di modifica del paesaggio) in nessun caso: se un albero cade, là rimane. L’unica attività è la ricerca scientifica, e un po’ di trekking nei dintorni per ammirare la natura incontaminata.

I grossi tira e molla della Riserva naturale Sasso Fratino

Foreste Casentinesi
Qualche vistaVero scrigno di biodiversità, la Riserva Naturale di Sasso Fratino è nata come prima vera riserva naturale integrata nel 1959 e si estende per 764 ettari di verde. Ciò in buona parte nasce dalla voglia di preservare le Foreste Casentinesi, composte principalmente da faggi vetusti, sin dal 1000 d.C. Questo perché la zona della foresta faceva parte del grosso feudo dei Conti Guidi, ma che quasi 400 anni più tardi vennero sconfitti.

La sconfitta portò allo sfruttamento indiscriminato della foresta vergine da parte di Firenze, che cambiò il bosco. Il legno dell’originale mix di abeti e faggi si piazzava su zattere quando l’Arno era in piena, ma venne sfruttato fino al Settecento. Attorno al 1840 va sotto al Granducato di Toscana e finalmente Karl Simon (boemo, Carlo Siemoni, italianizzato da lui) attuò le prime pratiche di rimboschimento, cure di vario tipo e tentativi con specie esotiche. Ma non per molto.

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È infatti dal 1900 al 1914 che la foresta andò in mano a una società che la sfruttò per ferrovie e carbone, finché non venne comprata (sotto forti richieste degli artigiani) dal Demanio Forestale di Stato. Cominciò il forte rimboschimento e la riparazione, specie per l’uso intenso durante le due guerre mondiali, ma la zona dell’attuale Riserva non venne praticamente mai usata, secondo documenti. Che per alcuni tempi mancano, ma al massimo è stata sfruttata un po’ durante le guerre. Da quella che era in origine 113 ettari protetti è arrivata a 764 ettari di verde protetto, portando alla nascita del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi nel ‘93, e nel 2017 è diventato patrimonio Unesco.

Flora, fauna e restrizioni

Il bosco di Sasso Fratino è dominato dal faggio vetusto su tutta la zona, mentre verso il centro si trovano ancora le rimanenze di quell’originale mix fra faggio vetusto e abete bianco con qualche acerto di monte, olmo, tiglio e frassino. Un totale di 300 specie con diverse endemiche come la Sesleria pichiana, l’Arenaria bertolonii e il Gymnocarpium robertianum. Sotto gli 800 m s.l.m. ci stanno pure aceri e carpini neri. A livello di fauna è variegata pure lì, con lupi, cinghiali, cervi, caprioli, picchio nero e aquila reale.

E oltre a loro? 500 specie di funghi diverse con qualche endemica tipo il Botryobasidium sassofratinoense scoperto nel 2010. Punto è che, giustamente, la riserva è riservata alla scienza per preservare l’ecosistema unico di tutta la riserva (serve l’accompagnamento militare, d’altronde) ma noi Goodtrekkers possiamo goderci le aree circostanti del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Cosa fare vicino alla Riserva di Sasso Fratino

Una cascata delle Foreste Casentinesi
Una piccola cascata che troverete fra i due percorsiIn primis c’è il Sentiero degli Alberi sacri, un’escursione di 90 km diviso in 7 tappe con luoghi stupendi come il Lago di Ponte di Tredozio o il Santuario della Verna. Quello al Santuario della Verna è un percorso che si fa diverse delle foreste più belle del parco fra eremi, monasteri e alberi monumentali, quello dove San Francesco d’Assisi ricevette le stimmate. Abbiamo tutto un intero sentiero di trekking comodo, ma espanso, con la montagna sacra del poverello d’Assisi, orari e indicazioni.

Invece il Sentiero Natura di Camaldoli va tutto attorno all’Eremo di Camaldoli e al suo monastero, fatto nel 1012 tra i faggi e gli abeti bianchi, con una vista che incita alla tranquillità e alla meditazione. C’è la visita all’orto botanico e al monastero dove si possono vedere tantissime piante medicinali e ornamentali. Per qualunque evenienza qui c’è la pagina ufficiale aggiornata del parco che indica lo stato dei sentieri. Informatevi sempre prima, non si sa mai.

Crediti cover: Nicola Andrucci, Wikimedia. Tutti i diritti riservati

Adriano Bocci
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