
I giapponesi lo chiamano Shinrin-Yoku. In Europa è conosciuto come forest bathing e consiste nella salutare pratica di passare il tempo a passeggiare nel bosco, per un vero e proprio “bagno nella foresta”. Secondo studi recenti, passeggiando nel bosco l’attività cerebrale e il battito cardiaco si calmano e i livelli della pressione scendono (Song et al., 2016; Kobayashi et al., 2018). Sembra, inoltre, che quando respiriamo l’aria fresca e profumata di un bosco alcune sostanze che si trovano negli oli essenziali prodotti dagli alberi riescono ad agire sul nostro sistema immunitario e nervoso, migliorando la capacità di contrastare infezioni e tumori (Tsao et al., 2018). Ma in cosa consiste questa pratica? In Italia, una delle regioni che meglio si presta all’attività è il Piemonte.
C’è chi non si limita a passeggiare nel bosco, ma si dedica a stimolare anche gli altri sensi. Camminando a piedi nudi nell’erba e sulle foglie cadute, si attiva il tatto, che aiuterebbe a scaricare gli squilibri elettrici, mentre abbracciando gli alberi si coltiverebbe il contatto fisico con i boschi, in un’esperienza di riconnessione con la natura e di benessere psicofisico. L’Italia, è perfetta per il forest bathing: il 36% del territorio nazionale è coperto da manto boschivo, rispetto alla media del 30% degli altri paesi europei, e gli ambienti forestali sono in netto aumento così come la loro protezione e conservazione.
In Piemonte, la tutela degli ecosistemi, la valorizzazione del paesaggio e la fruizione pubblica sono diventati di primaria importanza. Il risultato di questa gestione di ampio respiro dei boschi piemontesi ci offre innumerevoli possibilità per scegliere una foresta sana e meravigliosa in cui immergerci.
Abbiamo individuato 10 boschi del Piemonte in cui passeggiare immersi nel verde. Dalle colline torinesi alla Val di Susa, passando per l’Oasi Zegna, in cui è nato un percorso apposito per il forest bathing, scopriamo boschi con alberi secolari, rimasti intatti più o meno a partire dal Medioevo. Prima di partire per questa emozionante esperienza, consigliamo di munirsi di abbigliamento e attrezzatura adeguati e di portare con sé un tappetino.

A Trino Vercellese, a nord del fiume Po, c’è il più esteso bosco di pianura dell’area padana. La contiguità con la risaia e con la palude ha permesso l’insediamento di uccelli acquatici e di una garzaia. Segnalate anche la rara cicogna bianca e la gru, che si alimentano nei pressi del bosco. Camminerete in un bosco di querce e carpini, a cui si aggiungono gli ontani neri nei pressi delle risorgive. Il bosco della Partecipanza è un bosco certificato. Significa che la gestione forestale segue determinati standard di sostenibilità ambientale, sociale ed economica e sceglierlo per le nostre camminate significa premiare una gestione sostenibile.

L’Oasi Zegna, in provincia di Biella, offre un percorso sensoriale appositamente studiato per il forest bathing, tra la natura e i boschi delle Prealpi. Il sentiero del sorriso è stato costruito secondo i principi del bioenergetic landscape, che studia e utilizza i campi elettromagnetici emessi dalle piante per creare aree di particolare benessere per il nostro organismo. Non dovete fare altro che sostare per almeno 10 minuti presso le aree segnalate, per favorire il recupero dello stress e un intenso apporto di energia vitale. Sul sito ufficiale dell’Oasi Zegna, si legge, per esempio, che faggi e betulle emettono campi benefici per ovaie, prostata, cistifellea, intestino tenue, pancreas, sistemi immunitario, linfatico e nervoso. Il sentiero è magico anche per i bambini, che troveranno libri di legno su cui leggere le favole del bosco.

L’uomo utilizza da sempre il bosco per la sua sussistenza governandolo a ceduo, ovvero tagliandolo in modo da ricavarne legna, permettendo all’albero con radici ancora intatte di ricrescere in fretta. In Piemonte ci sono boschi che, anche se nel passato sono stati utilizzati dall’uomo, hanno conservato alberi molto vecchi, che sono stati esclusi da cicli colturali da lungo tempo, a volte già a partire dal Medioevo. La cembreta dell’Alevè è una di queste. Quale posto migliore per un bagno immersivo nella foresta se non un bosco secolare e intatto? Ricopre buona parte del versante sud-ovest del Monviso ed è la cembreta più estesa delle Alpi.

Vicino a Ivrea, a Montalto Dora, ci sono quattro sentieri ad anello che raggiungono altrettanti laghi. L’anello del lago Sirio ci permette di camminare sulle terre ballerine: un curioso fenomeno in cui il terreno morbidissimo sembra ballare sotto i nostri piedi. Il bosco, infatti, cresce sulla soffice torbiera sottostante e su uno strato d’acqua, residuo di un antico lago oggi scomparso, che funge da cuscinetto, permettendo alla morbida torba di galleggiare. L’effetto è quello di camminare su un materasso morbidissimo nel fitto della vegetazione.

Quelli del Vallone del Roc sono sentieri che attraversano il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Un bosco di faggi antichi con le cascate del Roc e antiche borgate oggi in disuso. Attraverso la visita agli insediamenti umani, possiamo fare un’immersione nella foresta insieme alla scoperta di un antico rapporto di armonia tra uomo e natura. Il gipeto, grande avvoltoio un tempo estinto sulle Alpi, nidifica nel Parco del Gran Paradiso e non è difficile avvistarlo.

Anche il bosco di Salbertrand è adatto al forest bathing, anche se in inverno la presenza di ghiaccio e neve non garantisce la sicurezza. Il parco è segnato da numerosi percorsi; ve ne segnaliamo uno di facile percorrenza lungo una mulattiera, che si addentra nel bosco fitto. Il sentiero n.7, anticamente detto la via du Gran Bò, inizia a quota 1840 metri, lungo la strada che dal Seu porta all’Alpeggio delle Selle. Si procede tra radure e giovani larici fino ad arrivare al bosco più fitto.

Nelle Alpi Cuneesi, tra laghi e pascoli montani, c’è uno dei boschi di faggio più belli e antichi del Piemonte. Bandito al taglio da secoli per la sua funzione di protezione dalle valanghe del sottostante abitato di Palanfrè, conserva numerose piante plurisecolari. Camminerete in una cattedrale naturale con le colonne grigie, lisce e lucenti dei tronchi dei faggi.

Fondo è un paesino di poco più di 350 abitanti, nei dintorni di Torino, con una cascata e un torrente sormontato da un antico ponte a testa d’asino. In estate, dopo la passeggiata nei boschi ci si può rinfrescare nel torrente. Da qui partono i sentieri immersi nella natura per raggiungere l’Alta Valchiusella.

L’area protetta del Bosco del Vaj è una vera oasi naturalistica. Nei boschi di castagno e quercia ci sono anche i faggi, una specie montana presente nella Collina Torinese dalle ultime glaciazioni e che qui convive con specie mediterranee migrate dalla vicina costa ligure. Durante il forest bathing, prestate attenzione anche al sottobosco, dove vivono specie botaniche rare come diverse orchidee e il giglio martagone.

Il Parco della Collina Torinese offre occasioni di forest bathing anche nell’area naturale della collina di Superga. I rilievi collinari sono popolati da faggi, pini silvestri e ornielli, querci e castagni. Nel XIV secolo sarebbe stata “follia l’avventurar la persona e la roba in residenze tanto selvagge, e lontane da ogni speranza di soccorso”, come scriveva lo storico Luigi Cibrario nel 1846. Alla sua epoca, erano già nate ville nobiliari e giardini da sogno che oggi fanno da cornice a un’occasione meravigliosa per un’immersione nel bosco a due passi dalla città.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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